(foto e video di Enzo Lacopo)
di Francesca Cusumano
LOCRI- L’Arma dei Carabinieri ha celebrato questa mattina nella chiesa Santa Caterina V.M., la sua patrona “Maria Virgo Fedelis”, la cui messa è stata officiata dal vescovo della diocesi di Locri-Gerace, monsignor Francesco Oliva.
La cerimonia è stata anche l’occasione per commemorare il 76° anniversario della storica battaglia di Culqualber, quando il 21 novembre del 1941, in Africa orientale, un intero battaglione dell’Arma dei Carabinieri sacrificò la propria vita per impedire l’avanzata nemica. Per l’eroico fatto d’armi, alla Bandiera dell’Arma è stata conferita la seconda medaglia d’oro al valor militare.
Altro momento celebrato, “la giornata dell’orfano”, a testimonianza della vicinanza dell’Arma ai familiari dei militari caduti in servizio.
Presenti numerose autorità militari, religiose, civili, i sindaci della Locride con tanto di fascia tricolore, ma anche magistrati, associazioni dei militari andati in quiescienza, familiari e orfani dei militari immolatasi per la Patria e delegazioni studentesche del territorio.
Ad accompagnare la santa messa, il coro dell’Istituto comprensivo “De Amicis Maresca”, diretto dal professore Giuseppe Galluzzo.
Nell’omelia il vescovo Francesco Oliva ha rimarcato l’impegno quotidiano dell’Arma dei Carabinieri in un territorio complesso come la Locride, compromesso dall’azione della criminalità organizzata:«Sono convinto-ha sostenuto- che le forze dell’ordine in questi ultimi decenni, abbiano contribuito a migliorare la nostra terra, adottando un’azione importante per tenere a bada le cosche mafiose, le faide criminali, agguerrite in particolar modo nel nostro territorio. Sicuramente è necessario che prevalga un’azione sinergica con le istituzioni, i conflitti sul piano istituzionale non giovano a nessuno,né tantomeno alla Locride».
Il comandante del gruppo carabinieri di Locri, il tenente colonnello Gabriele De Pascalis, ha ricordato alcuni dei militari impegnati, prima del loro efferato assassinio, nel contrasto alla criminalità organizzata, assicurando alla giustizia esponenti della ‘ndrangheta, come i brigadieri Antonino Marino, ucciso a Bovalino il 9 settembre del 1990 e Carmine Tripodi, ucciso a San Luca, il 6 febbraio del 1985.
«Ricordare i nostri caduti- ha spiegato De Pascalis– ci aiuta nei momenti di difficoltà e di smarrimento, spingendoci a continuare il lavoro di chi ci ha preceduto, contro la prevaricazione e la violenza».
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VIDEO CON ALCUNI MOMENTI DELLA CERIMONIA E INTERVISTA AL VESCOVO OLIVA