di Gianluca Albanese
SIDERNO – Da Reggio a Taranto (e viceversa) in littorina. No, non è il titolo di un film di Virzì, Salvatores o Papaleo. E’ la triste (e beffarda) realtà che vivono i viaggiatori della linea ferroviaria ionica, che dopo essersi visti ripristinare un treno a lunga – si fa per dire – percorrenza che, con un solo cambio nella città pugliese, permette di raggiungere il centronord, ora sono costretti a viaggiare a bordo di mezzi vetusti e palesemente inadeguati per una percorso di quasi cinquecento chilometri.
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L’associazione “Ferrovie in Calabria”, ha esposto un mese fa, nel corso di un incontro pubblico tenuto a Locri in cui è stata ospitata dal movimento politico “LocRinasce” i disagi quotidiani dei viaggiatori e anche alcune costruttive proposte di uscita dalla crisi del trasporto su rotaia nella nostra regione, con particolare riferimento alla linea ionica.
Oggi, il suo presidente Roberto Galati ha inviato agli organi di stampa una lettera aperta che merita la massima attenzione, non solo da parte nostra come organo di stampa, ma soprattutto da parte dei cittadini-viaggiatori e delle autorità preposte alla gestione del trasporto ferroviario. Leggiamola tutta e oltre a indignarci, facciamo sentire la nostra voce. Può servire a farci uscire dall’isolamento.
«Spettabile Redazione,
con la presente, a nome dell’Associazione Ferrovie in Calabria che rappresento, vorrei segnalare ai lettori della testata ed alle autorità politiche regionali, una inaccettabile contraddizione ai danni dei viaggiatori del treno InterCity 562-559 Reggio Calabria Centrale – Taranto, istituito lo scorso giugno 2013, che ormai da mesi, nel silenzio delle istituzioni, viene perpretata.
Cercherò di essere il più chiaro possibile, sperando di evitare eccessivi tecnicismi “ferroviari”, che potrebbero non ben essere compresi da coloro che non sono addentrati nel settore.
Dal dicembre 2012 una normativa di sicurezza prevede che il comando di apertura/chiusura delle porte di salita e discesa delle carrozze passeggeri, sia centralizzato e controllato dalla cabina di guida della locomotiva titolare del convoglio (e quindi, ovviamente, dai macchinisti). Tale provvedimento ha portato all’adeguamento tecnologico di gran parte del parco carrozze e locomotori elettrici di Trenitalia, tramite l’installazione di condotte elettriche e centraline di vario tipo. Faccio notare che esistono fondamentalmente due tipologie di sistema di controllo delle porte, uno studiato per locomotive e carrozze destinate ai treni Regionali, ed un secondo, più recente e tecnologicamente avanzato, destinato alle carrozze utilizzate sui treni a lunga percorrenza, comprese quelle cuccette e letto. Il software di controllo di quest’ultima tipologia di “blocco porte”, è stato però applicato solo sulle locomotive elettriche, che vengono utilizzate per la trazione dei treni composti da vetture adeguate ai lunghi percorsi (treni InterCity, InterCity Notte, Frecciabianca).
Per le “nostre” ormai anziane locomotive diesel del gruppo “D445”, assegnate al Deposito Locomotive di Reggio Calabria ed utilizzate lungo la linea Jonica, non ancora elettrificata, non c’è stato nulla da fare: i programmi di Trenitalia non prevedono l’applicazione del sistema di controllo porte compatibile con le vetture “lunga percorrenza”, ovviamente non poco costoso, in quanto ritenuto antieconomico. Unico tipo di carrozza “accoppiabile” alle vecchie locomotive diesel, quella utilizzata per i treni Regionali.
In pratica, una “D445”, non potrà mai più capeggiare un treno composto da carrozze letto, cuccette e per treni InterCity: è la fine definitiva della lunga percorrenza sulla Jonica, già annientata due anni fa?
Più o meno: paradossalmente, infatti, è stato istituito a giugno 2013 il treno InterCity in questione, che unisce Reggio Calabria Centrale a Taranto, studiato in modo tale da garantire una coincidenza con un treno InterCity Notte da/per Milano Centrale nella città pugliese. In tal modo viene permesso agli abitanti della Jonica di raggiungere parte del Centro/Nord Italia con un solo cambio, dopo le innumerevoli proteste degli ultimi anni.
Sicuramente un segnale positivo…ma con che cosa si effettua un treno InterCity, che dovrebbe prevedere vetture per treni a lunga percorrenza, se come abbiamo visto, non si può utilizzare il locomotore a gasolio D445, in testa a tali carrozze? Semplice: si recuperano cinque vetture per treni Regionali dismesse in Piemonte, uniche accoppiabili alle nostre locomotive, e le si trasferiscono in Calabria.
