Tra manifestazioni, tavoli istituzionali, dichiarazioni, smentite e promesse, siamo giunti al giorno decisivo! Il 5 dicembre, infatti, il Consiglio di Stato dovrà decidere se confermare la sentenza del TAR sull’annullamento del Bando Enac (con conseguente decadenza della gestione Sacal) oppure riformare l’interpretazione data in primo grado di giudizio.
Va ricordato anche che a nulla vale la dichiarazione dei vertici della Sagas di Crotone sulla sua volontà di ritirarsi dal procedimento giudiziario, visto che è stato l’Enac ad impugnare la sentenza del TAR di fronte al CdS e che è sempre lo stesso Ente ad esser determinante sulla garanzia della continuità del servizio qualora le aspettative delle istituzioni territoriali dovessero venire tradite in sede di giudizio. Non si comprende su quali basi, tra le stanze dei palazzi istituzionali e gli uffici della Sacal, aleggi una certa “sicumera” sull’esito del giudizio favorevole alla Sacal.
Passi l’eccessiva discrezionalità dell’Enac che ha portato alla sentenza di annullamento del bando di aggiudicazione, ma credere che i giudici del Consiglio di Stato si tramutino in una longa manus del potere politico-istituzionale sembra davvero surreale.
Resta da chiedersi tuttavia come mai le Istituzioni (ed in particolare la Città metropolitana), oltre a non aver agito di propria iniziativa, non abbiano neanche risposto alle istanze del comitato sulle costituzione di due tavoli propedeutici all’organizzare delle attività necessarie per garantire la continuità del servizio di trasporto aereo dopo il 5 dicembre. Solo la Prefettura di Reggio Calabria ha risposto con una nota di rito, sostenendo di aver interessato gli Organi competenti.
Più passa il tempo e più l’atteggiamento degli Uffici responsabili appare discutibile, magari in qualche assemblea segreta si sono già tratte le linee direttive ma in uno Stato civile e democratico la gestione delle risorse e la tutela dei beni pubblici non può essere nascosta ai cittadini-utenti e agli organi di informazione.
“Tutto va bene” o “l’impegno delle istituzioni sta portando ottimi risultati” è il refrain ricorrente. Eppure per coloro che vogliono vederci un poco più chiaro non è difficile fare comparazioni sui dati di traffico annuali, ai minimi storici e nettamente al di sotto dei livelli standard di efficienza finanziaria. Così come non è per nulla rassicurante veder emanati, da parte della Sacal, due bandi in cui si cerca una società di consulenza per la formulazione del piano industriale sullo sviluppo degli scali calabresi e delle figure in grado di redigere documenti contabili e fiscali di base.
Sorgono spontanee una serie di domande:
- come ha fatto la Sacal a vincere un bando così importante senza esser in grado a priori di formulare i documenti contabili di base e un autentico e credibile piano industriale?
- come mai sono stati pubblicati due bandi anacronistici, di cui uno sulla ricapitalizzazione societaria e l’altro sull’elaborazione dei piani di sviluppo ed economici-finanziari (piano industriale), prima di conoscere la sentenza del Consiglio di Stato?
- perché il responsabile della trasparenza ed il potere sostitutivo della Sacal, in seguito alle istanze di accesso civico del Comitato, hanno negato la pubblicazione del piano industriale, quale atto di indirizzo generale, sostenendo che il documento in questione è riservato al consiglio di ammi?
- Non c’è una stridente incoerenza tra le dichiarazioni di De Felice (Stiamo rivedendo il Piano industriale) e la successiva pubblicazione di un bando per affidare ad una società terza la relativa (costosissima) formulazione? Tra l’altro, ci sarebbe da chiedersi come mai all’interno di una Società che spende somme ingenti per pagare i componenti del CDA e altro personale non ci siano risorse professionali interne capaci di fomularlo? Con quali criteri si sono individuati i membri del CDA e il personale dirigente?
- come mai i vertici della Città metropolitana, della Regione, l’ENAC, l’ANAC e tutti gli organi deputati al controllo sulla gestione del servizio pubblico in questione, non hanno risposto alle istanze di concertazione ed alle segnalazioni del Comitato?
In attesa che queste e tante altre domande possano trovare la dovuta risposta in tutte le sedi competenti e visto che le innumerevoli produzioni legislative sulla trasparenza e partecipazione sembrano non trovare concreta rispondenza, si auspica che non vi siano spiacevoli sorprese e che l’istanza del Comitato del 6 novembre 2017, possa trovare la dovuta considerazione da parte degli organi responsabili. Ancora è possibile, considerato che la sentenza del Consiglio di Stato, presumibilmente, non sarà resa nota prima di una quindicina di giorni.
Qualunque sia la decisione del Consiglio di Stato, non si può stare con le mani in mano, ma occorre farsi trovare tutti (Istituzioni e cittadini) preparati e combattivi al fine di evitare un’ennesima telenovela, come quella che è stata messa in scena a Crotone.
Il Comitato Pro Aeroporto dello Stretto