GIOIOSA JONICA – La decisione era nell’aria da qualche giorno, ma è stata ufficializzata solo stamattina, quando Rosa Barillaro, del gruppo dei dissidenti ex “Avanti Gioiosa” ha rassegnato le proprie dimissioni dall’incarico di presidente del consiglio comunale, mantenendo, comunque, la carica di consigliere. Le dimissioni della Barillaro sono solo l’ultimo tassello della strategia messa in atto da un mese e mezzo dall’ex vicesindaco Mazzaferro, l’ex assessore Napoli e tutto il gruppo dei sette dissidenti, che la scorsa settimana hanno presentato la mozione di sfiducia al sindaco Mazza, la quale dovrà essere discussa nel prossimo consiglio comunale da tenersi entro la fine del mese. Dunque, Rosa Barillaro sarà sollevata dall’imbarazzo di convocare una conferenza dei capigruppo propedeutica a un consiglio comunale in cui i sette ex “avantini” vorranno staccare la spina alla giunta Mazza, che non ha più la maggioranza nel civico consesso dopo la crisi che si è aperta a fine agosto sul caso del project financing che intendeva realizzare un depuratore consortile sul territorio di Gioiosa Jonica, è proseguita con le dimissioni dall’esecutivo da parte dei “ribelli” che poi, a inizio novembre, hanno esposto un manifesto pubblico per le vie cittadine per spiegare i motivi della loro scelta di rompere col primo cittadino. E’ il caso di ricordare, inoltre, che anche gli altri due gruppi di opposizione (Gioiosa che cambia e Pd) avevano presentato una mozione di sfiducia congiunta e per qualche giorno ci sono stati dei negoziati tra i due gruppi di centrosinistra e gli ex “Avanti Gioiosa” per trovare una sintesi unitaria capace di giungere a un’unica mozione di sfiducia sottoscritta da tutte le opposizioni. Ma Pd e Gioiosa che cambia hanno temporeggiato e questo non è andato giù a Napoli e soci, che nell’ultima settimana hanno impresso una forte accelerata al processo teso a destituire dall’incarico il sindaco Mazza, spianando la strada al commissariamento dell’Ente fino alle prossime elezioni amministrative, previste per la primavera. Proprio così: prima la mozione di sfiducia sottoscritta dai sette ex “Avanti Gioiosa” e poi le dimissioni di Rosa Barillaro da presidente del consiglio comunale. Quanto basta per stroncare sul nascere quell’ipotesi rivelata dal capogruppo di “Gioiosa che cambia” Salvatore Fuda ai microfoni di “60 news” (trasmissione di approfondimento su Telemia condotta da Nicodemo Barillaro) nella puntata di venerdì scorso. Proprio così; Fuda ha detto che durante la riunione con i rappresentanti di tutti i gruppi consiliari di martedì scorso, convocata dal sindaco Mazza per consultare il Consiglio in vista della trasferta in prefettura di giovedì scorso per discutere della possibilità di realizzare un depuratore consortile a Grotteria, il primo cittadino avrebbe proposto alle opposizioni una sorta di governo di salute pubblica, un esecutivo rappresentativo di tutte le forze presenti in Consiglio, per scongiurare il commissariamento dell’Ente e traghettare l’amministrazione alle prossime elezioni. E se Fuda a “60 news” si è limitato a definire “intempestiva” l’idea di Mazza, le dimissioni della Barillaro protocollate stamattina sembrano mettere una pietra tombale a qualsiasi ipotesi di grossekoalition o anche di semplice collaborazione tra tutte le compagini consiliari, spianando la strada al commissariamento dell’Ente e avviando, anche formalmente, una campagna elettorale che si preannuncia infuocata.
GIANLUCA ALBANESE
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