di Antonella Scabellone
SIDERNO-Sensibilizzare le giovani generazioni alla cultura della legalità, facendo loro comprendere il significato dei comportamenti devianti, come il bullismo e il cyberbullismo, il disvalore degli stessi e le conseguenze che possono derivarne. Con questo obiettivo nasce la quarta edizione del progetto “Ciak….Un processo simulato per evitare un vero processo”a cui l’Ipsia di Siderno, insieme ad altre 80 scuole calabresi, ha aderito.
Dopo un intenso periodo di formazione durato alcuni mesi, venticinque studenti frequentanti l’Istituto Professionale di Siderno si ritroveranno,sabato 17 marzo, nell’aula collegiale del Tribunale penale di Locri per simulare un processo.
Il progetto è organizzato dal Centro Calabrese di Solidarietà, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico regionale della Calabria e il Tribunale dei Minori di Catanzaro.
Gli studenti, nelle vesti di giudici, avvocati, imputati, persona offesa, testimoni, cancellieri, ufficiali giudiziari, diventeranno per alcune ore i protagonisti di un processo penale inerente la tematica del cyberbullismo, recitando un copione dal titolo “LA TAVERNETTA”.
E in previsione di ciò sabato 3 marzo, nell’aula magna dell’istituto, si è tenuto un incontro formativo a cui hanno partecipato tre giudici del Tribunale per i minorenni di Catanzaro: Roberta Mallamaci, Annunziata Campolo e Nicola Giordano.
Nel corso dell’incontro i giudici, che sono stati introdotti dal DS Gaetano Pedullà, hanno spiegato ai ragazzi l’organizzazione della giustizia minorile, e del processo in particolare, soffermandosi sulla funzione rieducativa della pena e sull’ istituto della messa alla prova che, sperimentato nei vari tribunali italiani, sta dando buoni risultati.
Studiare, segnalare le ingiustizie, aiutare chi è in difficoltà, sono alcuni dei moniti che i relatori hanno lanciato agli studenti, a cui hanno spiegato che l’ “infamia”, parola spesso impropriamente usata, non consiste nel denunciare un reato ma nel rendersi complici delle malefatte altrui scegliendo di stare in silenzio. Perchè coprire un amico che sbaglia significa contribuire a farne domani un potenziale delinquente.
Ampio spazio poi anche alla recente legge sul cyberbullismo approvata dal Parlamento lo scorso anno con la quale, per la prima volta, il legislatore ha preso una posizione precisa su un fenomeno dilagante tra i giovani, specie adolescenti di età compresa tra i 12 e i 17 anni. I giudici hanno spiegato come sia stato rafforzando il ruolo della scuola, non solo in chiave preventiva, ma anche risolutiva del fenomeno. Tra i professori dovrà infatti essere individuato un referente per il bullismo e il cyberbullismo (di cui l’Ipsia di Siderno è già dotato nella persona della prof.ssa Rita Commisso), mentre al preside spetterà informare subito le famiglie dei minori coinvolti in atti di bullismo e adottare sanzioni e percorsi rieducativi. Ai singoli istituti è inoltre demandata l’educazione alla legalità e all’uso consapevole di internet. Tra le novità introdotte dalla legge anche l’ammonimento del questore che si è già rilevato uno strumento efficace per il reato di stalking.