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LOCRI – L’iceberg contro il quale, quotidianamente, si scontrano i pazienti e i lavoratori dell’ASP di Reggio Calabria è emerso ormai in tutta la sua immensità.
Fino a qualche anno fa, erano gli episodi di malasanità la cifra attraverso la quale si manifestavano le criticità di sistema entro le quali essi maturavano.
Oggi, le stesse identiche criticità si sono molto accentuate a causa di una drammatica e crescente carenza di personale in tutte le strutture che si somma alla mancanza di organizzazione e di una visione programmatica che sappia individuare i bisogni dei cittadini e provvedere ad essi; tutto ciò ha prodotto episodi sempre più ricorrenti di esasperazione estrema.
Infatti, l’ennesimo episodio di violenza contro il personale e la stessa struttura del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Locri denuncia un contesto inaccettabile nel quale si è consumata l’aggressione che la CGIL e la FP CGIL condannano senza se e senza ma.
Questo è quanto dichiarano in una nota congiunta il Segretario Generale della CGIL – Pititto – e il Segretario Generale della FP CGIL – Baldari-.
Vi sono precise ragioni che generano esasperazione nel mare del disagio quotidiano ed il Pronto Soccorso è il presidio più esposto in quanto, fuori da ogni regola prevista nei piani sanitari e di organizzazione che assegnano a questa struttura i casi di acuzie in emergenza, esso è diventato l’unico presidio sanitario accessibile in assenza di ogni altra struttura territoriale, benché prevista e programmata, vedi Case della Salute, che sarebbe servita per evitare l’indistinto ricorso ad esso.
A questa prima criticità strutturale, si sommano poi quelle contingenti che, data l’inerzia amministrativo- gestionale, assumono carattere permanente, a partire dalla drammatica carenza di personale che costringe quello ancora in servizio a turni massacranti fuori dalle norme legislative e contrattuali.
Inoltre, insieme all’assunzione delle professionalità necessarie, la cui autorizzazione è stata decretata solo parzialmente dal Commissario Scura, è altrettanto ineludibile dare stabile organizzazione alle Unità Operative con la nomina dei primari responsabili che garantiscano guida e continuità organizzativa e per non rischiare, come di recente, l’estrema ratio della chiusura di reparti.
Così come va riorganizzata la struttura amministrativa le cui inefficienze, ritardi ed omissioni producono la paralisi gestionale e contabile che spesso si riverbera anche sulla condizione di strutture convenzionate e accreditate e, facilmente, creeranno ritardi siderali nel processo di assunzioni, autorizzate di recente con i DCA 111/112/113 dal Commissario al piano di rientro, così come già dimostrato.
Non meno critica si evidenzia la carenza di posti letto ridotti in funzione della creazione di strutture alternative mai avviate e la cui attuale consistenza non soddisfa i bisogni dei cittadini, costretti a lunghe attese in condizioni di disagio e sovraffollamento presso il Pronto Soccorso che, insieme ai Punti di Primo Intervento, è diventato il front – office della sofferenza.
In queste condizioni, i lavoratori diventano bersaglio unico esposto all’esasperazione di chi soffre o è diffidente, questi lavoratori vanno salvaguardati con l’immediato incremento dei sistemi di sicurezza e sorveglianza.
La prossima settimana si avvierà un tavolo regionale con il Presidente Oliverio per approfondire le crisi del territorio locrideo iniziando proprio dalla Sanità, infatti, l’area della locride non può più essere terra di frontiera e i presidi pubblici devono essere modello di buon funzionamento e garanzia di risposte di qualità ai bisogni dei cittadini.
Reggio Calabria, 23.09.2017
*Il Segretario Generale CGIL Il Segretario Generale FPCGIL
Reggio Calabria – Locri
Gregorio Pititto Alessandra Baldari