(ph. e video di Enzo Lacopo)
di Francesca Cusumano
LOCRI- “Riaccendiamo la speranza nel nome di Francesco Fortugno”: è stato questo lo slogan che ha caratterizzato la manifestazione odierna per ricordare a ben otto anni dalla scomparsa, il vicepresidente del Consiglio regionale, vittima del tragico assassinio verificatosi il 16 ottobre del 2005 di fronte Palazzo Nieddu nel corso delle elezioni primarie del centrosinistra.
Una cerimonia che ogni anno la Città di Locri ripropone, il cui tema scelto non a a caso quest’anno, invita le giovani generazioni a lottare per un futuro di riscatto, per una Calabria migliore nel nome di Franco, vittima innocente di un efferato delitto che ha segnato in maniera indelebile non solo la vita della sua famiglia ma dell’intera comunità. A testimoniare la propria vicinanza alla famiglia Fortugno numerose istituzioni locali, provinciali e regionali, nonchè rappresentanti militari, della magistratura e religiose; alcuni messaggi istituzionali pervenuti anche dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dal comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, generale di Corpo d’Armata Leonardo Gallitelli e dall’ex premier Romano Prodi. In rappresentanza anche alcune scuole: l’Istituto Comprensivo De Amicis- Maresca, l’Istituto Magistrale ed il Liceo classico Ivo Oliveti di Locri, l’Ipsia di Locri e Siderno, la scuola media di Caulonia e l’Istituto d’Istruzione Superiore Piria di Rosarno.
Un cambio di programma ha interessato i componenti della “Tavola Rotonda” intervenuti nel dibattito avuto luogo al Pala Cultura che, inizialmente aveva previsto la partecipazione di Marco Minniti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Franco Roberti, procuratore nazionale antimafia e Federico Cafiero De Raho, procuratore della Repubblica di Reggio Calabria. A fare le loro veci, il procuratore della Repubblica di Locri Luigi D’Alessio, l’assessore provinciale alla Cultura e alla Legalità Eduardo Lamberti Castronuovo, il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Talarico. L’incontro-dibattito inoltre, non è stato moderato come anticipato inizialmente, da Roberto Galullo, giornalista de “Il Sole 24 ore”, ma dal giornalista calabrese, Giampaolo Latella che in maniera distinta ha introdotto i lavori, spiegando (al termine della proiezione del video realizzato da Leo Cariati, che ha ripercorso quanto accaduto 8 anni fa, paragonando tale gravoso atto di sangue a quello di Aldo Moro e di quanto a distanza di tanti anni un velo di tristezza continua ad aleggiare a causa di interrogativi ancora senza risposta ), come per via di sopraggiunti impegni lavorativi con i massimi rappresentanti dell’antimafia, Roberto, Cafiero e Minniti non hanno potuto presenziare alla discussione di questa mattina senza però impedire a Cafiero di prender parte alla deposizione della corona di fiori al Palazzo Nieddu delle 9,45 e allo stesso Minniti di partecipare alla celebrazione religiosa di questo pomeriggio nella Chiesa di Santa Caterina sul Corso Vittorio Emanuele.
Ma dicevamo del dibattito, che prima di prender forma è stato preceduto dai saluti del primo cittadino Giovanni Calabrese e dalla vedova Laganà- Fortugno. <<Oggi siamo qui- ha detto Calabrese- nel ricordo di una tragedia cui ha fatto seguito la grande reazione dei giovani. Una risposta c’è stata ma bisogna continuare a lottare per Franco, bisogna avere il coraggio di osare: questo lo dico soprattutto ai giovani, riponiamo fiducia in loro, oggi siamo qui per dire che i segnali di cambiamento ci sono stati. Pe questo, è necessario l’aiuto di tutte le Istituzioni , da parte mia e dell’Amministrazione l’ impegno che la legalità non manchi mai, le insidie sono tante, bisogna lavorare in sinergia con le Istituzioni, cittadini e magistratura. Molti problemi sociali così si risolverebbero, abbiamo bisogno di sviluppo altrimenti la nostra zona rischia di morire. Bisogna rimboccarsi le maniche. Come Amministrazione ci stringiamo alla famiglia Fortugno, con la speranza che il sacrificio di Franco sia stato monito per le future generazioni e non un sacrificio vano>>. La parola poi all’onorevole Laganà-Fortugno che ha così premesso <<Ringrazio i presenti per la partecipazione, sono trascorsi otti anni eppure la vostra presenza è la testimonianza che la memoria del sacrificio di Franco non è stato disperso. Un’ iniziativa questa, non solo per commemorarlo ma per riflettere sulla legalità, la criminalità ancora esiste. Oggi abbiamo voluto privilegiare l’ esigenza di andare avanti, cogliere non solo la gravità della situazione, ma andare avanti con la denuncia e la democrazia, strumenti che dovrebbero appartenere alla politica. Sono certa che tutta la verità sulla morte di mio marito non sia ancora trapelata, andare oltre avrebbe voluto dire scoprire una realtà troppo pericolosa. Bisogna riaccendere la speranza di un nuovo avvenire per la Calabria nel nome di Franco. Oggi, tocca a voi giovani andare avanti con spirito di responsabilità senza cedere alle lusinghe del potere>>.
