di Adelina B. Scorda – Fotogallery e Video con interviste di Enzo Lacopo
BOVALINO – 120 non è semplicemente un numero, una cifra, ma sono le vite di donne spezzate solo nel 2016, e l’escalation di casi non sembra attenuarsi neppure nel 2017. Uno ogni tre giorni in media la violenza non si ferma qui. Non si contano le vittime di stalking, persecuzioni, addirittura si è arrivati alle segregazioni, un fenomeno in continua crescita. Quello della violenza di genere è un tema che troppo spesso ricorre. Episodi isolati ? Assolutamente no, perché si radicalizzano, mutano,progrediscono e occupano ogni spazio, ogni luogo, fisico o virtuale può, e diviene, scenario di violenze inaudite. Nella nostra “moderna ed industrializzata” società emergono prepotentemente i pregiudizi, le visioni arcaiche della donna, intesa come soggetto dipendente, che trova la completa realizzazione attraverso la comprensione il silenzio e la pazienza. Non soggetto, ma proprietà è la visione che della donna ha colui che la uccide, e nonostante tanto sia stato fatto in termini legislativi ancora molto è da fare soprattutto in termini sociali. Perché lui, l’assassino, l’aggressore,il violento, è un soggetto egocentrico, isolato, vittima di un narcisismo esasperato, concentrato su se stesso e terrorizzato dall’abbandono.
Dobbiamo guardare oltre, comprendere fino in fondo il dramma che si cela dietro ad ogni sopruso perché se allarghiamo il nostro panorama di lettura scopriamo che in Italia sono 6 milioni 788 mila le donne che nel corso della loro vita hanno subito violenza fisica o sessuale. Colpevoli di decidere, libere, ma vittime di una violenza che non è mai solo fisica, che colpisce dentro soggioga, in una società ancora fortemente maschilista, vittime di un retaggio culturale che stenta ad accertare il diverso. È questo che è accade ad ognuna di quelle madri figlie mogli fidanzate e amiche, di quelle grandi e piccoli scarpette rosse.
In questo quadro si inserisce il Il convegno “Violenza di genere: quale impegno a fare rete”, un momento di discussione che costituisce la conclusione di un progetto che ha coinvolto i ragazzi dell’Istituto Comprensivo Bovalino e dell’IIS “F. La Cava” di Bovalino, riguardante appunto il tema tristemente attuale della violenza sulle donne. L’attività è stata portata avanti dai componenti della commissione politiche sociali di Nuova Calabria, e nello specifico da Giulia Manglaviti e da Luca Barile coordinati dalla psicologa Alessandra Polimeno, con l’obiettivo di sensibilizzare i ragazzi sulla tematica ed attivare una “scintilla di cambiamento nell’approccio al fenomeno, partendo dalla convinzione che quest’ultimo non si possa contrastare se non con l’ausilio della diffusione di una cultura di uguaglianza, legalità e giustizia.
Una vera e propria giornata di riflessione sulla violenza di genere che ha coinvolto in diverse iniziative anche docenti e studenti dell’IIS La Cava e dell’Istituto Comprensivo di Bovalino e l’Amministrazione Comunale.
L’impressione è che l’obiettivo comunicato dalla dirigenza di Nuova Calabria ad inizio Convegno sia stato ampiamente raggiunto: contribuire concretamente alla lotta contro la violenza di genere. A conferma di ciò sono giunte le parole, a fine lavori, del Presidente de Consiglio Regionale On. Nicola Irto e di due dei tre firmatari della proposta di legge regionale contro la violenza di
genere On. Wanda Ferro e On. Sinibaldo Esposito che, dopo aver ascoltato con interesse le qualificate relazioni, hanno dichiarato che dalle stesse sono emersi utili spunti e contributi che saranno tenuti in debita considerazione nel corso dell’iter legislativo.
I lavori sono stati aperti dal Presidente di Nuova Calabria Dott. Bruno Squillaci, che dopo i ringraziamenti alle Istituzioni Scolastiche coinvolte nell’iniziativa ed il saluto alle autorità presenti ha introdotto i temi dell’importante convegno. Significativi gli interventi delle Dirigenti degli Istituti Scolastici coinvolti, Dott.ssa Caterina Autelitano e Dott.ssa Rosalba Zurzolo, che hanno sottolineato e rimarcato quanto sia importante la collaborazione tra Scuola, Istituzioni ed Associazioni al fine di creare una indispensabile “rete” che diffonda attività di prevenzione e di informazione per contrastare un fenomeno che ha radici prevalentemente culturali. Concetti confermati nel suo intervento di saluto anche dal Sindaco di Bovalino Avv. Vincenzo Maesano.
