di Simona Ansani
ROCCELLA JONICA – E’ un rito che unisce fede e tradizione quello della benedizione degli animali domestici, del bestiame e del lavoro del contadino, che si celebra in onore di Sant’Antonio Abate il 17 gennaio. Sant’Antonio Abate, detto anche sant’Antonio il Grande, sant’Antonio d’Egitto, sant’Antonio del Fuoco, sant’Antonio del Deserto, sant’Antonio l’Anacoreta, fu un eremita egiziano, considerato il fondatore del monachesimo cristiano e il primo degli abati.
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Sant’Antonio è considerato anche il protettore degli animali domestici, tanto da essere solitamente raffigurato con accanto un maiale che reca al collo una campanella. Secondo una leggenda del Veneto, la notte del 17 gennaio gli animali acquisiscono la facoltà di parlare. Durante questo evento i contadini si tenevano lontani dalle stalle, perché udire gli animali conversare era segno di cattivo auspicio. Sabato 18 gennaio nella Chiesa di Sant’Antonio Abate a Roccella, alle ore 17.00 si celebrerà prima della Santa Messa, la benedizione del fuoco e degli animali domestici. Domenica i riti liturgici proseguiranno al termine della funzione liturgica, con la processione per le vie del paese, accompagnata dal complesso bandistico “Città di Ardore”, diretto dal maestro Saverio Pazzano, e al rientro in Chiesa, il tradizionale ballo del ciuccio.