di Gianluca Albanese
GIOIOSA IONICA – A vederli così, tutti in fila con le magliette delle squadre del cuore ad ascoltare le indicazioni dell’allenatore, viene voglia di scendere in campo con loro.
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Sono gli allievi della scuola etica e di educazione allo sport del centro “Don Milani”. Qualche decina di metri più in là, nella saletta della dependance, c’è la foto di uno di loro, scattata qualche decennio fa, quando i centri come il “Don Milani” non c’erano, le magliette delle squadre di serie A non si usavano e si giocava per strada con gli stessi abiti che si usavano per andare a scuola.
Domani alle 11, il “Don Milani” giocherà una partita importante alla Regione. Forse la più importante. E stavolta i campionati non c’entrano, visto che a incontrare l’assessore al ramo Trematerra non saranno gli oltre duecento frequentatori del centro, e nemmeno i 15 addetti.
Ci saranno, invece, il presidente dell’associazione Francesco Rigitano e il sindaco Salvatore Fuda. Proporranno una soluzione all’annosa vicenda che da qualche giorno ha attirato l’attenzione dei media nazionali (in primis la “Gazzetta dello Sport” che si è dimostrata molto sensibile al tema); una storia di pasticciacci burocratici, di carta (straccia) bollata, di autorizzazioni senza titolo di proprietà.
E di mancanza del concetto di bene comune.
Già, perchè nel 2009, dopo che la Provincia aveva concesso in comodato d’uso gratuito i terreni su cui sorge il centro “Don Milani” all’associazione che porta questo nome, si è scoperto che gli stessi non erano di proprietà dell’Ente di via Foti o del Comune, ma di un’agenzia regionale. L’Arssa, per la precisione. Che nell’ultimo quadriennio ha avviato l’iter di valutazione degli immobili, al termine del quale ha fatto sapere che non è più possibile concedere l’area in affitto o in comodato d’uso gratuito, ma è disposta solo a venderla al prezzo di 186.000 euro.
Una somma di sicuro non nella disponibilità dell’associazione “Don Milani”, destinataria, in questi anni, di numerosi fondi Por e del Pon Sicurezza per realizzare, però, dei progetti specifici di aggregazione dei minori, nei quali, oltre al gioco, allo sport e ai loro valori, si insegna ai giovani (anche a quelli che vengono da situazioni familiari difficili) l sani principi di civile; di bene comune, appunto.
E allora che si fa? Di fronte alla situazione già accennata venerdì scorso da Lente Locale a margine dei lavori dell’ultimo consiglio comunale, l’associazione, affiliata a “Libera” di Don Luigi Ciotti si rivolge alla “Gazzetta dello Sport” che fa balzare il caso a livello nazionale. Addirittura, il quotidiano di via Solferino si attiva per trovare una rete di sponsor capaci di acquistare il terreno per garantire la sua fruizione gratuito alla “Don Milani” e alla sua scuola etica.
Ma il presidente Rigitano e l’assessore Luca Ritorto (che abbiamo incontrato questo pomeriggio) insistono su un concetto basilare.
«La Regione – ha spiegato il presidente Rigitano – deve capire che ci sono dei beni che sono patrimonio di tutti, che non possono essere oggetto di trattative commerciali; ecco perchè – ha proseguito – domani chiederemo che il terreno venga donato o alla nostra associazione o al Comune. Per il resto, siamo fieri del prezioso supporto che ci stanno dando sia don Ciotti che la Gazzetta dello Sport che sappiamo non intendono mollare, ma mi chiedo come sia possibile che uno Stato che ci ha destinato, in passato, fondi del Pon Sicurezza per aiutare i giovani, oggi, nelle vesti di un’agenzia regionale intenda vendere un terreno su cui sorge una struttura nella quale abbiamo sempre creduto e che educa, oltre che aggregare».
E’ lecito chiedersi, a questo punto, se ci possano essere degli interessi economici di privati; o meglio, degli appetiti su una vasta area come quella che ospita il “Don Milani”, non foss’altro che per il fatto che attualmente ricade in zona “B”, ovvero edificabile. Attualmente, non sono noti i nomi di potenziali acquirenti. Che, a quanto pare, non mancherebbero e sarebbe grave se fossero soggetti che fanno della speculazione edilizia una delle principali ragioni della loro vita.
La linea dell’amministrazione, del resto, è palese e come ha spiegato al nostro taccuino l’assessore Ritorto «Non appena sarà chiara la proprietà del terreno faremo tutto quello che serve per vincolare questa zona a servizi, lasciandone intatte le caratteristiche attuali, visto che tra l’altro è vicina a chiesa, asilo e altri edifici pubblici che mai e poi mai possono essere oggetto di compravendita».
Ma servono le carte, appunto. E le generazioni di giovani, sportivi e non, di giovani e donne cresciute al “Don Milani” se lo augurano, tanto che c’è chi ha aperto una sottoscrizione su facebook per far venire la nazionale di Prandelli qui, come fece l’anno scorso in un campo di calcio confiscato alla ‘ndrangheta nella Piana.
Si parla spesso della “cantera” della squadra di calcio del Barcellona, o dell’esperienza comune tra campo di giuoco college dell’Ajax. Noi preferiamo parlare di luoghi come il don Milani. Veri e propri presidi di bene comune.
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