di Gianluca Albanese
Alla vigilia della presentazione del programma elettorale della lista “Liberi e Uguali” capeggiata dall’ex presidente del Senato Pietro Grasso, abbiamo rivolto alcune domande al dirigente nazionale di Sinistra Italiana Pietro Sergi, calabrese di Natile di Careri ma residente da anni a Imola, tra i fondatori del nuovo soggetto politico della Sinistra.
Da anni ti sei trasferito a Imola ma mantieni sempre uno strettissimo territorio con la tua terra d’origine. E soprattutto con la politica locale. Come valuti l’attuale momento politico di Natile e della Calabria in genere?
Beh, a Natile abbiamo aperto un Circolo intitolato a Giuditta Levato, la cui storia credo conosciamo tutti. A Natile la Politica ricalca esattamente le stesse dinamiche del comprensorio, cioè poco interesse diretto ma quando c’è una novità scatta la curiosità. Io credo che in queste zone periferiche ci voglia un’idea per coinvolgere i giovani e portarli ad un interesse attivo per la Politica. Perché, come dico sempre, la Politica non si ferma di fronte al mio disinteresse, va avanti e qualcuno deciderà sempre per me. Quindi, credo, meglio un impegno diretto. Sono molto legato al mio territorio, ma mai un legame acritico che pensa che le colpe stiano sempre altrove. Prima autocritica e poi critica.
Hai militato a lungo nel Pd, prima di seguire Stefano Fassina nel suo percorso che l’ha portato a fondare Sinistra Italiana prima e Liberi e Uguali poi. Cosa manca a questo Pd per prevenire questo genere di scissioni?
Preferirei non parlare di altri Partiti, ma non mi sottraggo alla tua domanda, visto che conservo ricordi belli di quell’esperienza insieme a momenti assolutamente negativi. Manca umiltà, credo. Manca cultura politica che ti consente di stare in una comunità. Da qui lo sconforto e gli abbandoni continui, alcuni clamorosi, altri in un assordante silenzio nel quale sono maturati sconforto e amarezza che hanno portato ad imprecisate “scissioni silenziose”. Io ho lasciato il PD il 14 gennaio 2014, poi sono stato fermo fino al momento in cui ho conosciuto la Presidente di Sinistra Italiana, Laura Lauri, e Stefano Fassina, anche loro in fuga dal PD non appena ci siamo accorti della mutazione antropologica di quel Partito e di quel progetto per il quale ci eravamo spesi tanto. Non ho aderito ad altri Partiti, non sono salito su carri facili e mi sono messo al lavoro con tutti gli altri per costruire un’alternativa a Sinistra.
Io lasciai il PD due giorni dopo la famosa frase pronunciata da Renzi, “Fassina chi?”. Quindi penso di essere coerente fino in fondo se dopo aver lasciato il PD ho accettato con grande entusiasmo l’avventura di Futuro a Sinistra, che insieme ai Compagni di SEL e dell’Associazione di Claudio Grassi è culminata con la nascita di Sinistra Italiana a Rimini nel febbraio 2017, dove abbiamo eletto Nicola Fratoianni a Segretario Nazionale e dove ho avuto il piacere di essere eletto nella Direzione Nazionale che mi sta offrendo la possibilità di un’esperienza indimenticabile.
Sicurezza e politica estera. Due funzioni che sembrano essere state svolte da un unico ministro, il reggino Marco Minniti, come giudichi il suo operato?
Di certo non di Sinistra, per cominciare. La “Daspo” per i disperati che a suo giudizio compromettevano il decoro pubblico mi fa pensare alla frase “Forti coi deboli, deboli coi forti”. In Politica Estera mi pare che non abbiamo brillato, soprattutto nel Governo precedente, quando a seguito dell’ennesima emergenza degli sbarchi si è venuto a sapere che il nostro Governo si era caricato il peso di tutti gli sbarchi in cambio di uno sconticino sull’austerity imposta dall’Europa. Poi, sempre il nostro illustre conterraneo, il Ministro Minniti, ha pensato bene di ridurre gli sbarchi senza però avere soluzioni politiche ma con atti che fanno pensare alla metafora “occhio non vede, cuore non duole”. Pur consapevoli che l’immigrazione e gli sbarchi sono un problema enorme per le nostre scarse possibilità di poter accogliere tutti, in tutto ciò manca l’aspetto umano che contribuisce a rendere la Politica prima di qualsiasi legame affettivo con i cittadini.
Eppure, va dato atto che questo Governo, ius soli a parte, ha fatto fare molti passi in avanti al Paese sotto il profilo dei diritti civili. Non trovi?
