di Adelina B. Scorda
BENESTARE – Cambiamenti e arretratezze, la Locride sembra essere il luogo degli antipodi, la crisi c’è e non c’è, così come il lavoro, i servizi, la politica e la ‘ndrangheta. È tutto questo la Locride e altro ancora. È terra intrisa di storia e di potenzialità dormienti, di opportunità non sfruttate. Quarantadue comuni ma quasi la metà dei sindaci in carica, una crisi che investe soprattutto la politica, ricettiva e non propositiva. Novità che si affacciano sul panorama politico e amministrativo come la prossima nascita della città Metropolitana e le possibilità che si potrebbero prospettare nel panorama locrideo. Noi di Lente Locale abbiamo voluto porre alcune domande al sindaco di Benestare Rosario Rocca, attivo rappresentante di quella politica attiva e rinnovatrice che sta ponendo le basi per una nuova possibile stagione.
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Sindaco Rocca cosa pensa della crisi che sta investendo l’associazione dei sindaci e dei comuni?
E’ un fatto estremamente negativo che oggi, a fronte di una crisi economica e politica che non ha precedenti, sul nostro territorio l’Associazione dei Comuni non sia in grado né di prospettare un progetto di rilancio, né di mitigare il tragico distacco tra le istituzioni e la gente. Una condizione di grave inerzia che non mi sento, né tantomeno voglio, addebitare a persone specifiche, ma a miopi personalismi che hanno ridotto la nostra Associazione ad un corpo passivo e autoreferenziale, capace solo di dare luogo ad adunanze sporadiche che rispondono ad una logica di inaccettabile ritualità. Questo è quello che pensa di noi la gente. E cerco di interpretare un sentimento popolare e diffuso. Fare politica significa anche questo.
Quando lei parla di crisi politica, intende sottolineare la mancanza all’interno dell’associazione di un chiaro indirizzo politico che potrebbe derivare anche da una specifica connotazione di partito?
Non ne faccio una questione di bandiera. Sia chiaro. Ma ritengo che la politica possa uscire dal pericoloso lembo di totale sfiducia da parte del popolo, solo attraverso un rilancio dei propri attori principali. E non credo che portatori di interessi, personalità di acclarata autorevolezza o, peggio ancora, corporazioni e poteri forti, possano sostituirsi ai partiti. Almeno nel ruolo strategico che storicamente hanno assunto. Ecco credo che se anche l’Associazione dei Comuni della Locride fosse organizzata in gruppi di appartenenza politica o partitica ci sarebbe una discussione più democratica, di contenuto e maggiormente vicina ai drammi e alle speranze sociali. Certo poi, non si potrebbero escludere altri attori sociali di proposta: mi riferisco all’associazionismo culturale del territorio, alle parti sociali, alle imprese a cui, a mio avviso, si dovrebbe assegnare un ruolo importante e attivo direttamente dall’interno dell’Associazione stessa. Le forme sarebbero diverse: comitati tematici, consulte e cosi via. La condizione fondamentale è che non si decida più in funzione di simpatie personali, o di spartizioni pseudo-territoriali. Logiche, queste, che hanno tragicamente soffocato le poche ma importanti idee progettuali che, in un qualche fase, hanno indotto noi e la gente a guardare oltre la logica del campanile.
Rimanendo in tema di politica e linee programmatiche, secondo lei che effetti avrà la costituenda città Metropolitana sul nostro territorio, potrebbe rappresentare una possibilità di rilancio?
Non credo. Almeno per come la Città Metropolitana di Reggio Calabria è stata articolata nel DDL Delrio. Innanzitutto perché alla gente verrà sottratto la spazio democratico del voto. Infatti oltre alla Conferenza Metropolitana a cui prenderanno parte tutti i Sindaci, ma un organo, questo, che si limiterà all’approvazione annuale del bilancio e ad esprimersi sullo statuto, faranno parte del Consiglio, organo con poteri d’indirizzo, solo i Sindaci dei comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti, oltre a poco più di un’altra diecina di primi cittadini, non eletti dal popolo, ma dai consigli comunali. Assurdo! Come si può pensare di dare vita ad una Città Metropolitana con competenze su funzioni e servizi fondamentali, escludendo la gente e la democrazia? Quindi senza una dialettica democratica fra diverse parti o posizioni politiche alternative tra di loro. Il Consiglio della Città Metropolitana sarà, di fatto, un contenitore di egoismi e interessi territoriali (o peggio ancora personali!): una sorta di lotta tra campanili.
