Santo Padre,
Le scrivono i sindaci di Locri e di Gerace, in provincia di Reggio Calabria, le due Città da cui prende il nome la Diocesi della Locride, comprensorio comprendente ben 42 comuni e circa 140 mila abitanti.
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Un lembo di Calabria, il nostro, che vanta una gloriosa – seppure a volte travagliata – storia religiosa e spirituale alimentata dalla presenza di illuminati, saggi e santi Vescovi e dall’opera di eccellenti presbiteri e religiosi. Una terra, la Locride, da cui s’irradiarono nel mondo antiche culture e civiltà e che oggi vanta un preziosissimo patrimonio paesaggistico, storico e archeologicomonumentale tra i più apprezzati d’Italia.
Malgrado ciò, negli ultimi decenni questo territorio ha dovuto, suo malgrado, subire “offese” e sopportare “ferite” di cui ancora porta i segni per colpa d’una sparuta minoranza ed a volte riacutizzati da certa informazione non sempre benevola ed obiettiva ma facilmente criminalizzante. Una situazione aggravata da gravi problemi atavici che relegano la Locride agli ultimi posti delle graduatorie europee (ed anche della stessa Calabria) in tema di occupazione, sviluppo, servizi, infrastrutture e quant’altro.
Tutto ciò non rende certo giustizia ad una popolazione onesta ed estremamente laboriosa e solidale, pronta a darsi all’altro e dalla quale emergono tantissime “intelligenze e professionalità” (ancor oggi costrette a scegliere la via dell’emigrazione), studenti, professionisti, artigiani, agricoltori, imprenditori.
I nostri sforzi di amministratori cozzano spesso, evidentemente, contro una Politica non ancora convinta che, come Ella ha ribadito durante la Sua prima omelia all’atto dell’insediamento sul Soglio di Pietro, che «Il vero potere è il servizio» e che bisogna essere «custodi della creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura; custodi dell’altro, dell’ambiente» affinché nessuno di noi lasci «che segni di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo nostro mondo».
Santità, la nostra nobile terra non intende cedere alla rassegnazione; vuole ancora sperare e continuare a «camminare, edificare e confessare». Propositi che, la Storia lo insegna, può realizzare solo se accompagnata dalla fondamentale presenza e dall’opera della Chiesa e, in primis, del Pastore posto alla guida della Diocesi, figura alla quale spesso le nostre comunità hanno fatto riferimento quale ultimo “baluardo” di giustizia morale e sociale.
Come Ella ben sa, la Diocesi di Locri-Gerace è vacante ormai da circa cinque mesi ed ancora non si conosce nemmeno il nome del successore di mons. Giuseppe Fiorini Morosini destinato alla guida dell’Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova. La mancanza di un presule – che tutti auspicano possa restare alla guida della Chiesa di Locri-
Gerace il più a lungo possibile e che sappia, pur nell’autorevolezza che Gli è dovuta, essere pastore tra la gente di cui voglia ascoltare e recepire sentimenti, ansie, istanze, gioie e preoccupazioni –, è particolarmente avvertita soprattutto in questo momento storico.
Pertanto, con estrema umiltà e riverenza, rendendoci interpreti del pensiero dei nostri conterranei, ci permettiamo di affidare ad Ella i sentimenti comuni qui espressi.
Con l’auspicio che Ella voglia un giorno onorare con la Sua augusta presenza questa nobile terra, invochiamo la benedizione sulla nostra Diocesi e, inchinandoci devotissimamente davanti al Vescovo di Roma, formuliamo gli auguri per l’anno appena iniziato.
Gerace, lì 09.01.2014
Il sindaco di Locri
f.to Giovanni Calabrese
Il sindaco di Gerace
f.to Giuseppe Varacalli