di Cristina De Angelis
Il Professore Pietro Giulio Signorile è presidente della Fondazione Italiana Endometriosi onlus con sede a Roma. E’ stato premiato per il suo lavoro da F1000 Prime (una directory dei migliori articoli su biologia e medicina, raccomandati da oltre 5000 scienziati e ricercatori clinici, che gode dell’apporto di più di 5000 associati) per l’articolo Ectopic endometrium in human foetuses is a common event and sustains the theory of müllerianosis in the pathogenesis of endometriosis, a disease that predisposes to cancer., J Exp Clin Cancer Res, 2009” da parte del membro Dott. Dan I. Lebovic.
Da più di vent’anni si occupa di questa malattia combattendola non solo dal punto di vista medico e della patogenesi ma anche dal punto istituzionale. Infatti Il 22 luglio 2009 il Ministro per le Pari Opportunità insieme a l’INPS, l’INAIL, lo IAS e la Fondazione Italiana Endometriosi ha siglato un’intesa (quinquennale) per combattere l’endometriosi, patologia che in Italia colpisce tre milioni di donne.
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Il protocollo prevede la realizzazione di campagne informative per sensibilizzare la popolazione femminile e favorire la diagnosi precoce, l’istituzione di un tavolo tecnico presso il Ministero, il supporto alla ricerca scientifica e specifici programmi di assistenza per il reinserimento lavorativo delle pazienti, troppo spesso discriminate.
Le ricerche dell’equipe del Professore Signorile, durante questi anni, sono andate avanti scoprendo una delle cause della malattia: il bisfenolo a , una componente della plastica, e si è studiato e approfondito la stretta connessione tra endometriosi, infertilità, menopausa precoce e inquinamento.
Questa intervista con il Professore Pietro Giulio Signorile approfondirà il percorso della Fondazione Italiana Endometriosi, la ricerca e la sperimentazione e cosa le donne affette da questa patologia potranno aspettarsi dal futuro.
La ricerca è la nostra forza.
ENDOMETRIOSI…UNA MALATTIA NON ANCORA COMPLETAMENTE CONOSCIUTA. PUÒ PARLARCI DELLA PATOLOGIA, DEI SINTOMI E DELLE CAUSE?
Dai nostri studi l’endometriosi è risultata essere una malattia congenita dovuta alla presenza di queste cellule che tipicamente devono essere nella cavità uterina al di fuori di esse. Questa è anomalia, questa ectopia delle cellule, secondo i nostri studi, è determinata dai fattori inquinanti che si chiamano interferenti endocrini che vanno ad alterare le espressioni di alcuni geni deputati alla formazione dell’apparato riproduttivo femminile che proprio perchè alterati nella loro espressione provocano questo difetto e quindi questa malattia. I sintomi della malattia sono tipici e ormai ben conosciuti: i dolori pelvici soprattutto nella fase dell’ovulazione e nella fase del ciclo mestruale, a volte dolore nei rapporti sessuali, stanchezza fisica cronica, spesso nel 50% delle pazienti affetti è presente l’emicrania e questi sintomi spesso influiscono sull’attività sociale, lavorativa e familiare dei soggetti affetti. Inoltre l’infertilità è presente circa il 40% da pazienti affetti da endometriosi e in Italia sono circa 3.000.000.
ALLA LUCE DELLE NUOVE SCOPERTE, COM’È CAMBIATA L’IDEA SULLA MALATTIA?
Prima di tutto è cambiata l’idea della malattia in quanto oggi si parla di malattia. La malattia è un fenomeno più complesso di un semplice sintomo o di un semplice episodio. Si parla di malattia perchè gli studi soprattutto i recentissimi sull’aspetto genetico delle pazienti affetti da endometriosi, stanno dimostrando che vi è una notevole quantità di geni alterati nelle pazienti affette da endometriosi e questa moltitudine di geni alterati fa sì che nell’ambito del soggetto si possono presentare vari aspetti a volte direttamente legati alla malattia altre volte indirettamente come il melanoma, ad alcune malattie di tipo reumatico, come la fibromialgia ecc. È cambiato il concetto di malattia poi è cambiato anche la patogenesi cioè la genesi che non è più il discorso della mestruazione retrograda degli anni ’20 ma è un discorso legato ad una situazione congenita di malattia quindi una malattia che nel corso della vita nei pazienti affetti che sicuramente uscirà fuori. Non è più un fatto casuale ma è un fatto già predeterminato.
QUALI SONO GLI STEP DEL PROTOCOLLO DI DIAGNOSI – CURA – PREVENZIONE DELLA MALATTIA CHE DEVE AFFRONTARE UNA DONNA?
