di Gianluca Albanese
SIDERNO – «…quando il mare s’incazza e riporta, ricordi che avevi coperto di sabbia». Il mare non “s’incazza” solo nel verso della splendida “Guardia ’82” cantata dalla Brunori sas.
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Se ne sono accorti i residenti delle zone a stretto contatto con la spiaggia, dai quartieri a vocazione ittica come “Sbarre”, a quelli che negli anni ’70 vissero un’espansione turistica, come “Pantanizzi”.
Lo spettacolo, in “3D” è uguale per tutti: barche scaraventate a ridosso della ferrovia che ostruiscono quel po’ di carreggiata rimasta e che ha saputo resistere alla furia del moto ondoso, panchine e cassonetti dell’immondizia per terra, insieme a fango, arbusti e rifiuti che il mare – quando s’incazza – ci restituisce con gli interessi.
L’allerta meteo di questi giorni era stata ampiamente prevista, insieme ai venti di Scirocco “dai quadranti meridionali” che da dicembre a febbraio causano, occasionalmente, queste mareggiate alle quali, chi abita vicino al mare è tristemente abituati.
Situazione difficile anche a Marina di Gioiosa Jonica, laddove il sindaco Domenico Vestito ha emesso un’ordinanza di chiusura del lungomare. Questo quanto riportato su facebook dal primo cittadino: «questa mattina gli Amministratori, i lavoratori dell’Ufficio manutenzione, gli agenti della Polizia Municipale, i militari della Stazione dei Carabinieri e la Protezione civile sono prontamente intervenuti sul lungomare. Ho firmato un’Ordinanza contingibile ed urgente ed è stato chiuso, fino al termine dell’allerta meteo, il lungomare C. Colombo e le traverse limitrofe. Preghiamo tutti di evitare di recarsi nella zona, il traffico dei curiosi crea soltanto difficoltà».
Contro la forza della natura, l’uomo può fare ben poco. Al massimo prevedere gli eventi con calcoli matematici e raffinate tecnologie. Semmai, può fare qualcosa per non peggiorare la situazione, non costruendo laddove non si dovrebbe e non limitando il deflusso delle acque.
Quello di domani sarà un lunedì di grande lavoro per gli uffici tecnici dei Comuni costieri e tutte le forze che sono state allertate per tempo. L’imperativo principale è quello di fare uscire dall’isolamento chi ne è rimasto vittima e lavorare affinché si creino nuove vie di comunicazione da utilizzare in caso di eventi meteo eccezionali come quello di queste ore.
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