R. & P.
Questa nostra lettera aperta vuole essere un appello accorato affinché Voi tutti vi riappropriate della Vostra Mission, individuare i veri bisogni sociali, così da proporre risposte adeguate e generare opere per il bene comune. In una Società che voglia conservare il principio della Democrazia, la politica è uno strumento indispensabile. La politica richiede impegno, dedizione, conoscenza, capacità di visione, non può permettersi di affidare le nostri sorti ai “Tecnici” ed alla Burocrazia. Oggi, il settore socio-assistenziale sta vivendo una situazione a dir poco incresciosa. La Riforma del Welfare, dopo 18 anni di attesa, di fatto metteva a rischio quel minimo di sistema di tutela delle fasce deboli in Calabria. Dopo 18 anni di vacatio normativo, il 01/01/2018 si attua la L. Regionale n.23/2003 ma non la Legge Quadro n. 328/2000, se non nella morfologia. Non vogliamo fare polemiche ma semplicemente mettervi a conoscenza dello stato reale dei fatti: al 02 Maggio, data della sentenza del TAR, che annulla la riforma, non era, comunque, stata recepita dai Comuni, se non sulla “carta”. Chiariamo questo per rassicurare “i Tecnici” che non è stata la Sentenza a provocare confusione, caos, incertezza e problemi finanziari. Ricordiamo che quest’ultimi non li vivono gli “imprenditori con il rischio di impresa” ma esseri umani che hanno bisogno di assistenza materiale e morale: minori, disabili, donne in difficoltà, anziani…e, anche, i lavoratori dipendenti, che nonostante un lavoro di dedizione, il cui obiettivo è quello di alleviare la sofferenza, si ritrovano senza stipendio da mesi e con l’alto rischio di entrare nel mondo del precariato. I principi a cui si deve ispirare la Riforma sono quelli della sussidiarietà orizzontale e verticale: l’ascolto dal basso, l’analisi dei bisogni, la partecipazione dei Comuni. Questi principi sono regolamentati dagli articoli di legge, per la cui inosservanza il Tar ha annullato la Riforma. Ridurre, però, il tutto ad un’errata procedura, è una conferma della superficialità ed incompetenza dei “Tecnici”: l’errata procedura entra nel merito della Riforma in quanto il non coinvolgimento degli attori principali (I Comuni) aveva di fatto concepito una normativa non rispondente ai bisogni del territorio e alla fattibilità della stessa. Prima fra tutte la modalità di erogazione dei servizi attraverso i titoli di acquisto (voucher) o a bando pubblico e, poi, la fittizia copertura finanziaria che di fatto escludeva chi non aveva reddito dall’accesso ai Servizi, inoltre, il principio di libera scelta dell’utente, fino ad oggi garantito, era a rischio per le naturali dinamiche del libero mercato: l’utente diventava una mercanzia, limitando l’erogazione di Servizi di qualità a discapito della tutela della dignità umana! Non comprendiamo come l’Istituto dell’Autorizzazione ed Accreditamento (normato dalla L. 328/2000) sia legittimo per le strutture socio-sanitarie e non lo sia per quelle socio-assistenziali che, oltre a prevenire un maggior stato di bisogno, contribuiscono ad un notevole risparmio per i fondi della Sanità, vista la notevole differenza di rette. Siamo convinti della buona fede della politica che delegando i “Tecnici” ritenevano che avrebbero fatto meglio ma, visto i risultati, ai “Tecnici” preferiamo sia la Politica a riprendere in mano la situazione perché, come abbiamo visto, il tecnicismo è un’arte che non paga o che paga solo per pochi!!! Agli stessi “Tecnici” chiediamo di fermarsi con la loro campagna diffamatoria e vessatoria contro le strutture socio-assistenziali. La nostra finalità non è quella di “coltivare l’orticello”, bensì di non mettere in crisi quello che con sacrifici enormi è stato costruito, di migliorarlo sempre nell’ottica di tutela delle fasce deboli e delle migliaia di posti di lavoro, in un momento storico di grave disagio socio-economico. A tutti chiediamo di entrare nelle nostre Strutture, verificare i nostri Servizi, conoscere e guardare in faccia la sofferenza umana, rendersi conto che la nostra principale gratificazione non è quella economica (come potrebbe esserlo, viste le continue difficoltà economiche!!) ma è quella di alleviare sofferenza e ricevere sorrisi di gratitudine! Gestiamo e siamo a contatto momento dopo momento col bisogno, sappiamo e viviamo i problemi di un settore che ha necessità di recuperare 18 anni di ritardo, ma non abbiamo certo bisogno di una riforma piovuta dall’alto e fatta da chi non ha la minima concezione di cosa significhi welfare in Calabria.
Non meritiamo la Vostra indifferenza!!! Umilmente vi chiediamo di entrare nel merito di questa Riforma, convinti che l’informazione diffusa non rispecchia realmente i contenuti della stessa, emblematica la presentazione avvenuta in Sede Regionale da rappresentati di sigle sindacali, estranei al mondo del socio-assistenziale, ma cosa, ancor più grave senza gli allegati, i cui contenuti venivano inverosimilmente modificati nel tempo e pubblicati senza nessuna trasparenza. Vi rivolgiamo un Pressante Impegno vista la delicatezza della materia. La sentenza del Tar è l’occasione per riportare la discussione nei giusti alvei, affinché dal confronto politico si elabori una seria, vera e reale riforma del welfare, in osservanza della normativa nazionale e che si allinei correttamente alle necessità delle fasce deboli e delinei un sistema sostenibile. Siamo ancora convinti che si possano individuare obiettivi prioritari da cui poter ripartire, rimuovendo i ritardi accumulati, oggi aggravati. Le aspettative sono riposte in una riforma che finalmente elevi il sistema dell’accoglienza socio-assistenziale ad un sistema più dignitoso per tutti e da tutti i punti di vista e che faccia finalmente chiarezza su alcune storture, privilegiando le buone pratiche e le eccellenze. Facciamo dunque appello affinché non si perda più altro tempo e, quanto prima, si giunga al varo di una riforma condivisa, giusta e fruibile, nel frattempo si sblocchi una situazione insostenibile: dal 01 Gennaio le strutture socio-assistenziali erogano i propri servizi senza Convenzioni e senza possibilità di fatturare, 6 mesi che non abbiamo nemmeno la possibilità di usufruire dell’aiuto bancario. Siamo al collasso, non riusciamo più a garantire la continuità assistenziale: abbiamo bisogno di pagare le bollette, comprare beni di prima necessità, abbiamo bisogno di pagare i dipendenti, abbiamo un disperato bisogno, in egual maniera come un padre che deve mantenere la propria famiglia, un padre a cui avete tolto anche la busta paga di solo 1.000,00 euro…
CO.S.S.A.C Coordinamento delle Strutture e Servizi Socio-Assistenziali in Calabria
E-mail: cossac2018@gmail.com