di Pierpaolo Zavettieri
Molti di noi, Sindaci della Città Metropolitana, hanno partecipato aspettandosi (o meglio con la speranza) di essere ricevuti dal Sen. Marco Minniti per un confronto, anche senza i crismi del protocollo ministeriale.
I numerosi sindaci presenti, tra cui molti fra i 51 sottoscrittori della recente richiesta di incontro al Ministro per discutere delle tematiche che assillano i comuni della Città Metropolitana di Reggio Calabria (leale collaborazione tra le istituzioni presenti a livello territoriale, accoglienza agli immigrati, scioglimento per mafia dei consigli comunali, interdittive etc.), si attendevano, in subordine alla ipotesi di poter affrontare già da stamattina i suddetti argomenti, la fissazione di un incontro con il Ministro e/o comunque nell’intervento dello Stesso qualche richiamo alla tematica sollevata.
Nulla di tutto ciò con grave disappunto tra i sindaci presenti ed in particolare del sottoscritto, primo firmatario della lettera indirizzata al Ministro dell’Interno.
Come rappresentanti dei Comuni e delle relative popolazioni restiamo in attesa dell’incontro finalizzato ad un leale e costruttivo confronto fra diversi “pezzi” e livelli dello Stato, costituzionalmente riconosciuti.
…In quanto alla sottoscrizione del registro per la “cittadinanza consapevole” il sottoscritto non ha ritenuto di apporre la sua firma non certo per reazione al silenzio del Ministro sulle tematiche sollevate, quanto perchè non convinto della bontà e dell’efficacia di una iniziativa singolare nel contrasto alla mafia, specie sotto l’egida del governo da cui si attendono misure di ben altro segno.
Va aggiunto che in qualità di sindaco, al momento del giuramento, ho dichiarato in forma solenne fedeltà alla Repubblica ed alla Costituzione, al rispetto ed all’applicazione delle sue leggi, e servirla con lealtà ed onore ed a questi principi resto legato in modo indissolubile. Quel giuramento, per chi ci crede, non ha bisogno di altri atti di fede.
In fine, il concetto di consapevolezza a cui si fa riferimento dovrebbe essere insito in ogni candidatura alla gestione della res-pubblica e guidare il percorso che i singoli decidono di intraprendere.
…Ritengo pertanto che non una firma ma le azioni e la moralità con la quale si sceglie di condurre la propria vita, rappresentino il miglior antidoto contro la mafia: l’appartenenza allo Stato, i valori della giustizia e della lealtà, aborrendo ogni forma di prevaricazione e illecito, vanno dimostrati sul campo!
Stando invece ad alcune delle affermazioni fatte stamattina dal Ministro, che spero di avere compreso male: «Il registro segna una separazione molto netta tra chi combatte le mafie, tra chi è impegnato per sradicarle dal territorio, e chi invece ci fa parte, chi invece con esse collude, chi con esse ha costituito un’alleanza»…, si dovrebbe dedurre che chi appone questa firma si oppone fermamente alla ‘ndrangheta e chi invece non lo fa diventa quantomeno colluso.
…Io non ho firmato ma mi sento ugualmente onesto!
*: Sindaco di Roghudi e Consigliere della Città Metropolitana di Reggio Calabria