(ph.Enzo Lacopo)
di Walter De Fiores
BENESTARE – “Legalità e sviluppo per la Locride”, è stato questo il tema del convegno che ha avuto luogo questo pomeriggio. ideato da Domenico Musolino (fratello di Antonio, vittima di mafia) ed organizzato dal CIDS (Comitato Interprovinciale per il Diritto alla Sicurezza) e dal Comune di Benestare.
L’intento della manifestazione è stato quello di coinvolgere i cittadini dell’intera Locride e delle istituzioni, al fine di esortare a quell’impegno tanto richiesto e dovuto per garantire la legalità ed il progresso economico nel nostro territorio, ma tutto ciò nel ricordo di Antonio Musolino. Antonio era un imprenditore poco più che 50enne quando la mafia lo uccise il 31 Ottobre del 1999 all’interno della sua piccola fabbrica, mentre lavorava instancabilmente.
Oggi lo si ricorda con quell’emozione, quella sensibilità d’animo, ma anche quella giusta rabbia necessaria per dire basta ad ogni forma di criminalità organizzata. Non è un caso che lo si faccia proprio a Benestare, dove gli atti intimidatori e la mentalità derivante da quella mafiosa si è pian piano diffusa, senza però intimorire più di tanto la popolazione e la sua Amministrazione Comunale, convinta e determinata nel combattere, nel resiste e nello stroncare definitivamente questo male che affligge la cittadina al centro della Locride.
L’inizio del convegno, tenutosi nella piazza-anfiteatro antistante la scuola elementare davanti ad una discreta cornice di pubblico, è segnato dall’introduzione del giornalista Pietro Melia che ha coordinato il convegno per tutta la sua durata. Parole che hanno voluto ricordare “Totò” Musolino come uomo prima che come imprenditore.
Commosse e sentite frasi, da parte del moderatore Melia, hanno introdotto il primo intervento, quello dell’instancabile presidente del CIDS, Demetrio Costantino. Il quale subito dichiara che non basta ricordare Totò e tutte le vittime di mafia, se prima non si esortano verso l’impegno tutte le forme istituzionali che «devono contrastare la presenza della ndrangheta nella nostra terra». «Rispetto per le forze dell’ordine- dichiara Costantino – ma non dimentico che le forze dell’ordine di quel tempo ebbero insipienza, non si impegnarono a fondo e come a loro compete, per fare chiarezza su questa vicenda che ancora oggi resta buia».
Con profonda indignazione, il presidente del CIDS, ha aggiunto che: «non bisogna tacere, ma parlarne con le istituzioni, senza alcun timore. La paura non può affliggere le nostre coscienze, altrimenti i cittadini della Locride, le vittime come l’imprenditore Musolino e le loro famiglie, non avranno mai giustizia».
Segue all’intervento di Demetrio Costantino la relazione del Sindaco di Benestare, Rosario Rocca. «Essere qui oggi vuole significare che questa non è solo la causa della famiglia Musolino o del fratello che ha voluto dare vita a questo convegno – dichiara subito Rocca – ma è la causa di tutti, cittadini perbene della Calabria». «Credo nell’onestà dei miei conterranei e dei cittadini di questa terra, ed è per loro che ho deciso di ritirare le mie dimissioni da Sindaco qualche giorno fa». «Amministrare è bello – continua Rocca – ma ogni amministrazione vive quelle sofferenze presenti nei territori che, spesso e troppe volte, sfuggono alle istituzioni». Si sofferma doverosamente nel ricordare l’imprenditore Musolino: «Totò Musolino è morto più volte, muore ogni volta che la sua famiglia chiede risposte allo Stato, il quale puntualmente nega».
Il primo cittadino non si tira indietro neanche nell’addossare le responsabilità ai giornalisti che descrivono la Locride come terra di ‘ndrangheta: «questa terra non può essere rappresentata da giornalisti, calabresi come tutti noi, che per scopi personali denigrano le realtà positive del nostro territorio». E’ nota la sua passione per la scuola e l’istruzione pubblica, infatti il Sindaco continua nel suo discorso affermando che: «la ‘ndrangheta si contrasta con la scuola pubblica, togliendo i ragazzi dalla strada, attraverso un tempo pieno ed una sana educazione civile e alla legalità. Lo Stato deve essere più vicino agli studenti, a quelli che entrano a 5 anni nel mondo scolastico, sino a quelli che con molte difficoltà, oggi più che mai economiche, si impegnano per conseguire una laurea».
