DI SEGUITO LA NOTA DELL’UFFICIO STAMPA DEL COMUNE DI GERACE:
GERACE- Sarà la Chiesa di San Francesco d’Assisi ad ospitare, sabato 14 dicembre a partire dalle ore 16, la presentazione del romanzo “Magistrati!” scritto per CentoAutori dall’avvocato Bruno Larosa, patrocinante in Cassazione specializzato in Diritto e Procedura Penale, di cui è anche docente presso l’Università “Tor Vergata” di Roma.
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L’evento culturale – organizzato con il patrocinio dei Comuni di Gerace, Locri e Portigliola –, conterà anche sulle illustri e qualificate presenze accanto all’Autore del procuratore capo della Repubblica di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho, del direttore de “L’Ora della Calabria” Piero Sansonetti, del professor Antonio Maria Stile in qualità di Ordinario di Diritto Penale presso l’Università “La Sapienza” di Roma, e del sostituto procuratore della Repubblica di Napoli Henry John Woodcock.
Protagonista di “Magistrati!”, il primo romanzo scritto da Bruno Larosa – locrese di nascita, ma napoletano d’adozione –, è Guido Castiglione, avvocato penalista in carriera la cui esperienza di Tribunali e Procure lo ha convinto che ormai non vi siano più luoghi di giustizia.
Ignazio Cirillo, un ex PM assegnato all’Ufficio Ispettivo del Ministero della Giustizia, viene arrestato dai propri colleghi il giorno stesso dell’insediamento; della sua difesa si occupa l’avvocato Castiglione, che utilizzerà l’incarico come occasione per svelare i torbidi retroscena di un sistema politico-affaristico che coinvolge magistrati, uomini d’affari, giornalisti, banchieri, alti ufficiali della forze dell’ordine e burocrati di Stato in grado di condizionare ogni scelta polico-amministrativa del Paese.
«Si discute quotidianamente e spesso in maniera impropria, di argomenti quali la corruzione, la custodia cautelare, il carcere, della magistratura e del suo rapporto con la politica o con l’azione politica, del giudizio e delle sue alternative, del ruolo dell’informazione stessa, facendolo ovunque: dalle trasmissioni televisive, dai quotidiani ai settimanali, anche quelli di gossip», scrive Larosa nella prefazione di “Magistrati!”.
«Questo fatto più che rendere accessibili a tutti i temi fondamentali del vivere comune, li ha resi, di fatto, incomprensibili ai più, allontanandoli dalla realtà, attraverso un’esaltazione dell’interpretazione soggettiva che annulla quella stessa realtà per la gran parte del pubblico. Avevo voglia di parlarne e intervenire nel dibattito» – spiega l’Autore – «facendolo però fuori dalle aule di giustizia, o dai sacri luoghi dove di questo si dibatte solo tra iniziati. Non mi è parso di trovar miglior modo di farlo se non attraverso il romanzo, sperando in quella sua originaria funzione di leggero strumento di romantica conoscenza».
«Desideravo scrivere di tali questioni rivolgendomi a un pubblico il più ampio possibile, alla gente comune, della quale peraltro faccio parte, ossia di quella che subisce le ingiustizie della quotidianità del processo penale. La considerazione che il diritto è prima di tutto un bisogno dell’Uomo in quanto parte della società in cui vive – prosegue ancora Larosa – mi ha sempre fatto pensare che la più ragionevole e logica formula giuridica, soprattutto in materia penale, quando non è immediatamente compresa dall’uomo della strada, senza bisogno d’interpretazione alcuna, è sostanzialmente ingiusta e dunque immorale».
«Scrivendo “Magistrati!” – conclude l’avvocato Bruno Larosa – qualche volta, mi sono comportato come l’amante tradito che come tale ha reagito contro l’antico amato. Come quell’amante, ho consapevolmente fatto qualche ingiusta generalizzazione, più che per rabbia, perché spero ancora, diversamente dall’avvocato Guido Castiglione, nel ritorno dell’amata al vecchio focolare».