di Gianluca Albanese
SIDERNO – «Abbiamo più volte chiesto ai Comuni di assumere direttamente i quattro addetti al depuratore di Siderno e di fare la voltura del contratto Enel, così potranno pagarli direttamente, ma siccome non lo hanno ancora fatto, io, come amministratore delegato di Siderno Ambiente devo riscuotere i crediti accumulati per anni con gli Enti, al fine di pagare i debiti, in primis con i dipendenti e con l’Enel, perché la nostra società non ha alcun ricavo».
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L’Ad di Siderno Ambiente Gattuso si sfoga così con Lente Locale. La nostra testata sta seguendo giornalmente le manifestazioni di protesta degli operai davanti alle principali sedi istituzionali del comprensorio; oggi, come leggerete nel servizio della nostra Francesca Cusumano, erano davanti al palazzo municipale di Locri, laddove era in corso un momento formativo sulle innovazioni normative e tecnologiche che ha coinvolto il Procuratore della Repubblica, i vertici delle Forze dell’ordine e i sindaci del comprensorio, oltre ai dirigenti comunali.
Ma oggi vogliamo sentire anche le ragioni della SpA che dal mese di giugno 2010 gestisce direttamente il depuratore consortile di Siderno.
«Nascemmo parecchi anni prima – ha ricordato Gattuso – come società di progetto, per realizzare il depuratore consortile e, dopo una fase di transizione, dal giugno del 2010 abbiamo assunto la gestione diretta del depuratore che i Comuni non hanno voluto riscattare. Non solo – ha proseguito – non stanno pagando il servizio di depurazione che, in ogni caso, stanno fruendo. Qualcuno, nei mesi scorsi, ha versato poche migliaia di euro che abbiamo immediatamente destinato ai lavoratori che si trovano perennemente in credito con noi e questo ci dispiace, ma noi non chiediamo di realizzare utili economici: solo di riuscire a continuare a gestire l’impianto riuscendo a pagare i debiti con l’Enel e i dipendenti, prima di tutto».
Gattuso prova a risalire alle cause che determinano i mancati introiti da parte dei Comuni. «Se questi – ha detto – emettono i ruoli per il pagamento dell’acqua e i cittadini pagano la tassa, perché i Comuni non pagano il servizio di depurazione che noi forniamo?».
Un interrogativo, quello di Gattuso, che qualche risposta la trova nei continui rilievi della Corte dei Conti ai nostri Comuni, spesso incapaci di riscuotere i ruoli emessi, e sottoposti a una duplice mannaia: quella dei residui attivi per crediti non riscossi dai tributi cittadini e quelli del patto di stabilità che impone tetti rigidissimi alle assunzioni e che fa rimanere lontane le prospettive di reinternalizzazione del servizio di depurazione o di riassorbimento degli addetti.
Questi ultimi, a loro volta, sono schiacciati in questo braccio di ferro e manifestano sempre perché non è rimasto nient’altro da fare. Lo hanno fatto sotto il sole cocente della scorsa estate e lo stanno facendo in questi giorni in cui la colonnina di mercurio è vicina allo zero termico.