E poi «Lo Stato perde ogni qualvolta non dà forza alla scuola ed al lavoro, facendo vincere la ‘ndrangheta” e “non possiamo più accettare che la mafia consumi vite e sparga sangue senza pagare nessun prezz»” – queste sono state le parole più forti della relazione del primo cittadino benestarese.
Sarebbero dovuti essere presenti anche i deputati Magorno (PD) e Aiello (SEL), il primo per impegni istituzionali ha dovuto lasciare anzitempo Benestare, senza nemmeno presenziare al convegno; il secondo per motivi di salute non ha potuto partecipare all’iniziativa.
Unico parlamentare, il Senatore Caridi (PDL), il quale prende la parola e subito si scaglia in un breve rimprovero al Sindaco Rocca, affermando: «quando parli di politica ricordati che la politica sei anche tu». Non finisce qui, perché ad andare sotto il torchio di Caridi c’è anche la neoeletta Presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi: «esorto la Bindi a recarsi nella Locride, adesso che rappresenta una carica importante alla lotta alla mafia e non solo in campagna elettorale». Finalmente però il Senatore decide di entrare nel merito della discussione dichiarando che: «la legalità non può più essere uno spot per la Calabria, ma deve essere al centro di ogni discussione sulla nostra terra». «Serve una riforma seria sulla giustizia – conclude Caridi – per ridare coraggio ai cittadini che si nascondo ancora dietro il muro dell’omertà».
A questo punto il discorso più incisivo arriva da Maria Grazia Messineo, componente del Centro Studi Lazzati, la quale si schiera a difesa delle parole di Rosario e contro il passaggio-attacco di Caridi allo stesso Sindaco. «Un Sindaco –afferma la Messineo – non è un parlamentare, nella Locride si amministra in solitudine, a Roma no». E poi tuona: «non devono essere lasciati da soli i Sindaci come anche i magistrati che molte volte vengono, addirittura attaccati da una parte politica, la stessa parte politica che troppe volte entra in contatto con la ‘ndrangheta avvalendosi dei suoi voti negli appuntamenti elettorali, bisogna portare avanti un disegno di legge che rompa il connubio tra mafia e politica».
Ricordando Totò Musolino e dimostrando la sua vicinanza alla sua famiglia, la Messineo si sofferma anche nel ricordare Lea Garofalo, che «ha dato un grande esempio non solo a sua figlia, ma a tutti noi, facendoci capire che i calabresi non possono più soltanto commuoversi, ma adesso devono muoversi».
Tocca concludere ad Ilario Ammendolia, che pochi giorni fa è stato condannato per reato ambientale (condannato perché quando ricopriva la carica di Sindaco di Cauolonia, ha rimosso un cumulo di rifiuti davanti ad una scuola, depositandolo in un area non adatta alla discarica di rifiuti). Intervento passionale ed emotivo quello di Ammendolia che ritorna sul tema dell’iniziativa dichiarando: «le vittime di mafia sono tutte uguali, ma gli operai ed i braccianti non li ricorda mai nessuno. Non esistono categorie di vittime». «Non basta più dire siamo contro la mafia – afferma l’ex Sindaco di Cauolonia – “dobbiamo aprire quelle porte misteriose una volta per tutte».
Nella sua conclusione, asserisce Ammendolia: «la mafia è accanto al potere sennò non sarebbe mai diventata così forte come purtroppo lo è, il potere politico è stato affetto dalla mafia ed ha consentito di ridurre la nostra Calabria in questo stato che conosciamo tutti».
Si conclude il convegno con l’intervento del fratello del compianto Totò Musolino e nel suo ricordo si riaccende una fiaccola di speranza affinché trionfi la legalità in tutta la Locride.