Un viaggio lungo trent’anni, tra le stanze dei bottoni di una Calabria sempre più gattopardesca, fino a quei “perchè” disvelati che squarciano il velo dell’ufficialità.
“Potere e poteri. Il backstage della politica calabrese” (2016, Pellegrini editore) del giornalista cosentino Attilio Sabato è tutto questo: un avvincente saggio tra retroscena e aneddoti, tra leader e meteore, tra cambi di casacche e opportunismi machiavellici.
Un libro che si legge tutto d’un fiato e inizia nel ’92, l’anno in cui cominciavano a sgretolarsi i principali partiti tradizionali travolti dall’onda di “Mani Pulite”, e arriva ai giorni nostri, rivelando i trascorsi e gli episodi chiave della carriera politica dei leader che furono, di quelli attuali e forse anche di quelli che saranno.
Una storia di parabole caratterizzate da una lunga fase apicale e con un epilogo spesso triste, come la solitudine amara, metafora del potere, di Riccardo Misasi, potente ministro democristiano che faceva fare ore di anticamera perfino a Romano Prodi.
O allegre, come le cene nella “cantinella” di Pierino Buffone dalla quale mezza classe dirigente nazionale passò volentieri.
E via andare. Da Cecchino Principe, che provò a indagare sull’eccessivo numero di dipendenti della Regione, a Roberto Occhiuto, i cui destini politici entrarono spesso in collisione con quelli dei fratelli Gentile, passando per i giornalisti come Pino Nano, corteggiato nel ’93 da Forza Italia e dieci anni dopo dal centrosinistra come possibile candidato alla presidenza della Regione, o Nuccio Fava, sconfitto da Chiaravalloti nel 2000.
Tra il ribaltone che portò in sella Gigi Meduri alla consiliatura difficile del “gaudente” Chiaravalloti, fino ai tanti “tagliandi per la maggioranza” che diedero la stura a quella che appare come una consuetudine (specie tra gli esecutivi di centrosinistra), ovvero il ricorso ai rimpasti di giunta.
Dalla presidenza Scopelliti, preceduta dal triste presagio dell’ex sindaco del “modello Reggio” che prima di ufficiare la propria candidatura, disse che “Da presidente della Regione non ne è mai sopravvissuto uno politicamente” fino al voltafaccia di buona parte del centrodestra locrese a Wanda Ferro, che nella campagna elettorale del 2014, da candidata alla presidenza, trovò ad accoglierla una decina di persone, tra cui sei candidati consiglieri.
Da Giacomo Mancini che si fece eleggere sindaco dopo aver sdoganato la destra cosentina, a Carletto Guccione, più volte “guastatore” nelle varie giunte di centrosinistra, che viene fatto fuori proprio nell’unica esperienza da assessore regionale dopo aver mostrato cieca fedeltà al presidente Oliverio.
Un libro per saperne di più su una politica calabrese in cui spesso nulla è come appare, frutto del paziente lavoro di sbobinamento di vecchie cassette VHS fatte girare su videoregistratori cigolanti e gli appunti di una carriera ultratrentennale dell’autore, che attualmente dirige la redazione di Tele Europa Network.
“Potere e poteri. Il backstage della politica calabrese” sarà presentato oggi, martedì 23 gennaio alle 18 nello spazio culturale “MAG. La Ladra di libri” di corso Garibaldi, 281 a Siderno.
Gianluca Albanese dialogherà con l’autore. Relazionerà Federica Roccisano.