E’ il primo anticipo dell’assurda contraddizione: gli standard minimi per un treno InterCity (e relativa tariffa non poco salata…) sono a mala pena garantiti. La Calabria Jonica si ritrova con il primo InterCity della storia, effettuato con materiale prettamente destinato ai treni a breve distanza.
Il colpo di grazia però non tarda ad arrivare: innumerevoli problemi di affidabilità delle locomotive D445 (dovuti, pare, alla mancanza di personale in grado di effettuare una adeguata manutenzione…), portano addirittura alla sostituzione di un materiale già di per sé non adeguato…con uno ancora peggiore! La prevista composizione con locomotiva e vetture, viene infatti sostituita da una vecchia “littorina” ALn668, dotata di soli 68 posti a sedere, rumorosa e spesso con aria condizionata guasta: si tratta della classica automotrice che tutti i pendolari della Jonica conoscono bene, una sorta di autobus su rotaia, utilizzata per le tratte locali. Gli standard qualitativi di un InterCity diventano quindi lontani anni luce. Le tariffe però rimangono ben chiare, ovviamente, e quindi da treno InterCity: la tratta Reggio Calabria Centrale – Taranto (che ricordiamo essere lunga 472 km!), a prezzo pieno e senza offerte, costa 45,50 €. Ben 45,50 Euro per viaggiare sulla stessa scomoda littorina utilizzata sui treni Regionali: a tal proposito, Reggio Calabria Centrale – Taranto in treno Regionale, anche se con vari cambi, costa 20,20 Euro. Perché allora pagare più del doppio, per un servizio praticamente identico?
La via d’uscita sembra attualmente inesistente: l’InterCity, tipologia di treno finanziata direttamente dal Ministero del Tesoro, non può essere trasformato in Regionale, molto più economico ed adeguato al tipo di convoglio utilizzato, perchè gli oneri finanziari per il mantenimento di un servizio di treno “Regionale”, dovrebbero essere automaticamente trasferiti dallo Stato alle tre Regioni attraversate dal convoglio (vale a dire Calabria, Basilicata e Puglia). Neanche a dirlo, tutte e tre non sembrano attualmente in grado di farsene carico. E così, si continua a pagare un prezzo da InterCity, mentre agli effetti pratici…si viaggia in Regionale!
Rivolgiamo un appello alle autorità regionali, affinché, per lo meno, si impegnino in serie pressioni politiche, richiedendo con forza l’adeguamento tecnologico di parte delle locomotive D445, in modo tale da garantire l’utilizzo delle stesse con carrozze adeguate al servizio InterCity, ed una strategia che rimedi alle carenze manutentive degli stessi locomotori diesel. Diversamente, si proseguirà con quello che riteniamo essere un vero e proprio furto ai danni dell’utente.
L’Associazione Ferrovie in Calabria inoltre ritiene fondamentale, per garantire un livello di mobilità degno di una nazione civile, la graduale applicazione dei seguenti punti, relativi alla Regione Calabria per quanto riguarda i servizi di interesse locale, ed a Trenitalia, al Ministero dei Trasporti ed al Ministero del Tesoro, per quanto riguarda quelli a lungo percorso:
1)Rinnovamento immediato del parco di automotrici utilizzate per i treni Regionali, con parziale svecchiamento dello stesso, tramite consegna di mezzi di costruzione relativamente più recente;
2)Ripristino di collegamenti Regionali diretti (abolendo l’attuale spezzamento del servizio a Catanzaro Lido) tra la Jonica e Lamezia Terme Centrale, in coincidenza con treni a lunga percorrenza e Regionali da/per Cosenza e Reggio Calabria;
3)Successivo acquisto di almeno quattro treni diesel di ultima generazione, da utilizzarsi per i servizi Regionali a maggiore percorrenza sulla fascia Jonica;
4)Adeguamento tecnologico di parte delle locomotive diesel D445, e quindi successiva istituzione di un collegamento InterCity Notte tra la fascia Jonica e Roma con vetture adeguate;
5)Completamento dell’elettrificazione della ferrovia Jonica (tratta Melito di Porto Salvo – Sibari), entro e non oltre 5 anni, e ripristino dei collegamenti ferroviari Regionali tra Calabria, Basilicata e Puglia (tratta Sibari – Taranto).
Nei prossimi mesi proseguiremo la nostra opera di sensibilizzazione dei cittadini e soprattutto degli amministratori locali e regionali, attraverso conferenze ed iniziative similari, affinché la nostra ferrovia Jonica non rischi di perdere l’ultimo treno: quello di un serio rilancio e della fine di una stentata sopravvivenza.
Ringraziando la Redazione ed i lettori per l’attenzione, porgo un cordiale saluto.
Roberto Galati
Presidente Associazione Ferrovie in Calabria»