di Gianluca Albanese (fotocollage e Video di Enzo Lacopo)
MARINA DI GIOIOSA IONICA – «Oggi è una giornata di lutto conseguente a un omicidio, perché a essere uccise sono state la democrazia e la libera partecipazione “dal basso” dei cittadini. Gli assassini hanno nomi e volti precisi e si trovano a Roma e a Reggio Calabria. Il Ministro dell’Interno Marco Minniti è calabrese, e dovrebbe conoscere bene la realtà della sua regione e della provincia, e invece il consiglio comunale di Marina di Gioiosa è stato sciolto proprio il giorno del quarto anniversario della sua elezione».
Quando Domenico Vestito prende la parola sono da poco passate le 10,30. La sala del consiglio comunale, intitolata alla Costituzione, è stracolma di gente, come non si vedeva da tempo. In prima fila, il consigliere metropolitano Pierpaolo Zavettieri (che si sta facendo promotore di una richiesta d’incontro al Ministro Minniti per discutere delle problematiche che affliggono gli amministratori locali della nostra zona), il parroco don Massimo Nesci e molti sindaci: da quelli dei comuni dell’Unione “Valle del Torbido” al presidente del comitato esecutivo di AssoComuni Locride Rosario Rocca, passando per i primi cittadini di Ardore, Grenci, e Casignana, Crinò.
Ma soprattutto ci sono tanti suoi sostenitori della prima ora, ovvero quei promotori dei due comitati che diedero vita alla lista “Libertà è Partecipazione” che nel 2013 stravinse le elezioni. Rarà Gennaro (che a margine della conferenza stampa annuncia la provocatoria proposta di chiedere lo scioglimento della comunità cittadina), Sisì Napoli (dimessosi dopo l’invio della commissione d’accesso agli atti), Valentina Femia, Tonino Giannotta, Antonio Sainato, Pino Passarelli e tanti altri.
Vestito siede per l’ultima volta nei banchi della giunta. Accanto a lui Loredana Femia e Giuseppe Coluccio sono visibilmente commossi, mentre Ciccio Lupis, Daniele Albanese, Sergio Salomone e Maria Elena Loschiavo provano a trattenere le lacrime.
Parla a braccio e scandisce bene ogni parola, ogni virgola. Preannuncia il ricorso al Tar e «A tutte le sedi previste dall’ordinamento giuridico nazionale ed europeo, perché se nessun giudice ci ascolta qua, vorrà dire che ci sarà pur un giudice a Berlino», e aggiunge che «Il successo più grande di questi quattro anni di amministrazione è stato il ritorno al sacrosanto diritto di critica verso gli amministratori, cosa che non sempre è possibile a queste latitudini».
E a proposito della memoria spedita nei giorni scorsi al Viminale, nella quale erano elencati gli atti realizzati e le scelte operate in quattro anni di amministrazione, Vestito ha ammesso che «Avevamo fiducia, non tanto in chi doveva giudicarci, quanto in quello che abbiamo fatto. Forse, il Ministro Minniti, ha gettato nel cestino quella nota che gli abbiamo inviato».
Non manca un riferimento all’attuale prefetto di Reggio Calabria MIchele Di Bari «Che ama – ha detto – le citazioni evangeliche e al quale vorremmo ricordare che nel Nuovo Testamento c’è scritto che verità e giustizia un giorno s’incontreranno. A differenza del suo predecessore Sammartino – ha aggiunto – che non finirò mai di ringraziare per quello che ha fatto, l’attuale prefetto da un anno non parla con me, non risponde alle note inviate e ignora le segnalazioni pervenutegli riguardo il rischio di perdere il finanziamento di oltre 1,2 milioni di euro per la realizzazione della nuova caserma dei Carabinieri, vista la situazione di disagio che attualmente vivono i militari dell’Arma. Perché ignora le nostre segnalazioni?».
Non manca un ricordo dei primi quattro atti simbolici compiuti dall’amministrazione appena sciolta: la collaborazione coi Carabinieri nelle indagini che portarono alla cattura dei responsabili degli atti di vandalismo alle scuole, il dono della Costituzione agli alunni, la partecipazione all’assemblea nazionale di Avviso Pubblico a Casal di Principe e la settimana dell’impegno sociale.
E’ solo una premessa degli attacchi più duri che l’ormai ex sindaco lancia nella parte centrale del suo discorso.
