R. & P.
Sono tre i gruppi di studenti giunti dell’Istituto D’Arco-D’Este di Mantova nella Locride, nello spazio di un anno, con altrettanti progetti di alternanza scuola-lavoro, grazie al lungimirante impegno della dirigente Maria Rosa Cremonesi, coadiuvata da un volitivo gruppo di docenti, e all’ideazione e programmazione in loco di Marò D’Agostino, progettista e organizzatrice culturale.
«Abbiamo impostato il progetto di alternanza scuola-lavoro con una doppia valenza – spiega Marò D’Agostino – Da una parte un focus che mostrasse il lavoro come dimensione della creatività e della crescita, dall’altra la scelta di far vivere tale esperienza proprio in un territorio dove il lavoro potrebbe apparire negato. Si è invece dimostrato, grazie all’energia propulsiva e all’impegno degli studenti ben guidati da docenti, tutor ed esperti, come ricchezze culturali, spesso sottovalutate, siano di fatto potenziali attrattori di sviluppo. Dagli scavi archeologici ai musei, dalla musica all’arte contemporanea, dal paesaggio alla flora tipica dei luoghi. Poli culturali, associazioni e piccole aziende sono state al centro di un progetto innovativo che ha entusiasmato gli studenti».
Così, la Locride proposta in veste inedita esprime la propria autenticità di cultura, bellezza e potenzialità ai giovanissimi del nord, conquistando il doppio obiettivo di offrire loro un’esperienza operativa che passa attraverso risorse storiche, culturali e naturali, e al tempo stesso un’immagine altra dagli stereotipi diffusi.
«La Calabria è mare, è quello che si dice e quello che non si dice, comprese tante piccole realtà produttive poco o per nulla conosciute, che soprattutto ai giovanissimi possono offrire uno spaccato realistico e contemporaneo sulla complessità del mondo del lavoro – conclude Marò D’Agostino –. Basti pensare a Cangiari, marchio etico dell’alta moda, la Casa delle Erbe, punto di riferimento per la conoscenza del paesaggio dell’entroterra, kermesse di richiamo internazionale come il Roccella Jazz e originali professionalità artistiche come Francesco Loccisano e la sua chitarra battente e Fabio Macagnino, raffinato cantautore etno. Merito quindi alla dirigente Cremonesi che, con acume intellettuale e professionale e spirito di condivisione, ha fornito ai suoi studenti l’opportunità di esercitare le competenze acquisite nel loro percorso didattico, qui, in una situazione mutevole e precaria, dove nulla è scontato, e dove perfino le difficoltà possono stimolare percorsi innovativi e sani che si rivelano il valore aggiunto delle attività produttive che malgrado tutto (r)esistono».