di Gianluca Albanese
BIANCO – «I ragazzi ospiti della nostra struttura hanno bisogno di uno sguardo che accoglie, non di uno che esprime solo pietà e commiserazione». Le parole del presidente della “Piccola Opera Papa Giovanni XXIII” pronunciate al termine dell’inaugurazione (o meglio, della riapertura) del centro gestito fino a un anno fa dall’Afa Reul, danno il senso della missione di chi ha scelto di impegnarsi nella riabilitazione dei ragazzi con diversa abilità.
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Già, perché vanno bene le manifestazioni come quella odierna, dalle quali si capisce chi ha avuto il merito della riapertura (dopo oltre dodici mesi di stop) del centro, ma poi quello che conta è il lavoro quotidiano di chi opera nel settore, che necessita, giorno dopo giorno, d’interazione con tutte le altre cosiddette “agenzie educative”, scuola e famiglia in primis.
Dunque, il centro riapre, e sarà gestito dalla “piccola opera” che è attiva da decenni a Reggio Calabria ed è stata individuata come soggetto capace di riprendere la conduzione di un centro che accoglie giovani da tutta la Locride. E’ già un buon inizio, anche se come ha sottolineato una rappresentante del comitato dei genitori, rimane qualche incognita, specie quella relativa alla presenza o meno dei pedagogisti, che nella vecchia struttura c’erano. Proprio così: stasera si è riproposto l’eterno conflitto tra le esigenze di servizi sanitari adeguati e gli stringenti limiti imposti dal piano di rientro regionale del settore. Alla fine si è capito che tutti, nella loro parte di competenza, hanno manifestato buona volontà. E non è affatto scontata, di questi tempi.
Nel fare gli onori di casa, il sindaco Scordino ha spiegato l’etimologia della nuova denominazione “Kairos” «E’ un termine greco – ha detto – che significa “ll tempo forte, il luogo della redenzione”». Quindi, il primo cittadino ha iniziato la lunga teoria dei ringraziamenti: alle famiglie dei ragazzi, al consigliere regionale Pietro Crinò e a quello provinciale Sandra Polimeno (presente in sala), «ma soprattutto – ha detto – al presidente della Regione Scopelliti».
E così, stravolgendo il tradizionale canovaccio, che prevede che sia l’ospite più importante a concludere i lavori, è intervenuto subito dopo Scopelliti, che si è trattenuto solo pochi minuti visto che di lì a poco avrebbe dovuto prendere un aereo per Roma laddove ad attenderlo c’era un incontro al Ministero sulla vertenza degli Lsu-Lpu calabresi.
«Se un risultato del genere è stato raggiunto – ha detto Scopelliti – è perché è stato fatto un grande gioco di squadra, in cui tutti i soggetti interessati hanno giocato un ruolo in maniera corretta e opportuna, a partire dall’amministrazione comunale di Bianco, perché la Calabria – ha proseguito – ha bisogno di concretezza e azioni a tutela di chi ha bisogno, al di là del colore politico. Del resto – ha concluso – ogni giorno dobbiamo affrontare un’emergenza e, dovendo scegliere, cerchiamo di andare incontro sempre ai più deboli».
Quindi, dopo le ansie espresse dalla rappresentante del comitato dei genitori riguardo la continuità degli standard di riabilitazione di tipo cognitivo che da sempre sono stati garantiti dal centro, è toccato al direttore generale dell’Asp Rosanna Squillacioti spiegare che «Stante il piano di rientro della sanità regionale – ha detto – sul personale ci sono delle norme legate ai paletti fissati dagli accreditamenti, ai quali il centro si deve attenere. Il problema – ha proseguito il DG – è sorto quando l’allora Asl di Locri ridusse il budget per la struttura, anche se ora cerchiamo di guardare avanti ma non ci possiamo permettere di avere qui ben quattro pedagogisti come c’erano una volta. Poi – ha concluso – se si dovesse chiudere la fase del piano di rientro potrebbero schiudersi nuove prospettive».
Il dirigente del centro Kairos Giovanni Schipani ha esposto le caratteristiche dei progetti riabilitativi che vengono realizzati, mentre, in conclusione, il presidente della “Piccola Opera Papa Giovanni XXIII” Pietro Siclari, dopo aver espresso parole di elogio nei confronti di chi ha gestito prima, in loco, il centro, ha lasciato aperto uno spiraglio sulle richieste espresse dalle famiglie dei giovani ospiti della struttura: «Non appena avremo l’ok dei medici specialisti che predispongono i singoli piani di riabilitazione per ogni singolo ragazzo, potremo – ha detto – riattivare il servizio a cura dei pedagogisti».