R. & P. (foto d’archivio)
Nei giorni scorsi si è svolto presso il Liceo Scientifico “Zaleuco” di Locri il secondo Incontro del Progetto Agorà. Dopo il giovane studioso Claudio Panaia, autore del libro “Caulonia, storia di una polis” edito da Città del Sole, è stata la volta di un altro giovane: Sebastiano Caputo, giornalista, reporter di guerra, autore de “La mezzaluna sciita” edito da GOG, direttore del giornale on line “L’Intellettuale dissidente” e presidente italiano di SOS Cristiani d’Oriente. Caputo, nonostante la sua giovane età, ha già all’attivo numerosi viaggi nelle tormentate terre del medi oriente: ha viaggiato a lungo in Siria, durante questi anni di guerra, in Iran e in Libano, diventando testimone oculare della guerra e delle condizioni dei popoli visitati. La sua testimonianza, spesso, ha smentito le narrazioni mainstream, qualificandosi per oggettività e coraggio. Dopo la conferenza tenuta presso l’Università Dante Alighieri di Reggio, Caputo ha raggiunto lo Zaleuco per discutere con gli allievi della geopolitica del Medio Oriente dopo la guerra in Siria. Dopo i saluti istituzionali del Prof. Giarmoleo che ha accolto e ringraziato l’ospite su incarico del Dirigente scolastico, Prof. Fazzolari, lo studente Domenico Tassone ha tracciato una breve biografia dell’ospite e ha evidenziato il senso dell’iniziativa: ” In una società che orienta le nuove leve sempre più verso il mondo della tecnica, è diventato raro incontrare giovani che si dedichino alla scrittura ed all’informazione, ancor di più se si parla di informazione “dissidente”. Negli ultimi tempi, con la sua creatura, Sebastiano Caputo è riuscito a portare avanti una campagna “contro culturale”, ovvero volta a contrastare i continui bombardamenti mediatici di quella “cultura dominante” sulle cui deficienze ed inesattezze sembra che si cominci a registrare una parziale presa di coscienza. Un elemento che ci ha impressionati navigando sul suo sito è stata l’assenza di annunci pubblicitari invadenti, che dimostra ancor di più la passione disinteressata che vi spinge a scrivere, anche questa poco presente oramai sul web, diventato da qualche anno miniera d’oro per gli ideatori di fake news. Oltretutto non possiamo dimenticare che sta contribuendo a riaccendere l’interesse su una tematica non molto conosciuta: quella delle comunità cristiane orientali, spesso schiacciate da culture e quindi governi poco tolleranti attraverso discriminazioni dirette od indirette. Un impegno così meritevole non poteva passare inosservato nel nostro liceo, che, grazie a numerosi eventi, è ormai da tempo in prima fila nella diffusione della cultura sul territorio locrideo “. Subito dopo ha preso la parola l’ospite: ha raccontato la sua esperienza di studio e ha parlato della sua volontà di proseguire non con l’università, ma con una esperienza di intensa lettura e di vita concreta per raccontare la realtà da testimone diretto. Ha proseguito raccontando la vita del reporter di guerra: pericoli, opportunità, scomodità e successi. “Il giornalismo deve cambiare profondamente se vuole avere un futuro: occorre tornare a raccontare la verità e mettere fine al cimitero dell’informazione che è stata la narrazione della guerra siriana”. Caputo ha evidenziato come l’impegno per una informazione corretta è impegno per la libertà e la giustizia. Raccontando la sua esperienza in terra siriana ha fatto riferimento alle fake news che sono rimbalzate in tutte le tv e come sia facile distorcere i fatti o creare notizie anche attraverso vere e proprie recitazioni. ” Verificare le fonti è il primo passo per valutare la veridicità di una notizia”. Gli allievi hanno seguito con molto interesse il racconto del giornalista che ha raccontato l’assedio di Aleppo, i bombardamenti, la vita che pure continua anche nelle condizioni più difficili. Durante la discussione si è fatto riferimento all’Iran e al senso della sua partecipazione alla guerra siriana, al Libano, alla presenza dei cristiani in quella regione e all’attività di volontariato di SOS Cristiani d’Oriente. Dalle parole di Caputo è emerso un Medio Oriente tormentato, ma anche capace di speranza e sempre attento alla propria dignità: un mondo in cambiamento, ricco di giovani che guardano all’Europa con interesse e, a volte, con timore: una realtà molto lontana da certo modo di rappresentare, spesso, il mondo musulmano. La presenza del giovane giornalista si è conclusa con un’intervista alla radio dello Zaleuco che, insieme alla conferenza, è stata successivamente mandata in onda. Sebastiano Caputo ha salutato i giovani presenti, esprimendo la sua soddisfazione per l’attenzione e la preparazione che aveva avuto modo di notare e ha ricordato che già qualche anno addietro, sempre a Locri, con altri giovani dello Zaleuco, aveva vissuto un’altra bella esperienza.