(foto e video di Enzo Lacopo)
di Francesca Cusumano
LOCRI- “L’Ospedale non si tocca” è stato il grido d’allarme lanciato questa mattina da più voci al Sanità Day, l’ennesima azione di protesta democratica contro lo smantellamento del nosocomio di contrada Verga, fino ad oggi portato avanti grazie alla professionalità del personale medico (spesso sottoposto a turni massacranti), un’ulteriore battaglia avviata dall’Assemblea dei Sindaci della Locride, questa volta con una formula diversa: un presidio permanente tutti i giorni dalle ore 9,30 alle 12,30 che si concluderà solo quando si avranno risposte concrete da chi di competenza, finalizzate al buon funzionamento di una struttura, privata di quei servizi sanitari di cui dovrebbe avvalersi, per poter garantire a un bacino di 150mila utenze, quei più volte rivendicati, Livelli Essenziali di Assistenza.
Al centro del Sanità Day, una piattaforma (aperta anche durante i prossimi giorni del presidio), tesa ad analizzare criticità e punti nevralgici dell’organizzazione del presidio ospedaliero Spoke della Locride. Undici infatti, sono le richieste sollevate dai primi cittadini, nella piattaforma individuata: costituzione di un’unità strategica, un ospedale “Spoke”, rispetto della dotazione dei posti letto, l’adeguamento immediato delle risorse umane, tecnologiche e strumentali di ogni struttura di ricovero, la nomina dei primari in tempi celeri, la copertura del personale medico e paramedico come da pianta organica, l’applicazione del piano aziendale, l’efficientamento del Pronto Soccorso, il ripristino della Casa della Salute di Siderno, la risoluzione delle problematiche legate alla risonanza magnetica e infine, la creazione di una rete del 118. Questioni sulle quali alcuni dei sindaci intervenuti, hanno soffermato la loro attenzione.
Alla manifestazione erano presenti studenti, cittadini, organizzazioni sindacali, personale medico, movimenti politici, amministratori della Piana, parlamentari e il vescovo della Diocesi di Locri- Gerace, Francesco Oliva.
Il sindaco di Locri Giovanni Calabrese, intervenendo in apertura, ha definito l’iniziativa odierna “la giornata dell’orgoglio della Locride” «Da quasi cinque anni – ha esordito – insieme ai sindaci, alle organizzazioni sindacali e al personale medico, lottiamo per evitare la chiusura dell’ospedale, un grido di dolore non recepito dalle forze governative regionali e nazionali. Non è accettabile che un territorio venga abbandonato e in svariate occasioni, abbiamo denunciato le condizioni di un presidio sanitario strategico per un’area di 150mila abitanti. Dell’ospedale di Locri possono aver bisogno tutti, indipendentemente da appartenenze politiche, religiose o ceto sociale. Non è possibile che il Pronto Soccorso non funzioni, o assistere allo scempio della passata stagione estiva, con il reparto di Radiologia funzionante solo nelle ore diurne e non è concepibile che i nostri malati per curarsi debbano emigrare altrove. Non lasciateci soli – ha poi concluso il primo cittadino – noi sindaci non possiamo continuare da soli questa battaglia di civiltà. C’è bisogno dell’aiuto di tutti, nessuno escluso. Pretendiamo risposte e dignità per questo ospedale. Abbiamo bisogno di una sanità pubblica per i nostri cittadini e per il territorio della Locride».
Il vescovo Oliva, ha segnalato una serie di criticità che progressivamente si stanno apprestando a depotenziare il presidio sanitario: le lunghe attese in Pronto Soccorso, i Lea non rispondenti agli standard previsti, l’esodo di molti malati per avere un’assistenza sanitaria adeguata, la spesa sanitaria sempre crescente e tendente ad un disavanzo che va oltre i 105 milioni di euro «Tanti – ha detto – sono gli elementi di preoccupazione per un presidio ospedaliero all’interno di un’Asp, come quella di Reggio Calabria, per la quale la conclusione della procedura di regolamentazione delle poste debitorie non si è ancora concretizzata. Nel contesto regionale di una sanità che continua ad indebitarsi con le banche ed a mostrare carenze nell’assistenza ai pazienti, specie nell’adesione agli streaming, nell’assistenza ai disabili e nella qualità dell’assistenza, con ritardi cronici nell’implementazione delle reti assistenziali specialistiche. La sanità deve essere salvaguardata, perché tocca la vita delle persone e la qualità della vita. Tutti guardiamo con preoccupazione gli sprechi in campo sanitario. Si parla, a livello nazionale, di un quinto della spesa sanitaria, pari a 21 miliardi di euro, dovuti a sprechi per il sovra-utilizzo di servizi e prestazioni sanitarie inefficaci o inappropriate, per frodi ed abusi vari, per acquisti a costi eccessivi, per il sottoutilizzo di servizi e prestazioni efficaci ed appropriate. Una situazione che porta a pensare a forme di insopportabile corruzione. Mi auguro – ha aggiunto il vescovo – che la sanità pubblica non continui ad essere sacrificata da interessi privatistici ed individuali. La salute è primo e fondamentale diritto di tutti e di ciascuno e su di esso non è giusto cercare illeciti guadagni».
Il presidente dell’Assemblea dei Sindaci della Locride, Franco Candia, non ha usato troppi giri di parole per sottolineare che quello che dovrebbe essere un ospedale “Spoke” a tutti gli effetti, in realtà, esista solo sulla carta, e che in quanto tale, prevederebbe un certo numero di reparti, di organico e di attrezzature che di fatto, non ci sono. «Vogliamo avere la certezza – ha chiosato – di essere non i privilegiati, non i migliori, ma ci accontentiamo di essere uguali e su questo saremo intransigenti». Dello stesso avviso, anche il presidente del Comitato dei Sindaci della Locride, Rosario Rocca e il sindaco di Gioiosa Jonica nonchè consigliere metropolitano, Salvatore Fuda, che, appellandosi ai cittadini, hanno chiesto il loro supporto a questa nuova fase di mobilitazione, a tutela di un territorio offeso nella negazione del diritto alla Salute.
Cittadini e associazioni che, non hanno esitato di portare anche la loro testimonianza, evidenziando le criticità che attanagliano il nosocomio, in gran parte legate al ritardo e alla mancata attuazione di alcuni provvedimenti.