SAN LUCA – Se non fosse stato per l’ultimo punto all’ordine del giorno, il consiglio comunale di stasera a San Luca non avrebbe avuto nulla di particolare. Le dimissioni irrevocabili annunciate pochi giorni fa dal sindaco Sebastiano Giorgi e chiarite in coda al Consiglio hanno però trasformato una semplice seduta consiliare in un momento di sfogo e critica a muso duro contro tutte o quasi le istituzioni. Procediamo per gradi, seguendo anche un po’ l’esempio del sindaco, la cui scelta di inserire per ultimo il chiarimento delle proprie dimissioni non è stata di certo casuale. La premura di Giorgi è stata quella di approvare due dei punti fondamentali di stasera: l’approvazione del bilancio e la salvaguardia dei suoi equilibri, e dalle due rendicontazioni ne esce un quadro non tipico di questi tempi. Infatti, dalla relazione del contabile Musolino si evince un avanzo di cassa di 352 mila euro, una cifra che farebbe invidia a più della metà dei comuni locridei, ‹‹potremmo essere all’apice di tutto ciò che si può pensare di negativo – dice in tono amaro e ironico il sindaco – ma a livello di gestione San Luca è un’eccellenza amministrativa, questo a dimostrazione che la nostra è stata ed è una buona amministrazione››. Parole che preannunciano ciò che sarà detto da qui a poco. Toglie i guanti bianchi classici di una politica scialba e picchia giù duro, non si risparmia il sindaco e ‹‹con carte e atti alla mano – dice – posso provare ogni singola parola››. Il lungo elenco di accuse e recriminazioni parte dalle istituzioni provinciali per giungere a quelle statali, ma a essere tirata in ballo è la Regione Calabria colpevole secondo Giorgi di essere «Completamente sorda alle richieste del comune››, tra i finanziamenti negati anche gli 800 mila euro necessari secondo il primo cittadino a fronteggiare il dissesto idrologico. ‹‹In pratica – dice Giorgi – il paese di San Luca è stato lasciato fuori dai finanziamenti, ditemi perché. Scorre veloce l’approvazione dei cinque punti all’ordine del giorno e nell’amarezza si trova anche il modo per sdrammatizzare, lo fai il sindaco alla lettura del secondo punto, concernete le dimissioni dell’ennesimo consigliere sanluchese, Stefano Scalia, dicendo ‹‹e con queste dimissioni abbiamo anticipato anche le richieste del governo di dimezzare il numero dei consiglieri nella formazione delle liste elettorali››. Un piccolo momento d’ilarità, necessario, forse, a smorzare i sentimenti di tensione e delusione che malgrado tutto hanno prepotentemente primeggiato durante le tre ore di concertazione. Sono le 19, ecco arrivare il sesto e ultimo punto: comunicazione dimissioni del sindaco {youtube}qxxfiNyt9l8&feature|640|480{/youtube} E agli assessori che lo incitano a rimanere e a non mollare come possiamo ben vedere {youtube}UMvNwYzCBVk&feature|640|480{/youtube} Ma Giorgi ha ribadito con estrema convinzione la sua scelta e dice: ‹‹Il paese di San Luca è usato come passerella – ricorda Gerardo Sacco e le sue promesse di realizzare a San Luca un centro di lavorazione dell’oro mai nato, ‹‹Michele Placido è una bella pubblicità ma quando si parla di fare veramente qualcosa per questo paese allora non c’è nessuno che ti tende una mano, le mie dimissioni – ha poi affermato – sono dovute al senso di abbandono da parte delle istituzioni cui esento ormai da tempo. L’assenza di finanziamenti a tutta una serie di progetti che noi, come amministrazione abbiamo prodotto e promosso, ha contribuito e di molto a farmi prendere questa decisione››, per questo forse a chi continua a insistere pregandolo di rimanere per evitare, che passi il messaggio che le dimissioni sono causate dall’insediamento della commissione d’accesso, risponde ‹‹Che arrivino gli 800 mila euro per il dissesto e magari ne riparliamo››. Una provocazione? Un modo per farsi ascoltare? Oppure la reale volontà di abbandonare una nave, quella della politica che non sente più sua?
ADELINA B. SCORDA