di Gianluca Albanese
SIDERNO – Sono due le interrogazioni parlamentari presentate al ministro dell’Interno Matteo Salvini per mettere seriamente in discussione le principali motivazioni che hanno determinato il decreto di scioglimento del consiglio comunale di Siderno per infiltrazioni mafiose.
In entrambe si parla di “contestazioni macroscopicamente infondate” e di “palesi forzature”, da parte del ministero dell’Interno e delle sue articolazioni territoriali (in primis la prefettura di Reggio Calabria) nella scelta di sciogliere un consiglio comunale democraticamente eletto ed espressione della comunità più popolosa della Locride.
La prima porta la firma del parlamentare Nico Stumpo di “Liberi e Uguali”, che apre ricordando due precedenti interrogazioni a risposta scritta presentate nel 2016 dall’altro parlamentare di LeU Arturo Scotto, ambedue rimaste senza risposta. La seconda proviene dalla parte politica avversa a LeU, ovvero dalla parlamentare di Forza Italia Renata Polverini, ex presidente della Giunta Regionale del Lazio e di estrazione politica di destra, essendo stata, tra l’altro, segretario generale del sindacato Ugl.
Insomma, è una sorta di attacco politico concentrico contro il ministero dell’Interno: da destra e da sinistra si contesta il fatto che i lavori del palazzetto dello Sport, inizialmente aggiudicati dalla impresa Italcostruzioni (per altro già aggiudicataria di lavori sotto la gestione commissariale) che secondo la relazione prefettizia, sarebbero stati consegnati pur in presenza di un’interdittiva antimafia. I parlamentari Stumpo e Polverini, richiamano il fitto carteggio tra l’allora sindaco di Siderno Pietro Fuda e il prefetto di Reggio Calabria Michele di Bari, dal quale emerge che proprio Fuda ricevette dal prefetto (così come fatto negli anni precedenti per conoscere la posizione della ditta Italcostruzioni e, in particolare, con lettera inviata da Fuda il 24 giugno 2015) il I dicembre del 2016, una comunicazione che faceva seguito alla richiesta di chiarimenti inviata alla prefettura dall’allora sindaco di Siderno, in ordine alla Italcostruzioni che risultava prima aggiudicataria dei lavori del palazzetto dello sport adducendo un malfunzionamento del sistema informatico durante le operazioni di gara, mentre l’interdittiva antimafia arriva 12 giorni dopo al Comune.
Da notare che con autonoma decisione, il 7 marzo del 2016 il Comune di Siderno aveva rescisso il contratto con la Italcostruzioni e che la richiesta di chiarimenti al prefetto, inviata dall’allora sindaco Fuda il 24 giugno 2015 faceva seguito a una diffida formale che la Italcostruzioni aveva inviato al Comune di Siderno evidenziando come fossero trascorsi 1.456 giorni dall’aggiudicazione dei lavori ma non era stato ancora sottoscritto il relativo contratto.
Dalle due interrogazioni, si scopre che l’apparente immobilismo dell’allora amministrazione comunale era in realtà un atteggiamento prudente in attesa di conoscere le informazioni antimafia relative alla Italcostruzioni. Una prudenza che il prefetto di Reggio Calabria avrebbe interpretato come una sorta di “raccomandazione” a favore della Italcostruzioni.
Il secondo punto forte delle due interrogazioni, invece, è costituito dalla constestazione alla base del decreto di scioglimento, in virtù della quale il Comune, in stato di dissesto, non sarebbe riuscito ad assicurare – stante l’asserita incapacità di riscuotere i tributi – una gestione economico-finanziaria dell’ente sana, tanto da dover ricorrere all’impiego di altre somme, peraltro a destinazione vincolata.
Una costestazione smontata da ambedue le interrogazioni parlamentari, dalle quali emerge che all’atto dello scioglimento sussisteva, nelle casse del Comune una liquidità superiore ai due milioni di euro disponibili e di oltre un milione e mezzo di fondi vincolati, mentre all’atto dell’insediamento dell’amministrazione Fuda le somme disponibili erano pari solo a 286.634,83 euro.
Le interrogazioni ricordano altresì che il 29 ottobre 2018 è stato presentato ricorso in sede amministrativa contro lo scioglimento del consiglio comunale e che pende, di fronte al Tribunale Ordinario di Reggio Calabria, un giudizio successivo alla richiesta milionaria di risarcimento danni nei confronti della Commissione Straordinaria al vertice del Comune di Siderno dal 2012 al primo semestre del 2015 che avrebbe dichiarato il dissesto dell’Ente pur in assenza delle condizioni necessarie a determinare tale scelta. Si contesta altresì la condotta palesata dalla commissione d’accesso agli atti che avrebbe condotto un’indagine definita da Stumpo nella sua interrogazione “Superficiale e ad usum delphini”.