DALLA MILITANTE DEL PD SIDERNESE MARIA GRAZIA MESSINEO RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO LA SEGUENTE NOTA
Raramente, nella vita di tutti i giorni, siamo disposti a dare una seconda possibilità a chi ci ha deluso. E’ arrivato il momento, anche in politica, di non transigere. Ma di esigere volti nuovi, che accanto alla propria faccia non espongano giustificazioni come chi, invece, ne ha a bizzeffe per i fallimenti collezionati in un ventennio. Penso che le Primarie siano un appuntamento importante. Un appuntamento con la democrazia, con la piazza, con la base. Domenica prossima, ogni giovane, adulto, anziano cittadino, a prescindere dal suo credo, avrà la possibilità di esercitare il suo diritto di voto. A fronte di un sistema elettorale incostituzionale, dietro al quale i partiti si sono corazzati per mantenere lo status quo, le Primarie rappresentano una straordinaria occasione per cambiare le regole del gioco, restituendo la sovranità al popolo nel momento cruciale: la designazione del candidato premier. Domenica prossima non ci saranno due o più nomi a confronto o tradizioni diverse a confronto. Domenica prossima si sceglierà tra diversi modelli di futuro. Ho deciso di votare Matteo Renzi perché anch’io credo “che il futuro non vada aspettato, ma costruito”. Perché penso che forse non basta più continuare a lamentarsi, forse è arrivato il momento di mettersi all’opera per cambiare questo Paese. Rispolverare il coraggio, scaricando la pigrizia, la rassegnazione e soprattutto coloro che hanno rappresentato per vent’anni un modello di futuro basato sul c.d. “usato sicuro”, del “noi non è che abbiamo perso, semplicemente abbiamo non vinto”. Voto Matteo Renzi perché all’usato sicuro preferisce la rottamazione senza incentivi. Perché credo che la politica debba riappropriarsi non solo di etica, ma anche di rigore e di umanità, di trasparenza e intransigenza. Le regole sono regole e non ammettono deroga. Così come è inaccettabile derogare allo Statuto del Partito per permettere a coloro che siedono in Parlamento da oltre quindici anni di ricandidarsi. E’ inaccettabile farsi governare da una classe dirigente vecchia, anagraficamente e ideologicamente, che ancora oggi distingue tra i trascorsi comunisti, socialisti e democristiani di chicchessia. Forse è bene che distingua tra corrotti, condannati e con procedimenti penali pendenti. Non si può essere ipergiustizialisti con gli avversari e ipergarantisti con se stessi! Basta col partito dei colonnelli che, soprattutto, in Calabria ha appoggiato candidati inetti, “nominati” prima in Consiglio regionale e poi in Parlamento. Taluni condannati, altri reclutati lontano senza che in Calabria ci siano mai stati, altri ancora scelti perché vittime della criminalità organizzata. Quella politica che, soprattutto in Calabria, fa dei capi-gabinetto i segretari provinciali del partito, o dei giovani, servizievoli portaborse, dovrebbe essere rottamata senza incentivi! Penso che Renzi nel suo programma per l’Italia possa includere un ulteriore progetto, accogliendo una proposta che parte proprio dalla Calabria: battersi affinché la legge sul voto di scambio, c.d. Lazzati, possa essere applicata a tutti i livelli. La sua idea di rottamazione assumerebbe così una valenza speciale. Basta con i codici etici o i protocolli d’intesa. Facciamo rispettare le leggi dello Stato. E’ questo, a mio avviso, il significato della rottamazione. Sebbene, di questo termine si siano date tante accezioni negative. Rottamazione è innovazione. Cambiamento strutturale. E come tutte le proposte innovative è difficile che riscontri il consenso tradizionale. Raccoglie, invece, l’entusiasmo di chi vuole ridare un volto umano alla politica. “Perché i politici-dichiara Renzi- sono uomini e non supereroi”. E in quanto esseri umani possono sbagliare. Ma a questo punto hanno il dovere di prendere coscienza dei propri errori e soprattutto del loro tempo scaduto. A quel punto un passo indietro è un atto di responsabilità, di rispetto verso se stessi in primis. Non farlo è arroganza, egoismo. E’ negare un’altra pagina alla storia di questo Paese. Io voglio credere che un’altra Italia è possibile. Un’Italia che mi permetta di realizzare i miei sogni e le mie speranze. E, nel dirla con Renzi, “ che non mi faccia spuntare i rimpianti prima ancora dei capelli bianchi”. Obama rassicurava gli Americani col suo “You can make it here, in America”! In Italia, direste, è un’utopia. “Non c’è niente di realizzabile che non sembri impossibile all’inizio”. Lo diceva qualcuno. L’ha detto anche Renzi alla Stazione Leopolda. Domenica, andiamo a votare.
Maria Grazia Messineo
P.S.: a Siderno si voterà nei locali dell’Ymca dalle 8 alle 20