di Antonella Scabellone
LOCRI- Politici,impiegati comunali, tecnici, esponenti delle forze dell’ordine. Davvero vario è stato questa mattina l’elenco dei testimoni chiamati a deporre davanti al collegio penale di Locri nell’ambito del processo Recupero. Tra questi due ex assessori della giunta Figliomeni, Vincenzo Mollica e Giuseppe Ascioti, con delega, all’epoca dei fatti, rispettivamente alla cultura e allo sport.
Ma a deporre è stato anche l’attuale capo dell’ufficio tecnico del comune di Siderno, l’ingegnere Vincenzo Errigo.
A suscitare l’interesse della pubblica accusa, ancora una volta, l’omicidio dell’imprenditore Gianluca Congiusta, avvenuto nel maggio del 2005, e l’ “impopolare” decisione, dell’allora amministrazione comunale, di non costituirsi parte civile nel processo contro i presunti colpevoli. “Il Comune, pur non facendolo singolarmente, si costituì lo stesso parte civile-ha detto l’ex assessore alla cultura Mollica rispondendo alle domande del Pm De Bernardo- aderendo all’ iniziativa dell’assemblea dei sindaci della Locride. Quando ci venne chiesto di costituirci in quel processo, ci riunimmo in giunta per valutarne l’opportunità; occorreva modificare lo statuto, per cui poi decidemmo di farlo aderendo all’ iniziativa dell’ Assocomuni”. Mollica ha poi evidenziato le iniziative per la legalità compiute dall’ amministrazione Figliomeni, come l’intitolazione dello stadio comunale all’ ispettore Filippo Raciti, e la realizzazione in città dell’impianto di video sorveglianza.
“Figliomeni non mi ha mai pressato per favorire nessuno-ha dichiarato invece il capo dell’ufficio tecnico Vincenzo Errigo- che poi, però, dietro specifica domanda del Pm, non ha saputo riferire sotto quale amministrazione sia avvenuta l’adesione del comune alla stazione unica appaltante. Una deposizione, la sua, con tanti “non ricordo”. Pro Figliomeni anche Giuseppe Laudani, presidente dell’associazione nazionale finanzieri in pensione, che ha riferito delle iniziative sostenute dall’ amministrazione comunale.
La testimonianza dell’ex assessore allo sport, Giuseppe Ascioti, ha invece riguardato principalmente la posizione del fratello Cosimo, imputato nel processo, a favore del quale, l’ex amministratore comunale, ha fornito alcuni chiarimenti sui suoi spostamenti, soprattutto notturni, in contrada Lamia, videoripresi dagli investigatori attraverso il posizionamento di alcune telecamere nei pressi della scuola elementare. Spostamenti considerati sospetti dagli inquirenti. “Il fatto che le nostre macchine fossero spesso parcheggiate di notte nei pressi della scuola elementare-ha detto Giuseppe Ascioti- dipendeva dal fatto che nel giardino di casa dei miei genitori, che si trova li vicino,e dove vive mia madre con mia sorella, fino al 2008 c’era posto solo per una vettura; mia madre stava male e spesso la notte a turno ci recavamo dal lei, sia io che mio fratello, per farle compagnia. Non avevamo altro posto dove parcheggiare le macchine se non nei pressi della scuola elementare”
Tra gli altri testimoni dell’udienza odierna il professor Monastero, per la difesa di Giuseppe Napoli, citato dall’ avvocato Giuseppe Sgambellone, che ha periziato sulla situazione patrimoniale dell’imputato ritenendola nella normalità, e Domenico Ierinò; l’imprenditore Gullace, per la difesa di Gattuso; l’assistente di polizia Maviglia, per la difesa di Massimo Pelelgrino,