di Simona Masciaga (ph. Nicodemo Angì)
PORTIGLIOLA – Non è stata la solita storia della guerra di Troia che da sempre tormenta milioni di studenti o la solita performance teatrale, quella andata in scena ieri sera al teatro greco di Portigliola. L’Iliade di Alessandro Baricco ed. Feltrinelli 2004, è uno smembramento della versione tradizionale di Omero, un’opera che esula completamente dai canoni classici e dall’esametro dattilico diventando prosa in un italiano fluido e scorrevole: non una enciclopedizzazione ma una forma di comunicazione essenziale dove chiunque ascolta e assiste può entrare in sintonia con la vicenda della guerra più antica e famosa della storia e, condividere i sentimenti dei protagonisti.
Ventuno capitoli per ventuno personaggi che raccontano e si raccontano attraverso monologhi: un’opera dove la voce è la vera protagonista, il suono principale e dove odio, amore, paura, sofferenza, costernazione sono sentimenti mirabilmente interpretati da due grandi attori: Monica Rogledi e Blas Roca Rey, anche regista della rappresentazione.
I due interpreti si sono alternati nella lettura dei monologhi e, attraverso l’intensa gestualità, la mimica, la capacità espressiva e l’intonazione, hanno riempito la scena volutamente vuota: il mancato allestimento scenografico è proprio per sottolineare che l’elemento principale dell’opera è la voce narrante, quell’io narrante che ha saputo conquistare il pubblico in una calda serata di fine luglio. Spettatori entusiasti per la performance ma polemici nei confronti dell’organizzazione in quanto l’esiguo numero di sedie ha costretto, tra la preoccupazione dei responsabili del parco archeologico, numerosi presenti ad “accomodarsi” su millenarie pietre nel timore di danneggiare un patrimonio storico-artistico culturale, o addirittura rimanere in piedi per circa due ore.
Inoltre l’organizzazione ha proposto il rimborso del biglietto o la possibilità di assistere con lo stesso, alla rappresentazione di Casignana per questa sera; cosa ritenuta assurda da un gruppo di spettatori di Cosenza venuti appositamente per tale evento e, dopo tanta strada non hanno trovato nemmeno “pietra libera”.
Un elogio va inoltre ai musicisti Pino Cangialosi, Fabio Battistelli e Marzouk Mejri le cui sinfonie hanno trasportato ancor di più l’ambiente in una dimensione storica e geografica adeguata all’opra e al tema della stessa.