(ph. Enzo Lacopo)
di Francesca Cusumano
LOCRI- “Come stanno le cose . Il mio Lucrezio e la mia Venere”: è il titolo dell’ultima fatica letteraria di Piergiorgio Odifreddi , noto matematico, logico e saggista italiano, presentato questa mattina al Pala Cultura ad una vasta platea suscitando e catturando l’attenzione in maniera disarmante.
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L’evento infatti, promosso dall’Amministrazione Comunale, è stato organizzato da Rcs Libri in collaborazione con il Liceo Classico Ivo Oliveti- Panetta di Locri.
Dopo i saluti iniziali del dirigente scolastico Giovanna Maria Autelitano e dell’assessore all’Istruzione Anna Rosa Sofia, è stato Odifreddi (vincitore del premio letterario Galileo nel 2011), a illustrare nella maniera più congeniale che si addice ad una personalità come la sua, oseremmo definirla “una mente straordinaria del sapere”, la chiave che l’ha indotto a rendere moderno il linguaggio del poema “De rerum natura” del filosofo e poeta latino Lucrezio.
Un’opera di divulgazione scientifica e testimonianza laica che, nell’insieme, hanno consentito ad Odifreddi nel suo ultimo capolavoro, di legare ad una nuova traduzione in prosa del “De rerum natura”, la sua versione tipicamente “moderna”, evidenziandone al contempo, le connessioni ideali con la cultura umanistica e scientifica.
Un nome quello di Odifreddi, spesso sotto i riflettori, per le sue dirette critiche alla sfera religiosa, suscitando non poche polemiche, identificato da molti come “l’anticlericale italiano per eccellenza”; basti pensare a quanto espresso dallo stesso, nel suo primo libro divulgativo “Il Vangelo secondo la Scienza”, nel quale ribadisce categoricamente che<< La vera religione è la matematica, il resto è superstizione. O, detto altrimenti, la religione è la matematica dei poveri di spirito>>.
Nello specifico, secondo Odifreddi <<Lucrezio ci mostra che la struttura del mondo fisico è comprensibile e che la si può capire senza bisogno di invocare sovrastrutture metafisiche o superstizioni religiose. La sua lingua, è stato un punto di riferimento per i poeti succeduti nella letteratura latina ammettendone l’influenza nelle proprie opere: tra questi, Virgilio, “un vero e proprio plagiatore” ed Orazio. Di Lucrezio, non si sa neppure se sia esistito, molti pensano che fosse lo pseudonimo utilizzato da Cicerone , l’editore del De rerum natura>>.
Nel poema lucreziano, dunque, per Odifreddi, prevale un’immagine contraria al pensiero dominante: un testo di matrice materialista scientifico, questo è il background di Lucrezio anticlericale.
Sulla versione moderna, divulgativa nella forma e nei contenuti, di uno dei piu strepitosi libri, quale per l’appunto il De rerum natura, Odifreddi ha precisato che <<Nel libro prevale un’ idea moderna come l’atomismo. Lucrezio divulga un’ immagine del mondo inconcepibile, dà sfogo della sua abilità di divulgatore. Ci ha fatto intuire che il mondo fosse costituito da atomi, che esiste un legame tra materia e spirito ed un piccolo macrocosmo>>.
Rendere moderno il linguaggio di Lucrezio, ricostruendo il suo pensiero, è stato il fine perseguito da Odifreddi mediante la traduzione della lingua latina nel modo dell’attuale parlato; un lavoro reso possibile grazie anche al supporto di alcuni latinisti.
In “Come stanno le cose” si vuole così intraprendere “Una cavalcata travolgente lungo i mille sentieri aperti nei secoli della mente umana, alla scoperta del De rerum natura”.
Al termine dell’incontro, un interessante dibattito-confronto con il celebre personaggio poliedrico ha coinvolto numerosi studenti.