DALL’ASSOCIAZIONE ESCURSIONISTICA “GENTE IN ASPROMONTE” RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO LA SEGUENTE NOTA STAMPA
Un affascinante sentiero parte da Croce Romeo con i suoi 1371 metri, che veniva utilizzato da pastori e carbonai ma anche dai mastri falegnami che si recavano alle segherie di Cufalo e Pantanizzi. Il luogo era inoltre frequentato da quelli che si recavano alla colonia di Chiera, per passare un periodo di riposo. Questo luogo offre la possibilità di ammirare un panorama spettacolare sullo stretto di Messina e sull’Etna.
Dettagli escursione
Raduno: ore 9.45 Casa Cantoniera Croce Romeo
Partenza escursione : ore 10.00
Come arrivare: Per quelli della Jonica, uscita Melito Porto Salvo indicazione Bagaladi – Gambarie – Km 35 Casa Cantoniera Croce Romeo
Per quelli della Tirrenica, uscita Bagnara indicazione Sant’Eufemia – Gambarie – Bagaladi Km 36 Casa Cantoniera Croce Romeo
Tempo: 5 ore
Dislivello 343m. (1372 – 1589m. slm)
Comuni interessati: Roccaforte del Greco, Cardeto, Bagaladi
Descrizione sentiero:
Il percorso ha inizio dal piazzale antistante la casa cantoniera Croce Romeo posta a quota 1364 metri s.l.m. Dopo aver percorso un breve tratto iniziale (qualche centinaio di metri) di strada asfaltata, costeggiando il recinto, dopo 5 minuti ci immettiamo sulla sterrata. Dopo pochi minuti, la sterrata si biforca. Ci si tiene su quella posta a quota minore che poco dopo piega a destra. Si sale e dopo pochi minuti si piega decisamente a sinistra, in leggera salita. Qui si lascia la sterrata e si prende, sulla sinistra, una mulattiera. La si segue tra faggi e pini e dopo ca. 15 min si intercetta una grossa sterrata. Si sale leggermente e pian piano piega a destra portandosi alta sopra il fosso Pantanizzi, restringendosi pian piano a sentiero. Dopo circa 30 minuti si arriva alle vecchie segherie di Pantanizzi. Pantanizzi si dice di luogo paludoso. Negli anni 20 fu impiantata una segheria per la trasformazione ed utilizzo a fini economici il pregiato legname del luogo; era anche punto di riferimento, per la lavorazione, per l’intera zona. Erano impiegate delle seghe ad acqua, innovative per l’epoca, che sfruttavano la quantità d’acqua, dalla quale partivano della canalizzazione sino alla segheria. Oggi di tutto ciò rimane pochissimo, accetto qualche macchinario in rovina. Si prosegue sul sentiero che in pochi minuti ci porta alla Colonia di Chiera, dove sono rimasti solo dei vecchi ruderi, contornati da abeti secolari. Girando a destra e continuando a salire in tranquillità, dopo pochi minuti siamo sulla strada asfaltata che porta alla Diga del Menta. Percorriamo un centinaio di metri sulla strada asfalta, poi il sentiero piega a destra. Si scende per pochi minuti. Superato un vallone, pianeggiando a mezza costa, poco dopo si arriva ad una presa d’acqua. In breve si raggiunge la sterrata di Cufalo a quota 1620 m. Proseguendo a destra, dopo 10 minuti, si arriva sui piani del Barraccuni del Brigante, dove fino agli anni 60 c’erano delle baracche in legno per i pastori e carbonai che nel peridio estivo frequentavano quei luoghi. Se la visibilità sarà buona, lo sguardo potrà spaziare da Pentadattilo a Montalto. Superati i piani del Brigante si prosegue sulla sterrata e, dopo pochi minuti, siamo alle baracche di Fava di Pietro Polito. Da qui, seguendo la pista a sinistra in discesa, tra faggi e pini, dopo circa 1 km, giungiamo ad un pianoro. Sul lato destro della strada, seguendo un viottolo fatto dagli animali, in pochi minuti siamo sul pantano della Signora, colonizzato da spettacolari alberi di pino. Un paesaggio unico, maestoso, questo esteso bosco di pini. Qualche tornante ancora e siamo sul serro della Signora. Una breve sosta per ammirare queste gigantesche di candele di pino. Si scende per qualche metro e ci immettiamo sulla sterrata che ci porta alla fontana di Cuvolo in cui è possibile rifornirsi d’acqua. Dopo 150 metri siamo sulla strada di Cufalo. Si attraversa e, seguendo la pista, dopo 10 minuti si arriva al torrente Cufalo. La pista sale per qualche metro e dopo 20 minuti si arriva alla fontana di Cufalo. Proseguendo sulla sterrata, immersi in una fitta vegetazione di faggi e abete, dopo circa 1km siamo al passo U’riturnu, sulla SS 183 si prosegue per pochi minuti e raggiungiamo il punto di partenza.