di Gianluca Albanese
LOCRI – Non condivisione del metodo scelto dall’ex sindaco Lombardo e dall’ex assessore Monteleone, che hanno chiesto le loro indennità di funzione per il periodo in cui hanno amministrato senza informare preventivamente il movimento politico di appartenenza e monito affinché «siffatti deficit di informazione e comunicazione non si ripetano più in futuro» che diventa quasi “messa in mora” nel momento in cui s’invitano i due ex amministratori a discuterne al più presto davanti al direttivo di LocRinasce.
Sono questi i due significati fondamentali della nota stampa diffusa dal direttivo di LocRinasce nelle primissime ore di oggi.
Al fine di comprendere la portata storica di questa decisione, vale la pena compiere alcune riflessioni.
Parlare di “giovani turchi” che si ribellano all’anziano leader appare, ad oggi, una forzatura. Certo è che è la prima volta che una scelta fatta da Pepè Lombardo viene messa in discussione. Pubblicamente. Nero su bianco. Questo non significa, dunque, che c’è chi vuole minare l’unità del movimento, ma l’importanza del momento che sta vivendo LocRinasce sta nella crescita della democrazia interna, della dialettica, che rende il movimento meno “a base carismatica” e più democratico. E non è poco.
Sulla forte leadership di Lombardo se sono dette tante e si sono spesi fiumi d’inchiostro. Del suo essere abile tessitore di accordi e scelte sempre condivise, guida autorevole senza bisogno di essere autoritaria. Padre-padrone per i detrattori del movimento, padre nobile per i suoi estimatori. Oggi, si trova a fare i conti con un fatto inedito, una manifestazione di dissenso interna che solo il tempo dimostrerà se si tratta di un incidente di percorso o del segno di qualcosa di più importante nei rapporti di forza all’interno di LocRinasce.
Segnali interessanti, in questo senso, potranno giungere dall’elezione del nuovo coordinamento direttivo, visto che l’attuale, con a capo il giovane avvocato Pietro Parrotta, è vicino alla scadenza naturale del suo mandato.
Una riflessione a parte, però, va fatta guardando gli eventi degli ultimi giorni da una prospettiva diversa da quella della sede di contrada Riposo. Nella precedente giunta, composta da chi oggi chiede il pagamento delle indennità di funzione (dopo averne deciso, a suo tempo, la sospensione), LocRinasce era presente per i 2/6, sindaco compreso. L’ex presidente del consiglio comunale Antonio Cavo va escluso da questo ragionamento perché ha subito detto pubblicamente che non vuole chiedere la corresponsione delle vecchie indennità di carica.
Ora, con tutto il clamore che le richieste protocollate in Comune da Lombardo, Monteleone, Ratuis, Gelonese, Dattilo e, in precedenza, Galasso, ha suscitato in città, LocRinasce è stato l’unico movimento che ha sentito l’esigenza di discuterne al proprio interno e prendere una decisione pubblica, non senza correre il rischio di qualche risvolto non indolore. Gli altri soggetti rappresentati nell’esecutivo in carica dal maggio del 2011 al novembre del 2012, invece, sono rimasti in silenzio.
E’ rimasto in silenzio il circolo cittadino del Pd, partito in cui milita l’ex vicesindaco Aldo Dattilo, ha taciuto il comitato civico in cui milita Francesco Galasso, e non si è espresso nemmeno il camaleontico gruppo che fa capo all’ex sindaco Carmine Barbaro, rappresentato nella vecchia giunta da Ratuis e Gelonese. Un silenzio fortemente indicativo della effettiva presenza politica e democratica nel territorio. Perché le richieste degli ex amministratori non sono fatti personali di Lombardo, Monteleone, Ratuis, Galasso, Gelonese e Dattilo. Sono fatti dei cittadini di Locri.