di Gianluca Albanese
LOCRI – Il 4 marzo si vota per le elezioni politiche, lo sappiamo; ma a maggio a Locri si voterà anche per il rinnovo del consiglio comunale. I due appuntamenti elettorali non sono affatto disgiunti tra loro; anzi, sono intimamente collegati, e un quadro definitivo di quello che sarà l’assetto che concorrerà alle Comunali di maggio si avrà solo dopo che saranno chiarite, a giorni, le candidature al Parlamento.
A Locri, intanto, qualcosa si muove, almeno dallo scorso mese di ottobre, come questa testata aveva già tempestivamente evidenziato nei mesi scorsi.
Al momento, sono poche le certezze e molte le incognite, ma di sicuro si sta componendo un fronte alternativo all’attuale maggioranza consiliare, che intende concorrere con buone possibilità di elezione, alla contesa amministrativa.
Proprio così, c’è un gruppo che se da un lato non intende esporsi ufficialmente, dall’altro, continua a tessere trattative con tutte le forze alternative all’attuale maggioranza per comporre quella che sembra delinearsi come una vera e propria grosse koalition diversa dall’attuale esecutivo guidato dal sindaco Giovanni Calabrese e dal suo potente vice Raffaele Sainato.
Un’aggregazione civica, insomma, forse politicamente disomogenea, in cui c’è spazio per il centrodestra rappresentato dall’ex sindaco Francesco Macrì e dall’ex presidente del consiglio comunale Enzo Carabetta, che insieme ad alcuni fedelissimi, starebbero dialogando con pezzi del Pd cittadino e con settori del mondo delle professioni e delle realtà associative più rappresentative.
Al momento non c’è notizia del programma e del candidato sindaco, ma di sicuro c’è voglia di un’altra Locri possibile, anche a costo di unire chi, dal punto di vista ideologico, appare ad oggi distante.
Già, perché se è vero che il circolo cittadino del Pd non si sbilancia, almeno al momento, pezzi dei democratici fedeli alla linea del leader provinciale Sebi Romeo, starebbero dialogando con questa aggregazione civica allargata, che avrebbe tentato abboccamenti anche con realtà associative riconducibili all’area di centrosinistra come LocRinasce e Libera Polis.
Se sono rose, fioriranno, ma sono molte le incognite ancora da fugare, e che si riferiscono a soggetti attualmente coinvolti in pieno in questa fase che precede la composizione delle liste per le elezioni politiche del 4 marzo.
Non ci sono notizie, al momento, di ipotesi di alleanze per i giovani alternativi di #locri2018, che al momento sarebbero ancora un’aggregazione di “duri e puri” che alienano ogni compromesso e che sono disposti a tentare la corsa solitaria alle consultazioni amministrative di maggio.
Idem per LocRinasce, il movimento che all’apice vede Roberto Filippone, Raffaele Ferraro, e l’ex parlamentare Pepè Lombardo, si guarda bene dallo sbilanciarsi in chiave amministrative di maggio, e continua a tenere incontri di approfondimento tematico che vedono la partecipazione di figure apicali del Pd calabrese. Quest’ultimo, sta vivendo una delle fasi più critiche della sua giovane vita, tanto che alcuni sondaggi prima delle Politiche darebbero il partito con a capo il segretario regionale Ernesto Magorno sotto il 15% dei suffragi, un vero e proprio tracollo, se dovesse essere confermato dal responso delle urne.
E allora, se il Pd vuole ambire a essere rappresentato in consiglio comunale, meglio pensare a una coalizione più ampia, in cui, al massimo, si riesca a eleggere uno-due consiglieri capaci di rappresentare nel civico consesso che verrà i maggiorenti del Pd reggino.
E la maggioranza uscente?
Al momento appare compatta e decisa a ricandidarsi in blocco, con l’incognita di alcune figure come l’assessore alle Attività Produttive Anna Baldessarro e alla consigliera comunale Anna Mollica, che dovrebbero sciogliere alcune riserve.
E poi c’è l’enigma Sainato. L’attuale vice sindaco, che assomma sulla sua persona tre deleghe pesantissime come Personale, Bilancio e Ambiente, tanto da apparire come il vero “dominus” dell’attuale amministrazione, appare intenzionato a ricandidarsi con la maggioranza uscente, portando in dote i suoi assessori “fedelissimi”. Però…però Sainato, vecchia volpe di estrazione democristiana, si tiene costantemente informato sui movimenti dei suoi avversari, e sembra valutare fino all’ultimo l’ipotesi di ricandidarsi con la coalizione uscente o ritentare, dopo il terzo posto ottenuto nel 2011, l’avventura di una candidatura in prima persona a sindaco.
Risulta evidente, a oggi, che se i poli in competizione dovessero essere due, Sainato non esiterebbe a candidarsi con la maggioranza uscente; diversamente, se si dovesse assistere a una balcanizzazione dell’attuale quadro politico cittadino, potrebbe tentare, anche sulla scorta di ragionamenti meramente aritmetici, la corsa solitaria, conscio che in questo caso avrebbe maggiori chance di elezione sullo scranno più alto di palazzo Spinola, magari col placet dell’attuale leadership regionale di Forza Italia, movimento al quale Sainato si è riavvicinato di recente.