DI SEGUITO LA NOTA STAMPA DELLA DIOCESI DI LOCRI-GERACE
Presso il Centro Pastorale di Locri si è conclusa la prima fase della Convocazione Diocesana che ha per tema “Chiesa di Locri-Gerace in ascolto…”. Oltre 300 religiosi e laici, rappresentanti delle parrocchie della diocesi, hanno partecipato ai primi due giorni di lavori presieduti dall’amministratore diocesano, monsignor Cornelio Femia.
In mancanza del vescovo è toccato a lui guidare la preghiera ed introdurre la Convocazione, sottolineando che:“Per la prima volta celebriamo la Convocazione in assenza del vescovo e ciò rappresenta un’occasione per dimostrare la capacità della nostra comunità di guardare avanti con grande responsabilità”. Monsignor Femia, esprimendo parole di gratitudine verso monsignor Fiorini Morosini, ha ricordato che la Chiesa di Locri-Gerace è in cammino ed è grata ai Pastori che si sono succeduti negli anni precedenti, portando avanti questo cammino: “le linee pastorali le abbiamo impostate da anni –ha detto- e la linea di fondo rimane quella di costruire comunità cristiane adulte”. Il Direttore dell’Ufficio per la Pastorale, don Giuseppe Depace ha messo in risalto il “taglio particolare di questa Convocazione, così pensata dal vescovo Fiorini Morosini, prima della sua promozione all’arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova. Ci vogliamo mettere in ascolto della gente del nostro territorio -ha detto- per raccogliere suggerimenti, critiche proposte. Per sentire cosa la gente, quella più lontana dalla Chiesa, si aspetta da noi”. Per tale scopo, la prima giornata è stata caratterizzata da una tavola rotonda, moderata dal vaticanista Enzo Romeo, alla quale hanno partecipato: una famiglia (i coniugi Congiusta, genitori di un ragazzo morto dopo aver vissuto tra le sofferenze essendo stato colpito da distrofia muscolare); una giovane (Concetta Pelle, studentessa presso il Liceo Classico di Locri), un imprenditore (Mario Diano, tra l’altro presidente dell’Associazione Albergatori), una sindacalista (Mimma Pacifici, segretario provinciale della Cgil) e un ex sindaco (Ilario Ammendolia, già presidente dell’Associazione sindaci della Locride). Dai loro interventi sono emerse numerose domande, sintetizzate da Enzo Romeo e don Depace, le quali saranno oggetto degli incontri che si svolgeranno a livello parrocchiali nei prossimi giorni, con l’obiettivo di formulare le proposte per il nuovo anno pastorale. Per la preparazione di questi incontri si rivela molto prezioso l’intervento del professor Vincenzo Bova, docente di Sociologia delle Religioni presso l’Unical, che ha caratterizzato il secondo giorno della Convocazione. Con molta franchezza il docente ha detto: “Le comunità ecclesiali possono costituirsi attorno all’annuncio che Cristo conosce e salva l’uomo o possono farlo attorno a cento altre, talvolta nobili, ma in ultima istanza secolari prospettive”, in quest’ultimo caso, nella migliore delle ipotesi di tratta di “cultura sociale o sapienza umana”. Il credente sa di avere un compito che gli è stato affidato il giorno del proprio battesimo: “custodire il deposito della fede. Suscitare una speranza vivibile per gli uomini e le donne di questo tempo e di questa terra”. Senza accontentarsi di un surrogato del cristianesimo.
Il 30 settembre prossimo saranno presentate le proposte per il nuovo anno pastorale che sarà aperto con una solenne concelebrazione, nella Cattedrale di Locri, presieduta da monsignor Femia.