di Adelina B. Scorda
BIANCO – Chiare e precise le richieste che maturano in seno all’assise consiliare aperta che ha nuovamente acceso a Bianco i riflettori sulla discarica di Casignana. Ore di concertazione che hanno portato all’unica, e probabilmente sola, conclusione possibile, rigettare in toto non solo il progetto d’ampliamento ma anche le richieste di Gualtieri.
Un progetto che ha radici nel 2009 e che per il quale furono stanziati nel 2011 quattro milioni di euro. Secondo quanto stabilito dal dipartimento ambientale, infatti, il sito raggiungerà una capienza massima di 500 mila metri cubi per il quale si prevede anche la realizzazione di una terra armata di 30 metri contornante l’invaso contenente i rifiuti. Le posizioni dell’esecutivo bianchese, indurite rispetto all’ultima assemblea pubblica tenutasi a marzo scorso, hanno ribadito il no perentorio al nuovo progetto. Sentimento argomentato negli svariati interventi e riassunto nelle battute finali dal sindaco Scordino: “Noi come amministrazione comunale e come cittadini di Bianco, vogliamo la bonifica integrale e definitiva del sito e il trasferimento dei fondi stanziati per l’ampliamento della discarica di Casignana sul progetto porta a porta a sostegno dei comuni, non sotto forma di finanziamenti a pioggia ma attraverso la creazione di un sistema integrato e trasparente che ci consenta la realizzazione del progetto”. Richiesta legittimata dalla direttiva UE n. 31 sulle discariche, la quale stabilisce che i rifiuti da collocarvi devono essere trattati in precedenza, ossia devono subire alcuni “processi fisici, termici, chimici, o biologici, inclusa la cernita, che modificano le caratteristiche dei rifiuti allo scopo di ridurne il volume o la natura pericolosa e di facilitarne il trasporto o favorirne il recupero. Dichiarazioni sostenute anche dal presidente di Assocomuni Giuseppe Strangio: “Mi auguro – ha detto – che da questo consiglio nasca una proposta che possa essere sostenuta dai comuni stessi per poi essere trasportata in provincia e alla regione per essere seriamente ascoltata”.
Una preoccupazione che verte innanzitutto sui possibili danni ambientali che un ampliamento della discarica apporterebbe e non secondariamente i conseguenti danni alla salute pubblica. Inoltre aumentare la superficie del sito sino ad una capienza di 500 mila metri cubi, insinua il legittimo dubbio che la discarica non sia solo più a servizio dei comuni dell’area sud della Locride, ma anche di aree in difficoltà di smaltimento. Possibilità, anche questa che non va giù ai cittadini di Bianco, forse i più danneggiati dalla presenza del sito, “Noi la discarica l’abbiamo subita – dichiara Sinopoli – definirla, poi, discarica di Casignana è un falso storico perché di fatto ce l’abbiamo noi, è a Bianco che finisce il percolato in caso di fuoriuscite è da Bianco che passano quasi tutti gli auto compattatori, e Bianco adesso, non può fare altro che opporsi al suo ampliamento e all’insensata spesa di denaro pubblico per sistemi arcaici e obsoleti come le discariche “ tale e quale”. Grandi quantità di rifiuti conferiti in discarica creano, infatti, due problemi di fondo: la saturazione del sito in tempi molto più brevi, cosa tra l’altro accaduta e l’ovvia difficoltà di controllare i materiali conferiti in discarica. Posizioni ampiamente condivisi anche dal comitato “no discarica di Casignana” che ha comunque puntato il dito sulla necessità di monitorare costantemente il sito.
In conclusione dell’assise, che ha rispettato il consueto iter consiliare, la proposta verbalizzata e votata all’unanimità dall’amministrazione: “Il consiglio comunale si dichiara contrario all’ampliamento della discarica di Casignana anche come discarica di servizio. Richiede il trasferimento dei fondi stanziati per l’ampliamento alla realizzazione di una bonifica integrale e definitiva del sito e al sostegno del progetto differenziata “porta a porta”. La tutela del nostro territorio – conclude Scordino – oggi ha la priorità assoluta, ma per far ascoltare le nostre richieste è necessaria soprattutto la partecipazione dei cittadini, una massa d’urto compatta – dice – contro la Regione perché da soli non riusciremo a ottenere nulla”.