ASSOCIAZIONE ESCURSIONISTICA
“Gente in Aspromonte”
FEDERAZIONE ITALIANA ESCURSIONISMO
DAL PROGRAMMA ESCURSIONI 2018
Il Pettine dell’Aspromonte
(I Crinali)
Domenica 20 maggio
I Crinale degli Dei
Itinerario Naturalistico Panoramico Storico ad anello
Una bella escursione di mezzo anello lungo il crinale degli Dei da Monte Perre, Puntone Galera, a Croce di Dio sia Lodato. Affascinati dallo straordinario spettacolo della natura che questi luoghi ci offrono, vivremo l’Aspromonte tra maestose e secolari piante di rovere, con lo sguardo che spazia sino allo Jonio ed alle cime più alte di questa meravigliosa montagna. Il crinale fa da spartiacque tra le gole della Fiumara della Valle Infernale, sulla destra, e quelle della Fiumara Aposcipo prima e Furraina dopo, sulla sinistra. Tutto il tracciato è dominato dallo stupendo panorama dell’acqua delle fiumare e dalla incantevole cornice dei monti che le circondano. E’ il più grande percorso di trekking sull’Aspromonte orientale con ambienti e luoghi di grande suggestione che da sempre hanno accolto escursionisti e appassionati della natura. Un percorso impegnativo (ma non spaventatevi, è adatto anche a escursionisti con un minimo di allenamento).
Raduno ore 9.00 sulla SS 106 nei pressi della compagnia dei Carabinieri di Bianco partenza per Monte Perre ore 9.15
Partenza escursione ore 10.00
Nota: Per motivi organizzativi:
L’Escursione di domenica 27 i Piani D’Aspromonte viene invertita con l’escursione di domenica 10 Giugno
IL CRINALE DEGLI DEI
Tempo: Ore 6.30 Località: Monte Perre
Dislivello: 1.200 slm 1.520 Comuni: Samo
Difficoltà: E. Escursionistico
Quando con passo lento si attraversa il crinale di questa montagna, la cui conformazione vista da lontano ricorda il profilo di un drago, ti vengono in mente i personaggi descritti da Corrado Alvaro in “Gente in Aspromonte”.
In uno di questi crepacci, tanto tempo fa, sono caduti morendo tre mucche gravide e due buoi già grassi da vendere alla fiera del “Crocifisso” (In questo posto in settembre si radunavano i pastori con le loro bestie da vendere, i contadini, i forgiai, i venditori di ogni cosa).
Sul bordo dell’antico sentiero, che attraversa tutto il crinale, un cumolo di pietre ricorda che in quel posto è stato ucciso un ladro di pecore dando una punizione esemplare; sempre su racconto degli antichi pastori, il corpo del morto è stato aperto e salato con del sale grosso e lasciato li per sfamare i corvi, ancora oggi si può sentire il loro gracidare e vedere la loro sagoma nera che volteggia in quel posto a far da monito ai ladri di pecore.
Un antico stazzo conserva ancora i resti della casetta dove i pastori si riparavano dalla pioggia e dal freddo, si possono ancora notare le pietre annerite dalla teda, torcia di legno resinoso di pino che serviva ad illuminare le lunghe notti invernali e tenere lontano dalle bestie i lupi affamati.
Il percorso
Dal crinale del Drago (Serro i Ddragu) si snodano due percorsi, il sentiero dei pastori che si affaccia sul lato della vallata dell’Aposcipo, passando per la fontana del Vecchio (l’acqua fresca zampilla dalla nuda roccia, dono degli Dei per dissetare i viandanti) e l’antica mulattiera che percorre il crinale, per un buon tratto cancellata dalla moderna strada carrabile in parte asfaltata.
I due sentieri si congiungono al Monumento (mucchio di pietre accumulate nel tempo dai viandanti a ricordo di un tragico evento).
Lungo la mulattiera, a tratti, lo sguardo del passante può spaziare sia sulla valle dell’Aposcipo (a sinistra) sia sulla valle del Butramo (a destra).
Durante il cammino ci si può riposare all’ombra di maestose querce, ferite dal vento e dai fulmini durante le tempeste invernali, mute sentinelle del tempo che passa.
Arrivati sul Monte Perre e costeggiando il suo cocuzzolo, il cammino diventa più facile, solo lievi saliscendi interrompono i tratti pianeggianti del sentiero.
Giunti al Monumento, dove si incrociano i due percorsi, si può ammirare la mole del granitico massiccio di Monte Galera (Puntuni Galera), sede di arcaiche divinità e un tempo della “regina” del cielo, l’aquila del Bonelli. Qualcuno sostiene che ancora nidifica tra gli anfratti del Monte in compagnia del corvo reale, nera presenza di questi luoghi.
Dopo una leggera salita, percorrendo il lato destro del crinale, si arriva nella località detta Petrazzi, qui si può ammirare una sorta di recinto sacro preistorico di forma circolare, delimitato da massi megalitici. Nelle vicinanze di questo posto, tra giovani querce e verdi arbusti, si trova una fontanella dalle fresche acque, punto di ristoro per i passanti e i pastori che ancora oggi pascolano le loro capre in questi luoghi. Seduti comodamente all’ombra di maestosi larici, da qui si può ammirare la Cima di Montalto e l’intera vallata del Butramo.
Dopo un lungo tratto di cammino a piedi, tra le pietraie della montagna da dove si domina la Valle Infernale, si arriva ai piedi di una ripida salita denominata Scapuleglia (Scaluni di Furraina). Sui costoni della salita si possono ammirare querce secolari (escri) dalle maestose fronde, le robuste radici trattengono massi erratici in attesa di liberarsi e rotolare rovinosamente a valle.
Alla fine della salita la mulattiera si congiunge con la strada carrabile sterrata che porta al Casello di Canovai, qui la frescura si fa più intensa, si può camminare all’ombra dei pini, faggi e querce. Nelle vicinanze una fonte (dell’Arzamo) che scorre fredda e copiosa da ristoro ai camminatori assetati che arrivano in questi luoghi.
Proseguendo sul lato destro lungo un vecchio viottolo che costeggia la parte alta, dopo pochi minuti, siamo a un vecchio vivaio, ancora qualche metro e ci immettiamo sulla carrera che in pochi minuti conduce al Rifugio Canovai, breve sosta. Da qui ci immettiamo sulla sterrata che, dopo circa 1 ora, ci conduce allo Scaluni di Furraina, da dove si prosegue poi lungo il sentiero percorso la mattina.