Molto concreto l’intervento del Dirigente del locale Commissariato della Polizia di Stato, Dott. Carlo Casaburi, che ricordando l’impegno quotidiano delle forze di polizia per prevenire e reprimere qualsiasi forma di violenza, ha contestualmente sollecitato l’indispensabile collaborazione dei cittadini, che hanno il dovere di collaborare e denunciare gli episodi di violenza, al fine di consentire un adeguato e tempestivo intervento.
Bisogna sconfiggere il muro di omertà che spesso copre violenze ed abusi. La sicurezza fa parte di un processo condiviso e nello specifico caso ogni donna deve avere il coraggio di tutelare la propria dignità.
La parola è poi passata alla Dott.ssa Alessandra Polimeno, psicologa e componente del direttivo di Nuova Calabria, che nel suo intervento ha posto l’accento sulla lunga coda di violenze e soprusi nei confronti delle donne, di cui quotidianamente veniamo a conoscenza, sottolineando quanto sia fondamentale rivalutare i percorsi formativi e didattici, promuovendo il superamento degli stereotipi di genere lungo tutto il percorso scolastico. In questo senso le iniziative progettuali e gli interventi nei luoghi della formazione costituiscono lo strumento principale per evitare che le nuove generazioni facciano propri modelli di comportamento e relazione con l’altro sesso asimmetrici e sessisti.
Ed è in questa direzione che si è mosso il progetto dell’Associazione Nuova Calabria dal titolo “Violenza di genere e radici culturali: l’importanza della prevenzione”, ideato ed attuato
insieme ai componenti della Commissione Politiche Sociali di Nuova Calabria Dott.ssa Giulia Manglaviti e Dott. Luca Barile, i cui risultati sono stati presentati durante l’importante iniziativa.
La scuola è il contesto privilegiato per fornire modelli alternativi proprio perché qui, a differenza della famiglia e del contesto sociale allargato, le relazioni sono importanti, ma meno coinvolgenti e libere da condizionamenti. Per fermare la violenza e per instaurare rapporti più sani ed equilibrati tra i generi o partiamo dalla scuola o perdiamo una grande occasione di cambiamento sociale e culturale. Queste azioni educative, proprio per la loro specifica valenza, non devono essere un intervento sporadico, ma devono rientrare in una programmazione continua all’interno del sistema scolastico, anche sulla scia di quanto già avviene a livello europeo. Gli studenti sono stati coinvolti in un processo di confronto al fine di sviluppare una capacità di analisi critica della rappresentazione del femminile e del maschile, per giungere ad individuare delle possibili strategie di intervento.
La Dott.ssa Manglaviti, soffermandosi sulla descrizione del progetto, ha affermato che gli incontri sono stati l’occasione per confrontarsi sulla definizione di violenza di genere, sul rapporto tra vittima e persecutore, sulle rappresentazioni del maschile e del femminile nella comunicazione; parlare di violenza e discriminazione, infatti, aiuta a costruire un pensiero critico intorno a queste tematiche. Nelle ragazze e nei ragazzi abbiamo notato il desiderio di elaborare personalmente i dati su cui fondare le proprie convinzioni, di scoprire il piacere della discussione, di aderire a valori civili.
Il Dott. Barile ha illustrato i risultati del questionario costruito per la ricerca, volto a verificare la percezione che gli studenti hanno rispetto al fenomeno “violenza sulle donne”, che è stato somministrato in maniera anonima e volontaria ad 81 ragazzi dell’IIS La Cava di Bovalino. I risultati hanno indicato una realtà che presenta problematiche culturali chiaramente identificabili.
Ciò si evidenza, ad esempio, nel numero significativo, relativamente al campione, di ragazze che hanno dichiarato di aver subito una forma di violenza (4 su 62). Sono emersi poi dati allarmanti e che devono far riflettere: il rapporto di coppia è lontano dall’essere considerato paritario (15 su 81 considerano legittimamente l’uomo come figura forte in una relazione sentimentale) ed un numero significativo di studenti tende a considerare la violenza come adeguata misura regolatrice della relazione sentimentale (20 ragazzi su 81. L’invito alle istituzioni presenti è stato chiaro: è necessario ed urgente comunicare con i ragazzi, e con essi strutturare una “rete”. Condizione questa essenziale al fine di attuare adeguate misure di prevenzione, attraverso la diffusione di una cultura del rispetto e della legalità.