«Mi chiedo se forse qualcuno vuole rifarsi una verginità, stabilire delle carriere o appuntare nuove medaglie sulla giacca. Eravamo mafiosi – si chiede Vestito – quando andavamo in Prefettura o nella sede del Gruppo di Locri dei Carabinieri a discutere della nuova caserma? Recentemente ho rifiutato di avviare progetti Sprar non perché fossi contrario all’accoglienza, ma perché al cospetto dell’Anci ho detto che non mi sembrava giusto prendere simili decisioni in costanza dell’invio di una commissione d’accesso».
E poi: «Si vuole cancellare il processo democratico, come se i voti che abbiamo preso noi, non fossero uguali a quelli che eleggono i parlamentari che, a loro volta, nominano i prefetti…se i nostri voti puzzano, devono puzzare sempre, anche quando eleggono i parlamentari che siedono a Roma. oggi è stata uccisa la fiducia dei cittadini verso le istituzioni, e la gente non crederà più a nulla, tanto che nessuno sarà più disposto a candidarsi per rischiare di essere vilipeso in questo modo».
Non manca un riferimento alla gestione commissariale che fu nominata dopo lo scioglimento del penultimo civico consesso.
«L’amministrazione Femia – ha detto Vestito – aveva rilevato alcuni abusi edilizi per i quali la Commissione Straordinaria non prese alcun provvedimento serio. Non solo. i commissari fecero un bando per la gestione dei rifiuti che stava mandano in dissesto l’ente e che noi abbiamo ritirato dopo esserci insediati. Con loro il personale comunale era demotivato e sul Psc e il Piano Spiaggia non fecero nulla».
Vestito parla di «Clamoroso autogol dello Stato, visto che con lo scioglimento del consiglio comunale il danno vero lo fanno non a noi ma alla lotta alla mafia, e io, nel sentirmi molto vicino al sindaco di Riace Mimmo Lucano mi chiedo – dice l’ex sindaco con malcelata rabbia – che fine abbiano fatto le indagini sulle intimidazioni subite dal sindaco di Gioiosa Ionica Salvatore Fuda, al quale hanno bruciato due auto, o sui roghi dello scuolabus di Martone e sulle mini-car di Gerace. Perché si vive in questo costante pregiudizio nei confronti di chi amministra? Purtroppo si sta avverando la profezia di Corrado Alvaro: vivere onestamente si sta rivelando inutile, anche alla luce del fatto che importanti pezzi dello Stato hanno svenduto il loro ruolo e la loro responsabilità per un piatto di lenticchie. Vorrei che i cittadini si ricordassero di questo quando bisognerà andare a votare (o a non votare) alle prossime elezioni politiche. Dove sono i parlamentari eletti in Calabria?».
E poi ancora sulla Commissione Straordinaria: «Marina di Gioiosa non si può governare venendo un giorno alla settimana. Noi vigileremo sul loro operato, perché ci possono sciogliere da consiglio comunale ma non da cittadini liberi e allora staremo attenti se anche i Commissari che verranno si lasceranno andare all’acquisto allegro di telefoni cellulari o se chiederanno il rimborso delle spese per raggiungere Marina di Gioiosa da Siderno».
Non mancano i ringraziamenti: ai sostenitori, al personale del Comune, ai sindaci dell’Unione ValTorbido e a quelli presenti, oltre che ai vertici dell’Anci. «Ringrazio anche chi in queste ore tace e che ha paura di non scoprirsi – dice Vestito – per non scontentare il satrapo di turno. Mi aiuta a capire con la sua condotta che certi finti rapporti umani vanno chiusi».
Due gli appelli finali.
«Mi rivolgo alle istituzioni chiedendo – ha detto Vestito – di non massacrare le amministrazioni comunali che sono l’avamposto dello Stato in tutti i territori: se cadono loro, l’Italia è finita» «e ai concittadini: amate di più questa città, sposatela e non arrendetevi. Fate pressione civica. Proprio in questa sala qualche anno fa tenemmo un incontro per discutere della necessità di cambiare la legge che prevede lo scioglimento dei consigli comunali per infiltrazioni mafiose, una norma che viola i più elementari principi del diritto. Lo facemmo in tempi non sospetti e oggi lo ribadiamo».
Al termine, l’applauso del folto pubblico diventa, nel giro di pochi secondi, una standing ovation.
«Scusateci per i troppi danni che abbiamo fatto».
Domenico Vestito si congeda così dai propri concittadini.
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Povero Vestito.. Si era cosi affezionato al potere.. Cosa fara’ora..?? Avrà messo un po di soldi per vivere di rendita, ma gli finiranno prima o poi.. E poi.?? Bussera’ di nuovo alle porte della curia diocesana di Locri per un posticino che gli faccia strada successivamente in altri campi..?? Ma anche quei tempi felici sono passati..
Non ci resta che fargli gli auguri.. Auguri caro e vecchio Volpone..