di Gianluca Albanese
MARINA DI GIOIOSA IONICA – «Noi non vogliamo fare denunce o, men che meno, bloccare i lavori di una grande opera strategica per l’intero comprensorio e per la nostra cittadina, ma rivolgere alcune domande all’Anas».
Il candidato sindaco di “Libertà è partecipazione” Domenico Vestito ha introdotto così i lavori della conferenza stampa convocata per questa mattina nella sede del movimento, al fine di partecipare agli organi di stampa la preoccupazione per una vicenda già accennata nel corso dell’incontro svoltosi venerdì scorso e anticipato la sera stessa da Lente Locale, ovvero gli scarichi di materiale di risulta da parte delle ditte impegnate nei lavori della nuova statale 106 (microlotto Roccella-Marina di Gioiosa) sull’argine del torrente Torbido.
«L’opera deve andare sicuramente avanti – ha ribadito Vestito – perché è strategica e avvantaggia il nostro paese con ben due svincoli di cui uno in centro, ma siamo preoccupati perchè basta arrivare dalla Jonio-Tirreno per vedere questi enormi cumuli di materiale di risulta a bordo della fiumara, un corso d’acqua che rappresenta una falda acquifera per il paese e per la vicina diga sul Lordo e che, specie nei giorni di sabbia, si trasforma in fango, col rischio di tracimare nel letto della fiumara stessa».
«E’ la terza porta del paese – ha continuato il candidato sindaco – e ci sono ragioni di decoro, oltre che di sicurezza, che vanno sicuramente evidenziate, grazie agli organi di stampa, per evitare un nuovo sconcio come quello della pista ciclabile sul ponte del Torbido che secondo noi va eliminata subito».
Ha proseguito Francesco Lupis, candidato consigliere e ingegnere che ha spiegato che «Hanno abbancato oltre 100.000 metri cubi di materiale di risulta che sono in aumento e, mi domando, che ne sarà del cantiere una volta finiti i lavori?».
Quindi, Lupis ha rivolto le domande all’Anas: «Come procederà a fine lavoro? Propenderà per la rimozione tout court del materiale di risulta, per una sua compattazione o per il deflusso attraverso opere idrauliche?». E poi «Ha organizzato un piano di recupero delle zone ammalorate dal transito dei mezzi pesanti che sono stati interessati dai lavori della nuova strada? A Drosù – ha concluso – non esiste nemmeno più la strada».
La laureanda in Ingegneria Loredana Femia ha spiegato le caratteristiche tecniche del materiale di risulta. «Si tratta – ha detto la giovane candidata consigliera – di argilla a grana molto fine (inferiore a 0,02 millimetri) e ad alta permeabilità», mentre l’altro giovane candidato Giuseppe Coluccio ha ricordato che «Il materiale è abbancato in zona “R1”, ovvero ad alto rischio sismico».
Lo spirito, come ha spiegato Domenico Vestito nelle conclusioni «E’ quello di prevenire per tempo fenomeni dannosi e non piangere dopo che accadono sciagure come quella che qualche lustro fa ha colpito il camping “Le Giare” di Soverato».