R. & P.
Il prevedibile epilogo dello scioglimento dell’Asp di Reggio Calabria per infiltrazioni della ‘ndrangheta deciso dal Consiglio dei ministri aleggiava ormai da qualche mese, il sospetto nasce da quando gli ispettori della commissione d’accesso su richiesta del Prefetto Michele Di Bari depositano la relazione a conclusione delle indagini effettuate all’interno dell’Azienda. Nonostante si tratti di un episodio grave e preoccupante in quanto conferma la presenza di interferenze illecite nella guida amministrativa dell’Azienda Sanitaria, non ha suscitato grande stupore, almeno non per la FSI USAE ,il Sindacato che della lotta e del contrasto all’illegalità ne ha fatto uno dei principali motivi dell’attività sindacale denunciando da anni , agli organi competenti , spesso in splendida solitudine e nell’indifferenza anche della magistratura, le tante illegittimità, le criticità, le manchevolezze di un’ Azienda inefficiente sia a livello gestionale che nell’erogazione dei servizi ai cittadini di questo territorio.
Il mancato rispetto delle regole e soprattutto il mancato controllo della gestione amministrativo-contabile nonché il mancato assetto organizzativo sommato ad una assenza di programmazione sono i fattori che hanno inciso negativamente sulla quantità e qualità dei servizi erogati e hanno concorso al grosso disavanzo che ha affossato la sanità reggina e che ancora oggi non si riesce a quantificare.
La FSI USAE non ha mai smesso l’azione di doverosa protesta rispetto alle presunte responsabilità dei Commissari al Piano di rientro e dei Direttori Generali nominati dalla politica, che in tutti questi anni si sono avvicendati senza mai riuscire a risolvere le criticità e dare risposte ai problemi che col tempo si sono accentuati trasformando l’Asp di Reggio Calabria da ” sistema deputato ad erogare salute” in un “sistema contorto” che nessun commissariamento è riuscito ancora a scardinare e che obbliga i cittadini bisognosi di cure ad oltrepassare i confini di questo territorio per curarsi fuori regione. Tutto ciò nonostante il lavoro profuso dall’esiguo personale sanitario, impegnato allo spasimo, spesso sotto stress a causa dei turni massacranti. Eppure le problematiche nella gestione dell’Asp di Reggio Calabria sono note da tempo, come la mancata ratifica dei bilanci dal 2013 in poi perché non approvati dai revisori ,la perdita degli esercizi 2016 e 2017, il ritardo nell’assunzione di personale autorizzato , sono tra le tante criticità emerse dai verbali del “tavolo Adduce” ribadite dagli organismi di controllo ministeriali nelle varie riunioni nonché dalle commissioni che si sono succedute.
Nonostante ciò, si è lasciato che la situazione implodesse, con i due Ospedali di Locri e Polistena definiti Spoke soltanto sulla carta, non in condizione di garantire ai pazienti un’assistenza adeguata e servizi dignitosi, sia per carenza di mezzi e risorse umane, sia perché trattasi di strutture obsolete , pericolose e non rispettose delle normative sulla sicurezza. Siamo convinti che il “decreto speciale” per la sanità dei cittadini calabresi annunciato con enfasi dal Ministro alla Salute non può prescindere da un cambiamento radicale della gestione della cosa pubblica attraverso una maggiore responsabilizzazione degli amministratori.
Serve un progetto di riordino affrontato e discusso con la condivisione ed il coinvolgimento dei soggetti interessati, mettendo al centro i reali problemi, attivando e programmando nel contempo la medicina sul territorio, la lungodegenza, la riabilitazione, la prevenzione, l’assistenza domiciliare (ADI). Serve programmazione, rafforzamento delle strutture territoriali, potenziamento degli organici, maggiore rapporto tra territorio e ospedali, potenziamento delle attività di controllo, trasparenza e chiarezza fra politica ,managerialità e professionalità. La sanità, soprattutto il mondo sanitario della provincia reggina ha sicuramente bisogno di decisioni ma queste devono essere fatte nella massima trasparenza trovando il maggior consenso possibile.
La FSI USAE da sempre ritiene prioritario che l’ASP di Reggio Calabria per elevare gli standard qualitativi dell’offerta sanitaria debba investire e scommettere sulle professioni e le professionalità del territorio che ne costituiscono il capitale umano perché dove ciò è avvenuto abbiamo testimonianza degli ottimi risultati raggiunti e vogliamo ribadire il forte senso di responsabilità della stragrande maggioranza dei lavoratori che, pur agendo tra mille difficoltà, riescono ancora con professionalità a supplire le inefficienze e a colmare i vuoti di un sistema ormai allo sfascio. La sanità calabrese commissariata da dieci anni e la non corretta gestione del piano di rientro che ha determinato una vera emergenza sanitaria con ricadute negative sia per quanto riguarda la riduzione del debito sia per la garanzia dei Livelli Essenziali di Assistenza e la qualità dei servizi, necessita di provvedimenti concreti e urgenti al fine di garantire i servizi partendo da quelli che sono al collasso.
Le analisi semplicistiche finalizzate a creare consenso elettorale, la retorica banale e stucchevole, le visite a sorpresa nelle strutture ospedaliere e le passarelle, di fronte alla messa in discussione del diritto alla salute non sono più tollerabili.
Come organizzazione sindacale continueremo a tenere alta la guardia, a denunciare quali siano i veri sprechi e le ingenti diseconomie di cui soffre la sanità pubblica,(ingerenze della politica, consulenze, appalti, esternalizzazioni ecc.)a pretendere il rispetto delle regole e della trasparenza, a tutelare la dignità dei lavoratori e dei cittadini utenti trovando in essi e nell’opinione pubblica i veri alleati con cui fronteggiare la pericolosa strategia di smantellamento dello stato sociale causato da una gestione torbida della sanità che lede i diritti di assistenza e di cura favorendo la ’ndrangheta che è bene ricordare, non è soltanto l’organizzazione criminale delle cosche ma è quella altrettanto pericolosa dei colletti bianchi e vestito blu.
Auspichiamo che in questa fase di commissariamento dell’Asp di Reggio Calabria si avvii un’operazione di trasparenza e di legalità con il coinvolgimento di tutto il personale sanitario al fine di elevare la qualità delle prestazioni e restituire ai cittadini di questo territorio, che nella tutela della salute ricercano il proprio diritto fondamentale sancito dalla costituzione , una sanità normale con servizi dignitosi.
Reggio Calabria, 19 marzo 2019
IL SEGRETARIO TERRITORIALE
Emanuela Barbuto