DI SEGUITO LA NOTA STAMPA DEL SINDACO DI GIOIOSA JONICA SALVATORE FUDA
GIOIOSA JONICA- L’approvazione da parte della Giunta comunale (deliberazione n. 71 del 17 ottobre 2013) del progetto S.P.R.A.R. (richiedenti asilo) per il triennio 2014 – 2016, non è soltanto una semplice richiesta di finanziamento, ma rappresenta il raggiungimento di un importante obbiettivo politico fissato nelle linee di mandato della consiliatura.
Tutto il mondo si è indignato davanti all’immane e recente tragedia di Lampedusa.
In quei giorni, il “vergogna” di Papa Francesco e il suo appello di “aprire le porte”, hanno suonato come un durissimo monito all’Europa e al mondo occidentale rispetto alle politiche adottate sui fenomeni migratori.
Una legislazione assurda, prima fra tutte la Bossi – Fini, che impone la violenza dell’uomo sull’uomo: come definire se non barbarie per esempio il fatto che la legge impedisce ai pescatori di soccorrere un migrante che sta annegando in mare, in quanto, in quel contesto, l’atto di impedire che una vita umana si spenga, si configura come reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Spesso tuttavia non basta il sacrificio di migliaia di donne, uomini e bambini che in questi anni, per sfuggire da persecuzioni, guerre e carestie hanno perso la vita nel canale di Sicilia, a rafforzare i valori di solidarietà umana e di accoglienza: spenti i riflettori del circo mediatico, la polvere torna sempre sotto il tappeto.
Gioiosa vuole sul serio dare una mano.
Il Consiglio comunale, massimo organo rappresentativo della comunità, nella seduta del 11 ottobre scorso, ha deliberato all’unanimità uno straordinario documento politico.
Non si tratta del solito documento carico di pietismo di circostanza, ma di un atto con cui l’intero Consiglio si assume delle responsabilità politiche specifiche in materia di accoglienza, ed impegna (nella sua funzione di indirizzo) il sindaco e la Giunta a porre in essere gli atti amministrativi necessari per rendere concreta la scelta politica di far diventare Gioiosa “paese dell’accoglienza”, così come hanno già fatto tantissimi comuni italiani e della Locride.
Oggi possiamo dire di aver dato seguito all’indirizzo politico del Consiglio, avendo compiuto dei primi ma significativi passi in avanti rispetto alla questione, muovendoci in due direzioni: da un lato l’approvazione in Giunta del progetto S.P.R.A.R., che se ammesso a finanziamento partirà dal 1 gennaio 2014; e dall’altro la manifestazione di volontà di dare una mano sin da subito all’emergenza di questi giorni, attraverso una nota ufficiale, a firma del sottoscritto, inviata al sindaco di Riace (comune che da anni è impegnato in progetti di accoglienza dentro il circuito dello S.P.R.A.R.), in cui si manifesta la disponibilità di ospitare sul territorio comunale i richiedenti asilo e le relative attività connesse all’accoglienza, nel caso in cui avesse richiesta e necessità di allargare il suo progetto S.P.R.A.R.
Riteniamo inoltre, che queste azioni possano avere, favorendo la nascita di un modello microeconomico solidale, delle interessanti e positive, seppur piccole, ricadute sul tessuto economico della comunità gioiosana.
Siamo coscienti del fatto che quella dell’accoglienza è prima di tutto una impegnativa e non facile sfida culturale, politica e sociale.
Ma è una sfida necessaria per la nostra comunità, da affrontare tutti insieme (forze politiche, associazioni, parrocchie, singoli, ecc.).
Una sfida per la sua crescita in termini valoriali rispetto alla solidarietà umana e alla capacità di superare la paura della diversità.
Una sfida da affrontare tenendo sempre in mente quel bellissimo art. 3 della Costituzione Italiana e i dettami della “Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo”, che, se fossero materialmente attuati, ci permetterebbero di vivere in un mondo molto diverso, meno carico di odio e di guerre.
Con questo impegno concreto, e con la consapevolezza che si tratterà di una prova importante ed impegnativa per la tutta la comunità gioiosana, in quanto bisognerà accogliere donne e uomini che spesso portano con se dei vissuti drammatici e problematici, siamo pronti a fare la nostra parte per contribuire alla costruzione e alla diffusione della cultura dell’accoglienza e della pace tra i popoli.