di Franco Crinò*
L’inaugurazione del Teatro di Locri in questo mese di gennaio deve riempirci di soddisfazione. Avrei voluto e vorrò leggere una notizia analoga proveniente da Bovalino, tanto per citare un altro caso, che riguarda il Centro Polifunzionale, il Castello di Bovalino Superiore, l’Auditorium La Cava : si tratta anche qui di opere finanziate nella stagione 2001/2005. Avevamo allora ruoli nella maggioranza, in Parlamento, alla Regione e nei Comuni e insieme a Passafaro e a Zavettieri , con le istituzioni e con il partito, siamo stati pronti e capaci di sollecitare i sindaci a proporre opere importanti, procedure trasparenti, promozione adeguata. Sono passati quasi tre lustri e ancora siamo qui a combattere con le incompiute, a leggere buoni annunci, come questo di Locri fatto dall’assessore Anna Sofia, che arrivano tardi ma arrivano, a registrare silenzi imbarazzati e disorientamento in tanti comuni rispetto a quella partita. Il teatro è la rappresentazione di una cultura. Persino Vittorio Sgarbi e Giulio Tremonti hanno fatto un accordo, forse un partito, e ha prevalso il critico d’arte : con la Cultura si mangia, si muove l’economia (lo scontro era su questo).
Possiamo senz’altro fare un ragionamento concreto e ordinato.
1)I soldi pubblici sono finiti e nel futuro prossimo se ne vedranno pochi. Anna Sofia fa bene a sottolineare gli sforzi che bisogna fare per completare le opere e la funzione decisiva che a Locri assume ( e che deve assumere altrove) il privato ( lì il Centro Teatrale Meridionale di Domenico Pantano ). Il discorso, per intero, dovrà essere esteso anche al Teatro all’aperto, a Palazzo Nieddu, alle Scuole, per dare soddisfazione e corpo a quanto messo in campo in quegli anni.
2) L’ ” era” Franceschini ai Beni Culturali sta funzionando, ce lo dicono i dati. Si sta raggiungendo l’obiettivo della valorizzazione e della fruizione, oltre che della tutela, dei Beni Culturali(boom per i Musei, 12 milioni di visitatori, 50 milioni in generale in Italia). Deve progredire ancora quello dei Borghi, che rammentano soprattutto essi un passato identitario e completo di persone, luoghi e cose, quand’anche e per fortuna siamo stati “affidati” dopo, e lo rimarremo per sempre, alla modernità.
3)Il nostro territorio si gioca ora la carta “pesante” di Hubcultura.
Si sta facendo tutto nonostante che le infrastrutture e servizi non aiutano dappertutto la mobilità e non danno forza all’appeal di muoversi nella nostra straordinaria realtà regionale di luoghi di interesse artistico, culturale e paesaggistico (dove bisognerà pure che si soggiorni più tempo …). Bisogna rafforzare tutta la rete turistica con investimenti produttivi, programmati e realizzati in tempi coerenti.
Dobbiamo portare avanti un progetto di sviluppo che non sacrifica o non accosta le opportunità ai momenti elettorali. Siamo alle elezioni e le chiacchere e il risentimento sono il mezzo e lo stato d’animo che più minacciano un ragionamento ordinato, civile, veritiero. Aldo Grasso ce l’ha spiegato perfettamente sul Corsera.
*: ex senatore