Riace, il paese dell’accoglienza, ha accolto ieri una folta pattuglia di agenti della Guardia di Finanza che, a nome dello Stato Italiano e su mandato dei Magistrati della Procura della Repubblica di Locri, hanno eseguito una serie di perquisizioni e notificato al sindaco Lucano e ad un suo sodale, certo Capone presidente della cooperativa capofila delle altre sei che gestiscono l’affaire-Migranti nel Comune reggino, l’informazione di garanzia in cui si ipotizzano una serie di reati emergenti chiaramente dal verbale di ispezione della Commissione prefettizia dello scorso dicembre.
Noi militanti del MSI-Fiamma Tricolore fummo i primi a sollevare pubblicamente il caso dopo aver letto quel verbale, mentre appare ormai probabile che la Magistratura già si fosse messa in moto, nello scorso giugno sfidando il sindaco ad un chiarimento pubblico dei fatti dal quale egli si defilò, portandosi in Argentina, quando manifestammo il primo di luglio a Riace.
Un paese in stato d’assedio parve ai presenti quel giorno Riace, laddove conversero massicciamente le forze dell’ordine visto il gracchiare assordante di ciavule e cornacchie che spaventò qualche benpensante scimmietta – non vedo, non sento e non parlo, né lo voglio fare – del luogo.
E così si apri uno squarcio attraverso cui i calabresi chiedevano “VERITA’!” laddove si ammantava di buonismo e luoghi comuni un affare che solo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, potrà essere tracciato nei suoi reali contorni e contenuti.
Certo ai magistrati il Lucano ed i suoi fans interessati non potranno opporre gli stessi sprezzanti appellativi usati nei nostri confronti né trincerarsi dietro riconoscimenti farlocchi (Uomo più influente d’Italia) o “santificazioni in terra” (un film a lui dedicato) erogati in modo certamente affrettato e poco ponderato, come troppo spesso accade oggi in Italia. Addirittura qualcuno avrebbe preteso che per lui ci fosse una nomination al Nobel per la Pace.
Certo non ci saremmo mai immaginato che “il nostro” minacciasse, laddove certi privilegi ed abusi non gli fossero stati lasciati passare, attraverso atti che configuravano una vera e propria “immunità divina” (non per niente aveva chiamato in causa pure Papa Francesco, unico altro “italiano” presente nella classifica stilata dal pluririchiamato magazine americano Fortune, quindi un suo quasi “collega”), di chiudere baracca e burattini ed andare via e, soprattutto, non ci saremmo mai immaginati che il rappresentante del Governo per l’Immigrazione, proprio l’altro giorno, gli garantisse non solo i soldi “non dovuti” segnalati nel verbale dei prefetti reggini ma addirittura l’implementazione di un ulteriore milione di euro per l’incremento dell’accoglienza, aldilà di ogni norma e di ogni legge dello Stato Italiano. Cose tutte italiane che lasciano allibito chi appena ne viene a conoscenza e sulle quali tutti noi dovremmo, prima o poi, seriamente riflettere, traendone le logiche ed adeguate conclusioni.
Adesso a tutti non rimane che attendere, in religioso silenzio oseremmo dire, che gli inquirenti portino avanti il loro lavoro e che finalmente la Verità venga alla luce, qualsiasi essa sia.
I Componenti
La Segreteria Regionale del Movimento Sociale Italiano-Fiamma Tricolore