Al momento attuale noi siamo fautori di un protocollo non invasivo quindi è sufficiente proseguire un protocollo non invasivo per poter effettuare la diagnosi. Ovviamente le donne devono essere seguite da centri specializzati. Il protocollo non invasivo prevede l’esplorazione manuale vaginale e alcune volte anche rettale per controllare se la paziente nel suo connettivo pelvico ha lesioni riferibili ad endometriosi, poi la risonanza magnetica per vedere se ci siano focolai nelle ovaie e gli esami del sangue, che se pur imprecisi, nel senso positivi sono nel 30% nelle pazienti affette, però qualora fossero positivi possono dare un’indicazione di presenza di malattia. Questi tre step ossia visita, risonanza ed esami del sangue nella maggioranza dei casi sono sufficienti per fare una diagnosi.
CHE RUOLO HA L’ALIMENTAZIONE NELL’ENDOMETRIOSI?
Le pazienti affette da endometriosi sono pazienti che hanno subito una contaminazione a livello embrionale cioè nella pancia materna e sono state contaminate dagli interferenti endocrini, questi sono delle sostanze chimiche che sono presenti in vari punti dell’ambiente e quindi anche nei cibi. C’è un fenomeno che si chiama la suscettibilità individuale ossia un soggetto è stato contaminato in embrione da queste sostanze, quando è adulto e va di nuovo in contatto soprattutto in maniera pesante, ampia con le sostanze che lo hanno contaminato in embrione, ha questa suscettibilità individuale cioè la sua reazione è diversa rispetto ad un soggetto che non è stato contaminato in embrione. Quindi la riduzione all’esposizione da adulti a queste sostanze tutela, garantisce, favorisce al paziente la bassa contaminazione da sostanze che nel suo corpo hanno un impatto molto maggiore che in un altro paziente.
QUAL’E’ IL FUTURO PER LE DONNE CON ENDOMETRIOSI E LE GENERAZIONI FUTURE?
Noi siamo impegnati sotto il punto di vista della ricerca su tre punti più importanti che devono essere migliorati per questa malattia. I punti fondamentali sono: primo punto la diagnosi della presenza della malattia nel soggetto e l’ideale sarebbe avere un mezzo diagnostico semplice per esempio una ricerca su siero, su sangue, per vedere se il siero di quel paziente contiene delle proteine o delle sostanze particolari in modo da poter fare la diagnosi;
secondo punto è la diagnosi topografica ossia una volta che è stato diagnosticato che la paziente è affetta dalla malattia, bisognerebbe avere un sistema che faccia sì che si possa individuare con certezza e assoluta precisione dove il paziente ha la malattia, in quale parte del corpo;
Il terzo aspetto è quello della terapia. Sappiamo tutti che non c’è una terapia efficace, nè una malattia che blocca la malattia, né una terapia che faccia regredire. La terapia chirurgica è la terapia migliore che ci sia in questo momento, considerando sempre i suoi limiti. Ci vorrebbe una terapia medica che impedisse a queste cellule di crescere o inducesse proprio la morte cellulare.
Questi sono i tre punti in cui la nostra fondazione è impegnata, sui quali sta ottenendo dei risultati enormi attraverso la sua ricerca.
NEL 2012 HA FATTO UN COMUNICATO SRAMPA SULLA SCOPERTA DELLA CURA PER L’ENDOMETRIOSI. CI SONO STATI DEI SEGNALI POSITIVI NELL’AMBITO FARMACEUTICO E QUALI SONO STATI I RISCONTRI IN MERITO?
Non ci sono stati segnali positivi, abbiamo sondato soltanto due aziende le quali non hanno mostrato interesse su questo tipo di terapia. La ricerca ovviamente va avanti, la terapia è nella fase 1 cioè è stata sondata questa sostanza che inibisce la crescita delle cellule di endometriosi in vitro con ottimi risultati. Per far arrivare la medicina ai pazienti bisogna fare le 4 fasi di ricerca. Quindi noi ci stiamo impegnando a proseguire le fasi della ricerca, sperando che la farmaceutica ci venga incontro per proseguire le fasi della ricerca, in caso contrario faremo in modo di completarla.
LA FONDAZIONE ITALIANA ENDOMETRIOSI LOTTA OGNI GIORNO CONTRO LA MALATTIA. PROFESSORE SIGNORILE, LEI SI OCCUPA DI QUESTA PATOLOGIA. QUALI SONO STATI I VOSTRI SUCCESSI PIÙ GRANDI?
I successi più grandi sono stati 1) quello di far uscire la malattia dal dimenticatoio, 2) quello di cercare con la nostra attività di informazione e divulgazione di far prendere coscienza ai pazienti, ai cittadini e agli operatori del settore di questa malattia 3) quella di impostare dei protocolli diagnostici e di cura corretti senza cadere nell’obietà e nella sottovalutazione della malattia in quanto non c’è niente di peggio che avere coscienza di una malattia ma cronicizzare la malattia e farla tenere nella pancia del paziente, in modo tale da non dare un beneficio al paziente, che recandosi presso il medico per cercare di migliorare il suo stato di salute, si ritrova a subire dei danni che la malattia procura nell’organismo femminile.
4 – 10 Marzo 2013: IX Settimana europea della consapevolezza dell’endometriosi
ENDO… CHE?? Questa malattia al femminile: Endometriosi