Quali opportunità allora per Locride?
La Locride sarà, tra tutte, la più povera periferia reggina. Immaginiamoci l’entroterra e le fasce deboli, di fatto, abbandonati ad affrontare in solitudine i propri drammi, senza neppure la possibilità di scegliersi una rappresentanza politica come riferimento. Non mi sento di poter delineare un quadro più ottimistico. Mi spieghino altri dove e come, la Locride, attraverso la Città Metropolitana, possa conoscere una stagione di rilancio.
Il Ddl prevede la fusioni di comuni, potrebbe essere questa l’alternativa all’ulteriore marginalizzazione della Locride?
E’ l’unica alternativa praticabile. La città della Locride è la sola occasione (e forse l’ultima!) per il nostro territorio e per la nostra gente. Non ho né la pretesa, né l’arroganza, di collettivizzare quella che è solo una mia idea personale. Me ne guarderei bene. Ma credo che la nostra gente meriti quantomeno una riflessione impegnata. In altri termini sia la gente a decidere sulle sorti del nostro territorio.
All’atto pratico come potrebbe costituirsi la città della Locride?
Innanzitutto l’Associazione dei Comuni dovrebbe promuovere modalità e tempi per una presa di coscienza popolare. E poi dare luogo a delle consultazioni referendarie. I cittadini dei nostri Comuni penso abbiano il diritto di essere informati rispetto agli effetti che la Città Metropolitana riserverà al nostro territorio e alle generazioni che verranno. Così come credo sia doveroso prospettare alla nostra gente la possibilità di costituire dall’unione (fusione, per l’esattezza) delle nostre municipalità una Città autonoma. La Città della Locride appunto. Poi, in base alla volontà popolare, bisognerebbe avviare un percorso politico e amministrativo in sinergia con il Ministero di competenza.
Quale ruolo potrebbe o dovrebbe avere in questo processo l’associazione dei sindaci?
Di Organo politico costituente. L’Associazione dovrebbe praticare l’ambizione e il sogno della città del futuro. Una città di storia, cultura e lavoro. Una grande città del sud. Europeista e mediterranea ad un tempo.
In un territorio così frammentato come la Locride, costituirsi in Città non crede che andrebbe a incidere negativamente sull’identità dei territori?
Non ho mai pensato che le radici dei nostri paesi e dei nostri popoli siano un fatto di municipalità, o di residenza. Per esempio la storia della civiltà contadina del mio paese, Benestare, non credo possa esprimere il suo tratto identitario principale nel proprio municipio. Io ho visto lacrime commosse della mia gente e degli emigrati che, sempre più di rado (purtroppo!) ritornano, solo dinnanzi alla statua della Madonna del Rosario. Non penso che la nascita della Città della Locride possa mai cancellare, o minimamente mettere in discussione, questa vocazione forte.
Si potrebbe parlare di una concreta possibilità di riscatto e di crescita per il nostro sud?
Certamente. Il Sindaco della Locride, avrebbe una autorevolezza senza precedenti per negoziare condizioni economiche favorevoli per il nostro territorio. Credo che con i fondi Statali e comunitari che verrebbero destinati si potrebbe dare vita ad un progetto di città innovativo ed efficiente. Ma questa è materia di urbanisti. Alla politica compete di dare forza e credibilità alla “speranza”.
Ha intenzione di proporre la sua idea all’interno dell’associazione dei sindaci?
Ne sto già parlando con qualche collega Sindaco. Certo che lo farò.
I tempi tuttavia sono relativamente ristretti fra sei mesi le città metropolitane diverranno realtà, crede che, qualora la sua proposta venga accolta sia possibile organizzare un tavolo di lavoro?
E’ un tema affascinante quanto urgente. Basti volerlo, tutto si può. Anche pensare in grande!
Se ciò non avvenisse quali potrebbero essere secondo lei le conseguenze?
Continueremmo a pensare in piccolo. E a decretare, a piccoli e miseri passi, la morte del nostro territorio. Ma io sono fiducioso. Malgrado tutto, lo sono fortemente!