Beh, non è cosa da poco aver lasciato cadere la possibilità di varare questa legge epocale. Secondo me una delle più equilibrate, non un’apertura incontrollata ma parametri di accesso condivisibili. Invece niente. Poi, certo, ben venga la legge sulle unioni civili, ma dove sta il senso di un Governo che vara queste leggi sui diritti civili ma toglie tutele ai lavoratori? Che manda gli studenti a friggere patate al McDonald con l’alternanza scuola lavoro? Che manganella gli insegnanti quando protestano insieme a genitori e studenti, fatto storica, contro la “Buona Scuola? Ecco, pur non negando le poche luci che tu stesso ricordavi, io penso che questi Governi siano stati i peggiori proprio sul piano dei Diritti. Non mi dimentico la colossale presa per i fondelli alle Organizzazioni Sindacali e ai milioni di cittadini che avevano firmato, in occasione del Referendum sull’abolizione dei Voucher. Aboliti, cambiato il nome e reinseriti.
Si parla tanto di formazione politica, ma i tempi della scuola delle Frattocchie sono lontani. Cosa si dovrebbe fare per riavvicinare i giovani alla politica attiva?
Avevo già anticipato qualcosa sulla prima domanda. Secondo me è materia molto difficile perché ho l’impressione che far politica sia una passione, prima di tutto. Ma spesso la passione deve essere indotta, in qualche misura. Ho un piccolo esempio in famiglia. Mio figlio si interessava poco di Politica, ma dopo avermi accompagnato ad un’assemblea del Partito a Bologna ha improvvisamente scoperto la sua dimensione e la passione della sua vita. Ecco, io sto provando con un gruppo di giovani che a mio avviso potrebbero scoprire anche loro che la Politica fatta con Passione può essere impegno sociale e crescita personale. Sono assolutamente convinto che il Partito, passate le estenuanti fatiche elettorali, dovrebbe predisporre territorialmente delle nuove modalità di formazione politica dei giovani. Non concepisco affatto che un ragazzo che volesse impegnarsi nelle amministrazioni Comunali, per partire dal basso, arrivi ad essere eletto senza sapere come funziona realmente un’amministrazione. Poi bisogna insistere ed avere molta pazienza, perché sono processi lunghi e difficili in questa terra, ma chi mai parte mai arriverà.
Torniamo a Liberi e Uguali. Ti convince la leadership di Pietro Grasso?
Beh, inizio col dire che il Presidente Grasso è un meridionale. Ho avuto modo di ascoltarlo poche volte, lo ammetto. A Reggio Emilia in occasione della nostra prima festa nazionale e di recente, il 7 dicembre, a Roma in occasione della sua investitura. Mi è piaciuto molto del suo discorso la volontà di riallacciarsi ai giovani attraverso la Costituzione, che come ricorderemo bene ha portato ad un’altissima partecipazione di giovani nella consultazione referendaria a difesa della Costituzione stessa. Per il resto è leader da un mese esatto, è una persona che oltre altre alla Presidenza del Senato mi pare si possa dire nuova in questo ruolo. Penso che, come in ogni ambito della vita e soprattutto in politica, sarà il gruppo a fare la differenza e non l’uomo solo al comando.
E tu? Cosa chiedi al tuo partito in vista delle elezioni del 4 marzo?
Beh, io penso che prima di chiedere bisogna dare. E cioè devo anche chiedermi cosa posso dare io al mio Partito. Penso, come tutti i componenti del Partito di Sinistra Italia in Calabria di non esserci certo risparmiati. Per me l’ambizione personale è uno degli elementi che muove il mondo. La differenza sta nel come si intende raggiungere i propri obbiettivi e qui non ho dubbi di sorta: lavorare con passione, energia e a testa alta. Il resto arriverà, perché la vita, come la politica e il mondo non finisce il quattro marzo. Trovo di un’ipocrisia ridicola la retorica contro le ambizioni sane, mentre trovo ancora più intollerabile l’ambizione di chi arriva a tavola bandita e vuol sedersi a capotavola.
Esiste una possibilità di una tua candidatura al Parlamento?
Esiste avendo dato la mia disponibilità ma è uguale a quella di tutti coloro che abbiamo dato la nostra disponibilità a candidarci, Verrà fatta una rosa di nomi che sarà ratificata il nove gennaio. Tra questi c’è anche il mio. Se si riterrà che io possa essere utile credo che non ci saranno altri problemi. Il problema grosso è questo groviglio inestricabile che si sta rivelando la legge elettorale. Non invidio chi dovrà decidere ma per quanto ci riguarda è una legge che ci è stata imposta e che non abbiamo votato in Parlamento. Vivo questa attesa con serenità, consapevole, come tutti gli altri che hanno dato la propria disponibilità in Calabria e altrove, di aver fatto tutto quello che era nelle nostre possibilità per Sinistra Italiana.