R. & P.
Una giornata straordinaria e ricca di spiritualità e di momenti di vera riconciliazione, con il Signore, attraverso le tante confessioni che sono state raccolte dai sacerdoti, a cominciare dal rettore del Santuario Nostra Signora dello Scoglio, padre Raffaele Vaccaro, sabato sei aprile, a Santa Domenica di Placanica. Nel corso del pomeriggio, poi, vi è stata l’evangelizzazione di Fratel Cosimo, fondatore del rinomato santuario, e la solenne concelebrazione eucaristica, presieduta da padre Rocco Spagnolo, superiore della comunità dei missionari dell’evangelizzazione ed erede spirituale del fondatore della stessa, il compianto padre Vincenzo Idà, per il quale è stata avviata la causa di beatificazione. Un uomo di elevatissimo spessore spirituale e culturale, padre Rocco il quale, nel corso della propria omelia, ha espresso tante verità che, purtroppo, al giorno d’oggi, per la “tiepidezza” di molti pseudo cristiani, vengono omesse, taciute o mistificate, causa una secolarizzazione, un relativismo e una dittatura della mediocrità che cerca di soffocare le Verità Evangeliche. Padre Rocco, con eloquenza e semplicità, con un linguaggio semplice e profondo, comprensibile a tutti, ha parlato di “Perdono”, anziché “Scuse” e di “Peccato e Virtù”. L’illuminato sacerdote ha espresso, tra le altre cose, che il cristiano deve affermare la Verità senza temere nulla e senza preoccuparsi se si trova in minoranza. Ha poi fatto delle esortazioni ai genitori, incitandoli a parlare con i propri figli di ciò che è peccato e di ciò che rafforza e fa crescere le virtù, in una società, sempre più priva, di valori etici e morali. Padre Spagnolo, con saggezza, capacità oratoria e grande intelligenza, ha esortato a non scadere nel giudizio verso il prossimo ma di guardare dentro sé stessi, per lasciare sempre più spazio al Signore, allo scopo di progredire, spiritualmente e moralmente. Dopo la Santa Messa, vi è stata l’esposizione e la processione con il Santissimo Sacramento, in un santuario gremito di pellegrini, provenienti anche dall’estero, oltre che da varie regioni italiane, e la preghiera di intercessione di Fratel Cosimo, per gli ammalati e i sofferenti. Infine, presente anche il sindaco di Placanica, avvocato Antonio Comdemi, è stato dato l’annuncio, dal dottore Giuseppe Cavallo, coordinatore generale del santuario, del prossimo, importante e speciale, appuntamento di preghiera e di fede dell’undici maggio, ricorrendo il cinquantunesimo anniversario della prima apparizione di Nostra Signora dello Scoglio a Fratel Cosimo. Molto toccante, incisiva e profondamente spirituale la catechesi di quest’ultimo, che riportiamo, qui di seguito, quasi per intero. Infatti, dopo aver invitato tutti a pregare con l’Ave Maria, e dopo aver salutato i reverendi sacerdoti e i pellegrini, ha espresso:
“Oggi, ci ritroviamo ancora una volta in questa valle benedetta, per il consueto incontro del primo sabato del mese di aprile. Ma non possiamo ignorare che in questo tempo stiamo percorrendo il cammino quaresimale ancora per qualche settimana. E proprio in questo tempo particolare il Signore cerca gli smarriti di cuore, cerca ciascuno di noi, ci chiama per nome, ci guarda con uno sguardo di amore, di misericordia e di perdono, e ci invita a riconciliarci con Lui e anche con i fratelli. Dice San Giovanni nella sua Prima Lettera al c. 4 v. 8. “Dio è amore”, e proprio perché è amore cerca l’uomo e la donna perché vuole salvarli dalle loro trasgressioni, dai loro errori e dai loro peccati. L’invito del Signore oggi è rivolto proprio a noi tutti che ci troviamo in questo luogo di grazia: “Ritornate a me con tutto il vostro cuore”, dice il Signore al c. 2 v. 12 del Libro del Profeta Gioele. La Vergine Santissima che accompagnò Gesù nella sua missione terrena, in particolare nella sua passione, morte e risurrezione, accompagni anche noi in questo tempo forte di Quaresima e della ormai prossima settimana santa, affinché ciascuno di noi possa trarre copiosi, abbondanti frutti spirituali per la vita eterna. Ora mantenendo questo clima di attenzione, di ascolto e di silenzio vogliamo accogliere nel nostro cuore la Parola del Signore tratta dal Vangelo di Giovanni c. 8 dal v. 3 al v. 11. Ecco quanto scrive l’apostolo che Gesù amava: “Allora gli scribi e i farisei condussero a Gesù una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici? Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scriverecon il dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei. E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata? Ed ella rispose: Nessuno, Signore. E Gesù disse: Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più”. Cari fratelli e sorelle, il Vangelo di Giovanni che abbiamo proprio ora ascoltato, ci presenta in modo chiaro e comprensibile la vicenda vissuta dalla donna adultera sorpresa in flagrante adulterio dagli scribi e dai farisei. Consentitemi di dire, chi proprio non ha orecchie, non può udire e intendere tutto quello che oggi il Vangelo ci ha narrato. Allora, mentre Gesù insegnava nel tempio, gli scribi e i farisei gli condussero la donna che avevano colto in adulterio, per metterlo alla prova, e allo stesso tempo per cercare un motivo per accusarlo. Immaginate che crudeltà condurre l’imputata alla presenza del Signore Gesù e di tutto il popolo presente nel Tempio, e accusarla pubblicamente in modo direi brutale, ed esporla al pubblico giudizio. Il Signore Gesù se vogliamo, venne messo alla prova tramite la donna adultera e, senza pronunciare alcuna parola, si chinò a terra e si mise a scrivere con un dito nella polvere sul selciato del Tempio. Su questo gesto compiuto da Gesù, mi piace attirare la vostra attenzione immaginandolo seduto sul suo mantello steso sul lastrico mentre si china per scrivere in terra. A questo punto qualcuno di voi potrebbe domandarsi: ma che cosa avrà scritto Gesù nella polvere? Esattamente non lo sappiamo perché il Vangelo non ce lo comunica, ma possiamo azzardare qualche ipotesi, per esempio: scrissei dieci comandamenti? Scrisse i peccati di coloro che accusavano quella donna? O scrisse per terra parole di grazia e di perdono, cioè la legge dell’amore? Con certezza massima non potremo mai saperlo, e quindi ci limitiamo nel campo delle supposizioni. Miei cari in Cristo, disse Gesù agli accusatori della donna: “Chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra contro di lei”. Se vogliamo Gesù cercò di volgere verso di loro l’accusa che con tanta risolutezza indirizzavano a quella povera donna. Pensate dunque, se qualcuno di loro si fosse trovato innocente avrebbe potuto scagliare la pietra con pura coscienza, con animo sereno ed in pace con se stesso. Invece nessuno si mosse, tutti se ne andarono mesti, cominciando dai più vecchi, perché riconobbero di essere peccatori davanti alla Legge di Dio e bisognosi, prima di accusare gli altri, di risanare la propria vita. Alla luce delle parole di Gesù che abbiamo udito dal Vangelo vogliamo oggi chiedere al Signore, di rendere sensibili le nostre coscienze, risvegliarle e purificarle tramite la sua Parola, perché possiamo divenire persone veramente oneste, sincere, pure, in pace con Dio e con noi stesse. La donna adultera ripresa dal Signore, senz’altro prese subito coscienza del proprio peccato, e una volta che i suoi accusatori si allontanarono, la donna rimase sola con Gesù, allora Gesù si alzò da terra e le disse: “Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata? Ed ella, mortificata e umiliata, rispose: Nessuno, Signore. EGesù disse: Neanch’io ti condanno, va’ e d’ora in poi non peccare più”. Cercate dunque, di immaginare nella vostra mente questa scena. Notiamo bene una cosa: Gesù non disse alla donna adultera, per esempio, va’ e d’ora in poi cerca di non peccare, ma le disse con determinazione: va’ e d’ora in poi, s’intende, da questo momento in avanti, ciò che hai fatto, non lo fare più, cioè, non peccare più. Sono stato chiaro? Chi ha orecchie per intendere, intenda.” Quindi, concludendo, Fratel Cosimo ha espresso: “Miei cari fratelli e sorelle, ricordiamoci sempre che Dio è amore infinito, misericordia e perdono, ama il peccatore, ma condanna il peccato. Il Signore vi benedica e sia lodato Gesù Cristo.”