RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO LA SEGUENTE LETTERA APERTA PERVENUTA ALLA NOSTRA REDAZIONE:
Caro Direttore,
a Marina di Gioiosa Ionica quest’estate il clima è meno pesante di quanto ci si potesse attendere a nove mesi dallo scioglimento dell’amministrazione comunale: il merito va alle associazioni, come la Pro Loco “Per Gioiosa Marina”, OrganizzaMundi e il Comitato per Marina di Gioiosa, i cui impegni sono finora stati coronati da successi importanti, ma anche alla Commissione Straordinaria, di cui è stato possibile apprezzare l’apertura al dialogo e alla collaborazione con le forze sociali più sane.
Proprio tale grande disponibilità alla interlocuzione franca e civile da parte di istituzioni, gruppi e persone che riconoscono la crescita culturale ed economica di tutto il paese come una priorità mi spinge ora a indirizzarti, da comune cittadino di questo povero comune, alcune riflessioni che spero vorrai pubblicare.
Negli scorsi giorni (e siamo quasi al 10 di agosto) hanno fatto la propria comparsa sulle principali vie del centro abitato (Lungomare, via Montezemolo, piazza Zaleuco, Corso Carlo Maria e due parallele) le strisce blu che delimitano gli stalli dei parcheggi a pagamento. Da ragazzo di provincia, ho subito pensato che forse stavamo esagerando a venderci così cari ai turisti (spesso peraltro di origini locali più o meno remote) che venendo dalle grandi città dove tutto è a pagamento ci guardano spesso dall’alto in basso. Messa però da parte l’ironia, ho avuto modo di leggere la delibera sul tema (n. 9 del 23/03/2018) e sono stato colto da una certa ilarità, perché parrebbe che (mi si permetta la parafrasi di una celebre battuta del film Johnny Stecchino) il principale problema di Marina di Gioiosa sia il trafico, al punto da rendere urgente e immediatamente esecutivo un provvedimento volto a ridurre l’intasamento del nostro paese, preso d’assalto da torme di “turisti provenienti dalle strutture ricettive turistiche” e “turisti pendolari”, i quali dovrebbero abituarsi a occupare gli “stalli di sosta limitatamente al tempo necessario”. Ovviamente non mi dilungo a discettare sul(lo pseudo)concetto di “tempo necessario” senza ulteriori specificazioni, perché credo che basti il buon senso per comprendere che nessuno lascia la macchina in sosta se non per il tempo sufficiente a fare quello che ha in programma di fare, eventualmente anche riposarsi.
Ancor più bizzarro è il fatto che, dopo averne invocato come ragione principale gli ingorghi estivi, si imponga un provvedimento valido per tutto l’anno.
A parte il caso di specie su cui non aggiungo altro se non che spero che la disposizione venga revocata quanto prima, quello su cui mi preme soffermarmi è la triste convinzione di chi, sol perché impiega tono e lessico burocratici, pensa che si possa affermare qualunque cosa, per quanto inconseguente, come se potesse contare sulle grazie della compianta Virna Lisi (“con quella bocca può dire ciò che vuole” recitava lo slogan vagamente sessista di una vecchia réclame di dentifrici).
Purtroppo ragioneria ed economia non sono sinonimi, come credono molti, soprattutto se si parla di enti pubblici: spesso racimolare una piccola cifra per le casse comunali significa creare un danno in valore assoluto molto superiore ai redditi prodotti in paese, con i conseguenti diminuzione del gettito dell’addizionale IRPEF e aumento dell’inadempienza nel pagamento dei tributi da parte dei cittadini.
Se è vero, come è vero, che a Marina di Gioiosa c’è un grave problema di riscossione dei tributi locali (posto tra l’altro immeritatamente a carico dell’amministrazione recentemente sciolta) e di tendenza strutturale al dissesto finanziario del comune (anche a causa di una demenziale normativa in materia di bilancio degli enti locali, che si dice ispirata a principi europei, probabilmente intendendo che è nella migliore tradizione dell’Europa colonialista), sarebbe il caso che iniziassimo a parlarne in maniera chiara e franca, come abbiamo già fatto in tanti altri ambiti, senza invocare immaginari problemi di trafico e tenendo bene a mente una cosa: se non aumentano i redditi dei cittadini, nessun bilancio pubblico – comunale, regionale o statale che sia – verrà mai risanato.
Vincenzo Tavernese