Sono pervenute infatti, sempre attraverso il questionario, testimonianze forti di ragazze che descrivono situazioni di violenza subita anche in tenera età, rimaste per anni nel silenzio e nell’incomprensione generale.
Emanuele Orlando componente della segreteria provinciale del SIULP ha poi tracciato in modo dettagliato tutte le attività che il sindacato di polizia ha attuato in questi anni sul territorio provinciale sulle tematiche sociali, promuovendo anche un percorso di educazione alla legalità sviluppato all’interno degli istituti scolastici denominato LegalInsieme. L’intenzione, ha affermato, è quella di fare rete; la nostra esperienza professionale è una risorsa da mettere al servizio della comunità, anche e soprattutto su tematiche tristemente attuali come la violenza di genere.
Come detto le conclusioni sono state lasciate ai rappresentanti politici che hanno potuto così ascoltare le interessanti relazioni prima del loro intervento. Appassionato come al solito l’intervento
dell’On. Wanda Ferro. Il 25 Novembre non deve essere solo un rito, ma è necessario attuare iniziative concrete come ha fatto Nuova Calabria con l’istituzione di uno sportello di ascolto gratuito. Se la violenza è un reato la violenza contro una donna è un crimine, e la scuola rappresenta un pilastro fondamentale nel contrasto a simili fenomeni. Abbiamo concepito insieme questa proposta di legge che vogliamo sia un esempio di buona politica bipartisan, e grazie alla sensibilità del Presidente Irto siamo certi che presto sarà discussa ed approvata in Consiglio Regionale.
L’obiettivo è quello di abrogare la precedente normativa, oramai superata, e di dotare di adeguato sostegno i centri antiviolenza e le case rifugio, attraverso criteri di selezione che dovranno essere
molto rigidi al fine di evitare che il problema si trasformi in business, come nel caso dell’assistenza agli immigrati.
Per l’On. Sinibaldo Esposito è stato importante ascoltare quanto di interessante stasera ci è stato rappresentato. Abbiamo potuto metabolizzare dati e concetti che saranno certamente utili durante l’iter legislativo al fine di migliorare la nostra proposta di legge. La violenza di genere non è un fatto episodico da affrontare in situazioni emergenziali, ma è un fenomeno complesso e multifattoriale ed è quindi necessario, oltre alla prevenzione, al supporto ed al sostegno, mettere in campo tutte le azioni necessarie, anche repressive e sanzionatorie, al fine di contrastare la violenza di genere.
La Regione Calabria si era già meritoriamente dotata nel 2006 di uno strumento legislativo in materia, noi siamo intervenuti aggiornandolo e rendendolo più attuale rispetto alla normativa vigente, prevedendo che alla repressione ed al sistema sanzionatorio, si affianchi anche un momento di cura dell’uomo maltrattante, per evitare che una volta scontata la pena torni di nuovo a fare del male.
Ha concluso i lavori il Presidente del Consiglio Regionale On. Nicola Irto che ha detto di aver scelto di presenziare a questa importante iniziativa, malgrado i tanti inviti ricevuti per manifestazioni simili, perché si svolgeva in un territorio difficile come quello della Locride e soprattutto perché si svolgeva in una scuola, attraverso un interessante progetto che ha coinvolto tanti ragazzi. Il fenomeno della violenza sulle donne è talmente ampio e complesso che richiede una radicale inversione culturale ed è per questo che ritengo straordinariamente importante che questa iniziativa si svolga in una scuola, attraverso un progetto che si pone come obiettivo quello di coinvolgere i ragazzi su un tema così importante e di offrire un servizio gratuito di ascolto e sostegno attraverso un’Associazione impegnata che mette al servizio della comunità le sue professionalità.
La regione Calabria è molto sensibile su questa problematica. La proposta di legge per l’istituzione dell’Osservatorio sulla violenza di genere è stata firmata, contrariamente alla prassi in uso nel consiglio regionale, anche dal sottoscritto ed ho voluto che lo facessero anche tutti i capigruppo, ed il provvedimento è stato approvato all’unanimità. Siamo stati tra i primi in Italia a legiferare in materia e tra qualche giorno lo renderemo pienamente operativo. Anche riguardo la proposta di legge regionale per il contrasto alla violenza di genere saremo rapidi, ed a breve la competente commissione completerà i lavori. Chiederemo che vengano audite anche le Associazioni, proprio per avere un quadro completo rispetto ai bisogni ed alle esigenze che richiede un fenomeno così complesso.
VIDEO