DI SEGUITO LA NOTA STAMPA DI MARIA GRAZIA MESSINEO:
Ha ragione Franco Laratta, quando si appella al segretario nazionale Guglielmo Epifani, rilevando la scarsa trasparenza che ha contraddistinto l’intero processo congressuale e invoca “l’assoluta impraticabilità di campo”. Non solo a Cosenza, provincia di Laratta, ma anche in quella di Reggio Calabria andrebbe invalidata una competizione elettorale sfuggita al controllo della Commissione provinciale di Garanzia.
E’ accaduto che, a Siderno e in molti circoli della provincia, si è proceduto alle operazioni di voto in modo disinvolto e superficiale.
Nessun elenco di coloro che hanno partecipato e potevano partecipare alle operazioni di voto è stato redatto; come anche non ci si è premurati di acquisire la sottoscrizione con “propria firma” di coloro che hanno votato, né è avvenuta l’identificazione di questi , volta per volta, tramite documento di riconoscimento.
A tale operazione, i responsabili dei seggi hanno provveduto tramite appunto nell’elenco “da loro” redatto.
Questa è una grave irregolarità che invalida i risultati.
Non può supplire, alla mancanza di tale prova, la dichiarazione di colui che ha presieduto il seggio e ha dichiarato mediante un appunto sul nominativo iscritto che questi, identificato con nome e cognome, abbia votato!
Con tale metodo di voto ognuno, se in malafede, può inventarsi qualsiasi risultato elettorale!
E si aggiunge che diversi, tra coloro che figurano, secondo tale metodo, “votanti”, neanche sapevano di essere tesserati del PD, non avevano sottoscritto i moduli di iscrizione, né tantomeno pagato la tessera.
A Siderno, ad esempio, sono state rilasciate quietanze di pagamento senza che il pagamento effettivamente avvenisse.
Modalità discriminatorie hanno visto la segretaria avanzare richiesta di pagamento della quota solo nei confronti di “alcuni”.
Questa è la ragione per cui il circolo non presenta mai all’assemblea degli iscritti il dovuto bilancio, trascritto sul registro contabile!
Con questi metodi il PD della provincia di Reggio Calabria non è certo che abbia in amore la legalità e il cambiamento.
E’ importante ripristinare il rigore perché solo un regolamento chiaro e un controllo serio garantiscono una competizione leale e tutelano uomini e donne che, con grande nobiltà d’animo e spirito di sacrificio, si immolano per la politica, esponendosi in prima persona nelle competizioni congressuali.
Ritengo sia umanamente, prima ancora che politicamente, inaccettabile assistere a tale scempio e vedere che tante energie fresche e positive, richieste di continuo alla società, vengano “mandate al macello” da una macchina operativa “impazzita” che non rispetta alcun criterio di trasparenza.
Mi domando, tra l’altro, quale legittimazione possa avere un segretario provinciale venuto fuori da un’elezione svoltasi nel contesto più torbido, occulto e ingiusto che potesse verificarsi!