di Gianluca Albanese (foto e video di Enzo Lacopo)
SIDERNO – «L’azienda non ci ha detto la verità. In un primo momento ci hanno fatto capire che la colpa dei licenziamenti annunciati era dell’assenza della politica, del Governo, mentre invece le Istituzioni hanno tentato tutte le mediazioni possibili, anche ricorrendo agli ammortizzatori sociali, ma il vertice di Call & Call non ha accettato nessuna proposta».
Le parole pronunciate questa sera dalla dipendente di “Call & Call Lokroi” Rosy Tarzia, invitata a intervenire a margine della serata conclusiva della Festa della Rinascita Comunista di Siderno, organizzata dal locale circolo del Pd intitolato al Partigiano Vincenzo Bolognino, offrono uno squarcio di chiarezza in una vicenda per troppi versi confusa e contraddittoria, tutta giocata sulla pelle dei lavoratori, e di nessun altro.
Saranno loro a pagarne le spese se non si dovesse giungere a una soluzione della vicenda. Loro e nessun altro.
Loro, i 129 che abbiamo imparato a conoscere ad affiancare nella loro battaglia.
Loro che rischiano, dall’oggi al domani, di non avere più un reddito per fare fronte alle spese di ogni giorno. Loro, che probabilmente non avranno più una busta paga da esibire alle società finanziarie per l’acquisto di elettrodomestici di prima necessità, come una lavatrice o un frigorifero.
Loro, che rischiano di rimanere in mezzo a una strada.
Invitiamo tutti a guardare il video dell’intervento di Rosy Tarzia, ripreso dal nostro Enzo Lacopo.
E’ fin troppo eloquente.
In questi giorni abbiamo visto di tutto, tra le pieghe della disperazione di chi rischia il proprio posto di lavoro. Abbiamo visto le foto dei governanti e di altre personalità di spessore nazionale esposte nei cortei perché accusate di indifferenza verso l’ennesimo dramma sociale che colpisce la nostra terra.
Abbiamo anche sentito, nell’aula consiliare di Locri, in cui qualcuno ha inteso ammainare la bandiera italiana (considerandola alla stregua di un oggetto pret-à-porter, come già in passato accaduto alla fascia tricolore), dire che l’azienda avrebbe la volontà di trasferire l’attività in Puglia, a Casarano, perché lì avrebbe le giuste “coperture politiche”.
Un film già visto in Italia. Attori protagonisti, la Fiat, Alitalia, il Monte dei Paschi di Siena e altri ancora.
Ma anche qui, la storia recente di “Call & Call” sembra essere quella di un’azienda che sì ha dato lavoro a centinaia di persone, ma che dalla politica è stata aiutata, eccome.
Forse nessuno l’aveva ancora detto. Vogliamo ricordarlo noi, tornando indietro nel tempo di quasi un lustro.
Al 20 dicembre del 2012, per la precisione. Quando nella sede di via Oliverio a Locri, che ospita il call center, c’era aria di festa. E non solo per il Natale alle porte.
Nel tardo pomeriggio, infatti, l’attuale sindaco di Locri Giovanni Calabrese, che allora non sedeva sui banchi del consiglio comunale perché il governo cittadino era affidato al commissario prefettizio Crea dopo le dimissioni dell’amministrazione Lombardo, convocò gli organi di stampa, per fare sapere a tutti dell’imminente visita dell’allora assessore alle Attività Produttive della Regione Calabria Antonio Caridi, del quale volutamente omettiamo in questa sede di citare le vicende extrapolitiche che lo riguardano perché siamo garantisti autentici e non per convenienza.
Caridi fu accolto come un Capo di Stato, dopo parecchie ore di attesa, dal consulente aziendale di Call & Call Giovanni Calabrese, uno tra quelli che ha sempre avuto l’ultima parola quando si è trattato di fare assunzioni al call center.
