di Domenico Logozzo*
GIOIOSA JONICA – Gestione oculata, risultati brillanti, meritata conferma. Mario Palermo, commercialista calabrese emigrato mezzo secolo fa da Gioiosa Jonica a Torino, guiderà per altri cinque anni quella che in Piemonte viene considerata “una casa di riposo all’avanguardia”. Si tratta della storica “Casa di Riposo – Ospedale di Cherasco”, in provincia di Cuneo, con 122 posti letto sempre occupati. “La mia soddisfazione è immensa, anche perché sono il primo presidente della Casa di Riposo non piemontese”, dice Palermo, che, intervistato dal diffuso settimanale “Idea”, evidenzia “l’ottima gestione finanziaria”. Gli chiediamo quali sono i propositi per il prossimo quinquennio di presidenza. “Innanzitutto tenere sempre alta l’eccellenza”, ci risponde. “Far diventare sempre più accogliente la già eccezionale struttura, fiore all’occhiello di Cherasco”.
Sottolinea “l’eccellente rapporto con la “Città delle Paci” e con il territorio”, ricordando che “una volta l’anno la struttura ospita il pranzo degli anziani e nel 2017 sono state presenti 312 persone esterne”. Vede in ciò il “segno dell’apprezzamento che abbiamo conquistato. La nostra attività è ad ampio raggio e abbiamo ospiti che arrivano anche da Torino”. Lo scorso anno è stato avviato “un servizio a domicilio rivolto ai residenti a Cherasco, Narzole e dintorni che non hanno la possibilità di usufruire della struttura. E’ una proposta extra importantissima che garantisce a chi ne fa richiesta pasti, attività di cura della persona o assistenza infermieristica”.
A questo proposito Mario Palermo ci spiega che “la formazione del personale della Casa di Riposo è stata fondamentale per la buona applicazione dei nuovi modelli operativi, insieme a organizzazioni dove da anni si coltiva con successo la domiciliarità. Ed è così che attraverso la “cultura della domiciliarità”, la Casa di Riposo estende all’esterno i servizi finora riservati solo alla comunità locale. Il percorso di formazione è stato finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo ed erogato dall’Associazione “La Bottega del possibile”. La buona riuscita del progetto presuppone il coinvolgimento della comunità locale (negozianti, farmacisti, parroci, medici di famiglia, volontariato, vicinato). Le attività vengono svolte in collaborazione con il Comune di Cherasco, i servizi sociali, le associazioni di volontariato locali (l’Arcipelago, il Sorriso), il Centro anziani, la Croce Rossa e l’ADI”. A Cherasco la “cultura della domiciliarità” sta trovando dunque una confortante applicazione. Buon segno. “Mi auguro – ci dice il presidente Palermo – che possa diffondersi ancor di più in tutto il territorio nazionale, diventando una regola per le comunità e non un’eccezione solo per alcune realtà”.
Calabresi che si fanno apprezzare al Nord in un campo, quello della sanità, che purtroppo in Calabria vive momenti molto difficili. La sanità regionale è commissariata, ospedali a rischio chiusura, come quello di Locri, assistenza agli anziani non sempre adeguata alle reali esigenze. Gravi carenze. C’è tanta rabbia per le soluzioni che non arrivano. C’è tanta e giustificata preoccupazione per il futuro. E questo proprio mentre in Piemonte un calabrese guida con successo e fa crescere una importante struttura assistenziale che “garantisce l’ospitalità a persone anziane autosufficienti, parzialmente autosufficienti e non autosufficienti, residenti a Cherasco e Narzole, nei centri dell’Asl Cn2 e del territorio piemontese”.
Un buon lavoro di rilancio e di adeguamento della struttura. “Nel corso del primo mandato sono effettuati 32 interventi migliorativi, con una media di uno ogni 57 giorni. Tra questi il completamento del nuovo reparto “Pensionato” dotato di 11 posti letto”. Attivo e propositivo. Il presidente guarda con ottimismo al futuro. “Desideriamo ingrandirci e se fosse possibile aggiungere altri posti letto, lo faremmo. In provincia, e non solo, siamo sul podio per la qualità dei servizi, ma ciò che più ci inorgoglisce sono le parole di soddisfazione degli ospiti e dei loro familiari”. Tra i nuovi progetti anche l’acquisto di altri letti elettrici e l’attivazione dell’aria condizionata in tutta la struttura.
Un buon lavoro. Positive azioni. Insieme per fare bene. Lo spirito di gruppo, per il bene comune. E il presidente Palermo evidenzia e ringrazia “la collaborazione del Cda, della Direzione tutta, in particolare della direttrice, dott.ssa Seghesio; del responsabile logistico-sanitario, dott. Astegiano; delle animatrici sia musicale che di intrattenimento di reparto; del personale infermieristico e OSS; dei cuochi Veronica Fiore “referente responsabile”, Stefania Palladino, Sandro Meloni e Stefano Lanzafame, che giornalmente preparano circa 250 pasti, alcuni dei quali personalizzati alle esigenze degli ospiti, e infine ma non ultimi come importanza, tutti i volontari dell’Associazione ARCIPELAGO presenti costantemente nella struttura”.
Mario Palermo non ha mai interrotto i legami con la terra natia, che ha lasciato negli Anni Sessanta. Torna spesso d’estate con la famiglia. Ricordiamo che è stato un bravissimo calciatore del Gioiosa. Tanti successi tra i dilettanti calabresi. Tanto entusiasmo. “Quando il nostro calcio divertiva e faceva divertire”, ricorda oggi con tanta nostalgia. Giovanissimo si è trasferito dal profondo Sud a Torino. “In quel Piemonte di altri tempi, altro mondo, difficile da capire, ma che andava accettato o rigettato”. Racconta: “Dopo qualche anno trascorso a Torino, dove ho fatto fronte alle mie esigenze di vita e studi dando calci a un pallone, mi sono trasferito a Cherasco. Nel 1970 ho sposato Renza. Nel 1971 è nato Andrea. Nel 2005 Andrea e la moglie Maura mi hanno dato la gioia più bella, quella di essere nonno. E’ nata Ludovica e nel 2009 è arrivata Vittoria”.
Bisogna dire che Cherasco ha portato davvero fortuna a Mario Palermo. Ricorda: “Nel 1970 ho iniziato la professione di commercialista con studio proprio a Cherasco. Nel 1972 ho aperto un nuovo studio a Racconigi. Una decina di persone tra titolare e dipendenti, senza tenere conto dei praticanti. Ancora oggi esercito l’attività di commercialista, meglio dire che aiuto mio figlio, il quale continua a portare avanti il lavoro, mentre io mi divido part-time tra professione e incarico di presidente della Casa di riposo che guido dal 2012. Ci metto il massimo impegno sperando di fare bene. A volte ci riesco altre un po’ meno, per quel meno chiedo scusa in anticipo, e che Dio mi aiuti in questo impegnativo percorso”.
Buon lavoro presidente, i gioiosani ed i calabresi sono orgogliosi per tutto quello che con caparbietà e tanti sacrifici ha finora fatto, dando lustro alle belle radici del Grande Sud.
:*già Caporedattore TGR Rai