di Antonella Scabellone
LOCRI- E’ ripreso questa mattina, davanti al Tribunale penale di Locri, dopo la pausa estiva, il processo Recupero-Bene Comune che vede alla sbarra 54 persone ritenute appartenenti a vario titolo al clan Commisso di Siderno, tra cui l’ex sindaco della città Alessandro Figliomeni.
Sul banco dei testimoni, al cospetto del collegio presieduto dal magistrato Alfredo Sicuro, e del pm della DDA Antonio De Bernardo, personaggi illustri e meno illustri, tutti accomunati dal fatto di essere stati citati dalle difese degli imputati per arricchire il processo di nuove prove a loro discarico. Tra i volti noti quello dell’ex dirigente del Commissariato di P.S.di Siderno Rocco Romeo, attualmente ai vertici della polizia ferroviaria di Reggio Calabria, che ha riferito particolari sul tentato omicidio di Vincenzo Salerno, fratello di Salvatore ed Agostino trucidati nell’ autunno del 2006 nel corso di una sanguinosa azione repressiva messa in atto, secondo la ricostruzione degli inquirenti, dal clan Commisso per annientare la pericolosa ed emergente frangia degli sciossinisti, a capo della quale si trovavano i fratelli Salerno,una sorta di cellula impazzita che stava destabilizzando la pax mafiosa locale. Vincenzo Salerno è il genero di Giuseppe Commisso, detto “il mastro”, considerato il capo indiscusso dell’omonimo clan.
Romeo, che ha retto il commissariato di Siderno dal 2005 al 2007, ha riferito delle indagini compiute subito dopo il primo attentato subito da Vincenzo Salerno, sfuggito per ben due volte ai sicari e attualmente detenuto in attesa di giudizio con contestazione di vincolo associativo alla locale ‘ndrangheta. Il vice questore ha riferito che subito dopo il presunto tentato omicidio, nel 2006, la polizia cercò Vincenzo Salerno presso la sua abitazione, ma non lo trovò,rinvenendolo solo successivamente presso la casa dei genitori. L’ex dirigente del Commissariato ha poi riferito che l’auto in uso a Salerno Vincenzo fu rinvenuta il giorno dopo presso una carrozzeria dove si stava cercando di ripararla in quanto era stata attinta da colpi di arma da fuoco allo sportello e il vetro era infranto. Insomma, gli elementi raccolti dagli inquirenti farebbero pensare che si sia trattato di un vero e proprio tentativo di omicidio, anche se Vincenzo Salerno non venne ferito e i fatti non vennero denunciati ma fu poi la polizia a scoprirli.
Su domanda poi dell’avvocato Vincenzo Nobile, che insieme all’avvocato Antonio Mazzone costituisce il collegio difensivo di Alessandro Figliomeni, Romeo ha riferito di aver conosciuto l’ex sindaco di Siderno, e di averlo incontrato varie volte a cerimonie istituzionali, tra cui l’inaugurazione del monumento alle vittime della mafia intitolato a Gianluca Congiusta. Ha poi aggiunto di essere al corrente delle lettere minatorie ricevute nel 2007 dalla famiglia Figliomeni, e di un attentato ai danni della macchina dell’ex sindaco qualche tempo prima.