Prima del brindisi, Caridi ricordò le iniziative intraprese dal suo assessorato per finanziare le aziende artigiane e i ristoranti che servono prodotti “a chilometro zero”, aggiungendo, come riporta il nostro articolo dell’epoca che le prossime iniziative «Verteranno principalmente – dichiarò l’allora assessore regionale – sull’innovazione tecnologica, e non è un caso che io oggi mi trovi qui a brindare in una realtà che ha guardato sempre con grande attenzione all’occupazione e che sorprende per qualità dei servizi e familiarità dell’ambiente lavorativo».
Locri, Caridi brinda ai bandi regionali per lo sviluppo economico
Dodici giorni dopo, esattamente il 2 gennaio del 2013, la Regione Calabria approva la graduatoria delle aziende che beneficeranno di pacchetti integrati di agevolazioni per sostenere la competività delle imprese esistenti destinando a Call & Call un totale di € 579.653,55 a fronte di investimenti ammissibili pari a € 1.656.153,00.
Avete letto bene: agevolazioni per sostenere la competitività delle imprese esistenti, ovvero soldi pubblici dati non a chi deve creare ex novo impresa ma per mantenere la competitività di chi opera già da tempo. Soldi del POR Calabria FESR 2007/2013.
L’impressione è che in questo lustro quasi completo Call & Call Lokroi sia andata avanti grazie all’impegno e al sudore dei suoi dipendenti, molti dei quali oggi sono a rischio licenziamento, anche se l’azienda ha avuto contributi pubblici per mantenere la competitività (e quindi, di riflesso, i livelli occupazionali) dalla Regione Calabria, evidentemente intesa, all’epoca, retta da un “governo amico” di Call & Call Lokroi.
Per carità, la documentazione inviata dall’azienda era stata giudicata corretta e completa dai funzionari della Regione, ma evidentemente la misura adottata si è rivelata insufficiente e quindi, non potendo ottenere altri aiuti pubblici in Calabria, l’azienda sembra volersi spostare nella più “fertile” Puglia.
Anche a costo di licenziare 129 persone.
Per la cronaca, il 2013, l’anno d’oro di Call & Call Lokroi, si concluse col conferimento della cittadinanza onoraria di Locri al presidente e fondatore di Call & Call Lokroi, società con sede legale a Cinisello Balsamo, vicino Milano, Umberto Costamagna, da parte del consiglio comunale, su proposta del sindaco Giovanni Calabrese, consulente di Call & Call «Per l’impegno e la scelta di investire a Locri e nella Locride, facendo capire che fare impresa in questo territorio è possibile. Per l’impegno nel sociale, per rispettare sempre i principi di equità e spirito collaborativo, considerando e approcciandosi alla persona prima che al lavoratore».
Nel ringraziare per l’onorificenza ricevuta, Costamagna dichiarò che «Sono convinto che l’etica nel mondo economico non è un freno, ma un acceleratore. Questo riconoscimento lo divido con la mia famiglia, con chi ha creduto nel progetto dall’inizio e con me quest’anno festeggia l’ottavo Natale a Locri. Se dopo l’avvio del call center e la fine degli incentivi regionali l’azienda non fosse andata bene, l’alternativa poteva essere riconvertire la struttura in un albergo. Dopo otto anni l’albergo non è stato costruito. Abbiamo continuato nonostante le iniziali difficoltà nel convincere delle multinazionali a lavorare in Calabria, prima impensabile. Siamo ancora qui e andiamo avanti».
Era il 17 dicembre del 2013.
Locri, il consiglio comunale conferisce ad Umberto Costamagna la cittadinanza onoraria
In questi giorni, Costamagna ha rifiutato ogni confronto coi lavoratori a rischio licenziamento.
Lasciamo che i lettori si facciano una propria idea sui fatti, sulle “armi di distrazione di massa” usate in questi giorni e sulle trovate di dubbio gusto concepite e realizzate in un presidio di democrazia come la sala delle adunanze di palazzo di Città.
Noi pensiamo solo ai lavoratori, al loro dramma umano e al loro futuro.
VIDEO ESCLUSIVO