R. & P.
La ZES, la zona economica speciale della Calabria, il cui piano di sviluppo strategico è stato recentemente approvato dalla giunta regionale ed è stato annunciato con enfasi dal Presidente Oliverio, è per ora solo un iniziale importante passo verso il rilancio economico del territorio regionale.A parte,invero, che il progetto necessita ancora dell’approvazione del Governo Centrale, vi è da considerare che per convincere gli investitori stranieri a scegliere la Calabria è necessario che molti altri adempimenti vengano realizzati. Primo fra tutti lo snellimento della burocrazia regionale per ridurre i tempi di approvazione delle pratiche per gli investimenti, conformandosi ai tempi medi degli altri Paesi europei. Va altresì ridotto l’iter dei procedimenti giudiziari amministrativi mediante l’adozione di nuove norme legislative. I contenziosi giudiziari ,che inevitabilmente insorgono(per espropri, risarcimenti ecc.), rappresentano oggi,di fatto, forse il maggiore ostacolo agli investimenti nel nostro territorio.
Inoltre la ZES, così com’è stata approvata penalizza ancora una volta l’area ionica della Locride.Essa incentrata giustamente sul megastruttura portuale di Gioia Tauro, integra in realtà molti altri territori della Calabria: coinvolgendo quasi tutte le aree portuali: Vibo, Crotone, Corigliano, Villa San Giovanni e Reggio Calabria, quelle aeroportuali di Lamezia, Crotone e Reggio Calabria e quelle industriali già esistenti. Complessivamente 2.476 ettari, che saranno organizzati secondo il modello delle aree produttive ecologicamente attrezzate (Apea), in esse però non è compreso il porto esistente nella Locride,quello di Roccella, con l’annesso territorio ionico.
È la storia che si ripete. Viene ignorata ancora una volta l’area più disagiata d’Italia e si evidenzia,così, ancora una volta, la carenza di una valida tutela istituzionale di questo territorio.
LI, 5/4/18
GIUSEPPE ROMEO
FORZA ITALIA