DIBATTITO
Al dare via al dibattito la domanda posta da Latella sull’attuale realtà sociale dei giovani ed il primo ad intervenire è stato il procuratore della Repubblica di Locri, Luigi D’Alessio che rimarcando quanto sia fondamentale la presenza dello Stato oggi, ha dichiarato di essere la persona meno indicata, l’”ultima ruota del carro” per fare questa valutazione << Visto che sono qui da pochi mesi, posso fare però una manifestazione di intenti e dire ai giovani che riaccendere la speranza non nasce da una realtà giudiziaria. Provengo dalla Campania, una terra piena di contraddizioni, non si può fare una descrizione monolitica, anche la Calabria infatti non ha un’unica realtà, la costa ionica ad esempio, soffre dell’ isolamento geografico dei riflettori spenti da decenni, una problematica che si aggiunge alle altre. La ‘ndrangheta è rimasta un fenomeno sottovalutato, inesplorato, quasi misconosciuto, con il delitto Fortugno forse si è iniziato ad aprire gli occhi su questo fenomeno ma non è con questo che riaccendiamo il futuro, non è la giurisdizione che determina un salto di qualità, l’ omicidio di Fortugno è stato un salto nell’ abisso>>. Da qui l’ invito alle scuole ed ai giovani a visitare gli uffici giudiziari <<La mia porta- ha proseguito- è sempre aperta, è importante sentire la vicinanza della popolazione civile, gli uffici giudiziari non sono realtà astratte finalizzate a colpire solo i cittadini >>. E poi utilizzando la simbologia degli sbarchi e di tutti gli immigrati alla ricerca della salvezza, D’Alessio ha esortato i giovani a chiamare in raccolta lo Stato, ma soprattutto di nuotare cercando di essere loro i protagonisti della loro esistenza << Combattete, nuotate per salvare voi stessi e la Regione Calabria, pretendendo che le Istituzioni vengano in vostro aiuto, solo così si sconfiggerà la criminalità organizzata e si contribuirà ad una generazione migliore>>.
La parola poi all’assessore provinciale Lamberti Castronuovo, che ha illustrato come la Provincia si sia dotata di alcuni mezzi a favore della legalità, tra i quali un piano di un controllo delle pratiche della Pubblica Amministrazione, il cosiddetto protocollo “Sciamano” perchè <<La politica-ha chiosato- deve fare i fatti>>; tra gli altri espedienti utilizzati, anche il coraggio amministrativo <<Per esempio- il messaggio che abbiamo trasmesso con l’esposizione dei quadri confiscati alla ‘ndrangheta, mediante la mostra “Arte torna arte” al Museo di Reggio Calabria, riconsegnandoli alla pubblica fruizione. Dobbiamo puntare sulla concretezza delle cose perchè non si parli di cultura in termini di spesa effimera, le istigazioni al delinquere si combattono solo con il buon vivere civile. Da imprenditore, invito i giovani a pretendere di rimanere in Calabria, i migliori professionisti sono i calabresi, i calabresi non conoscono la loro terra e se non la conoscono non la possano propagandare, la Calabria dispone di tanti valori. L’ imprenditoria calabrese esiste, le giovani generazioni devono scegliere da che parte stare, sono sicuro sceglieranno la Calabria>>.
Le conclusioni al presidente del Consiglio regionale Francesco Talarico << Non è facile fare politica oggi per via della crisi economica che ha investito le famiglie, il grado di fiducia che avvertiamo dalla gente è labile e questo rapporto va riallacciato, evitando gli scontri, oramai si scende troppo sul personale, ci sono meno ideali di partito. La politica deve riacquistare quel ruolo nobile che le appartiene, il suo ruolo è fare liste di persone perbene mentre gli elettori possiedono l’ arma del voto. La ‘ndrangheta è stata sottovalutata nel corso degli anni, si pensava fosse solo un fenomeno calabrese, invece è diventata un fenomeno internazionale. Non è giusto che una terra così bella, ricca di intelligenza e realtà imprenditoriali, venga abbandonata: ai giovani, rivolgo un messaggio di ottimismo, devono rimanere qui senza denigrare la nostra terra; in Calabria, ci sono le condizioni per rimanervi spendendo bene le risorse pubbliche e costruendo occasioni di lavoro. Ai giovani dico di avere speranza, guardardo questa Regione con il volto dell’ amore>>.
Ai vari interventi che si sono succeduti, anche quello del presidente del Tribunale di Locri Bruno Muscolo, una riflessione la sua, relativa al titolo della manifestazione <<La speranza- ha sostenuto- da quando si è verificato questo crudo delitto, è stata alimentata, ciascuno ha fatto la sua parte a partire dalla magistratura. L idea che bisogna portare avanti è che ferite come l’uccisione di Fortugno e Congiusta, sono ferite che riguardano la comunità; questo anniversario ha un’impronta positiva perchè dopo la morte di Fortugno, il nostro territorio non è più quello di otto anni fa. Tutti i cittadini hanno la consapevolezza che tutte le istituzioni lavorano, episodi del genere non si verificano più. Il mio auspicio è che si continui ad operare in questo senso>>.
A chiudera la mattinata, lo spettacolo teatrale “Nomi, cognomi e infami” dell’attore Giulio Cavalli, attore che da anni vive sotto scorta, impegnato sul fronte della legalità e che nonostante le intimidazioni subite continua a portare avanti.
Prima della celebrazione ad opera di Don Pino De Masi della Santa Messa alle 15, 45 , la giornata è continuata con la posa di una corona di fiori al Cimitero di Locri sulla tomba di Franco Fortugno.
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